Il suo nome campeggia da giorni sulle homepage dei media di tutto il mondo, per via dell’inasprimento del conflitto con Israele e dei pesanti raid che quest’ultimo ha lanciato contro il Libano. Ma Hezbollah continua a restare soltanto un nome per tante persone, nonostante sia un protagonista cruciale dell’equilibrio compromesso in Medio Oriente.
Non soltanto un gruppo di guerriglieri, ma realtà politica che esprime le istanze di una parte della popolazione libanese. Di ideologia islamista sciita, di germinazione iraniana, il nome del gruppo vuol dire “partito di dio”, come viene comunemente chiamato anche dalle nostre parti. Ma perché è nemico di Israele e “obbedisce” a Teheran?
Chi sono e cosa vogliono i libanesi di Hezbollah: storia del “Partito di dio”
Dopo quasi un anno di scontri a fuoco, Israele e il gruppo militante libanese sono ora impegnati in un conflitto aperto che però nessuno dei due schieramenti chiama ancora “guerra”. Per lo Stato ebraico, Hezbollah rappresenta un nemico molto più formidabile rispetto a Hamas, annullato nella sua ala militare nella Striscia di Gaza dopo mesi e mesi di scontri. Il “Partito di dio” è senza dubbio l’agente di prossimità dell’Iran più potente per esercito e arsenale nell’ambito del cosiddetto Asse della Resistenza. L’architettura politico-sociale di Hezbollah esercita poi un notevole potere in Libano. Fondato nel 1982 durante la guerra civile libanese, Hezbollah si era dedicato inizialmente a porre fine all’occupazione israeliana nel sud del Paese dei cedri. Obiettivo raggiunto soltanto nel 2000, dopo una lunga guerra di logoramento che alla fine ha costretto Israele a ritirarsi. I fondamentalisti libanesi hanno però continuato la loro battaglia, mirando alla distruzione totale dello Stato ebraico.
Nell’ambito della Mezzaluna sciita, Hezbollah è stato il primo gruppo che l’Iran ha sostenuto e utilizzato come tramite per esportare il suo marchio di Islam politico. Il partito politico conta deputati nel Parlamento libanese e da decenni ha avuto rappresentanti nella maggior parte dei governi del Paese. Fornisce alla popolazione ampi servizi sociali, tra cui la gestione di scuole e ospedali. Oltre confine, però, Hezbollah è visto e percepito in maniera decisamente diversa. Gli Stati Uniti e Israele la considerano un’organizzazione terroristica fin dai primi giorni della sua nascita, per via degli attacchi tra cui la presa di ostaggi americani a Beirut e l’esplosione di un camion bomba del 1983 presso una caserma del Corpo dei Marines, che uccise 241 militari.
Senza il supporto dell’Iran tutta questa potenza non si sarebbe potuta esprimere. Il sostegno di Teheran ha infatti aiutato Hezbollah a consolidare la sua posizione come attore politico più influente del Libano e come attore militare più potente di tutta la galassia sciita”, ha spiegato Lina Khatib, direttrice del Soas Middle East Institute di Londra. Nel 2006, i combattenti di Hezbollah tennero un’imboscata a un’unità israeliana e presero in ostaggio due soldati in un raid oltre confine. Fu la scintilla che fece deflagrare una guerra conclusasi un mese dopo in un sostanziale pareggio. I bombardamenti israeliani lasciarono però un Libano devastato nella sua parte meridionale, rendendolo di fatto un territorio a sé vista la sua esposizione diretta al fuoco nemico.
Nel 2008, in risposta al tentativo di estrometterlo dal governo, Hezbollah invade la parte ovest di Beirut e le montagne dello Shuf prima di ritirarsi in favore dell’esercito. I successivi Accordi di Doha hanno risolto la contesa, portando all’inclusione del Partito di dio nel secondo governo Siniora. Nel 2011 Hezbollah interviene invece a difesa del governo di Bashar al-Assad nel corso della guerra civile siriana.
Qual è il ruolo di Hezbollah in Libano
Fin dal 1982, l’obiettivo di Israele è quello di eliminare Hezbollah, ma il gruppo libanese si è rafforzato ed è diventato una potenza militare e politica cruciale che minaccia Tel Aviv da nord. Gli oppositori interni in Libano hanno tuttavia criticato Hezbollah per aver mantenuto il suo arsenale e per essere arrivato a dominare il governo. La reputazione di Hezbollah ha sofferto anche quando ha preso temporaneamente il controllo di una parte di Beirut nel maggio 2008, dopo che il governo libanese aveva adottato misure contro la sua rete di telecomunicazioni privata.
Per capire quanto è influente Hezbollah, basta dare uno sguardo al suo organigramma interno, che unisce l’ala militare alla divisione politica, l’influenza ideologica all’utilità sociale. Le due gradi anime del partito-milizia sono il Consiglio della Shura e il Consiglio del Jihad. Partiamo da quest’ultimo, che rappresenta l’organo che si occupa delle operazioni di militari e di difesa a ogni livello: gestisce la sicurezza interna, organizza le attività della resistenza, le operazioni all’estero e le azioni di intelligence. Il Consiglio della Shura consiste invece nel centro decisionale supremo, chiamato a indicare la via su questioni religiose, militari e strategiche. Per assolvere a questi compiti, l’organo si suddivide in vari dipartimenti, assimilabili grossomodo ai “nostri” ministeri:
- Consiglio esecutivo, organo che supervisiona le attività quotidiane dell’intera organizzazione
- Consiglio politico, chiamato a organizzare la dimensione politica e gestire le relazioni con gli altri partiti libanesi
- Consiglio giudiziario, deputato alla risoluzione dei conflitti e a garantire il rispetto della legge nelle zone controllate da Hezbollah
- Consiglio parlamentare, che sceglie i candidati per le elezioni e riunisce i parlamentari del Partito di dio.
Qual è il ruolo di Hezbollah nell’Asse della Resistenza sciita
Hezbollah è un attore fondamentale dell’Asse della Resistenza guidata dall’Iran, che comprende anche Hamas e Houthi oltre a milizie sciite siriane e irachene. L’obiettivo comune a tutte queste forze è la liberazione della Palestina dall’occupazione israeliana, compresa la terra che costituisce lo Stato ebraico. A influenzare questa visione del mondo, sin dalla sua fondazione, è stata l’onda sciita alzata dalla Rivoluzione iraniana del 1979 che, sotto la guida dell’ayatollah Khomeini, portò alla nascita della Repubblica Islamica. Fu proprio il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane ad addestrare e finanziare Hezbollah. Un movimento mosso dall’idea di una teocrazia che rifiuta l’influenza delle superpotenze, ieri dell’Unione Sovietica e oggi soltanto degli Stati Uniti e delle sue controllate (Unione europea in primis).
Solo dopo la morte del leader Khomeini nel 1989 e la fine della Guerra Fredda, Hezbollah ha modificato la sua postura affiancando alla milizia paramilitare anche un partito politico, tutt’ora partner di coalizione nell’attuale esecutivo. Un parziale cambio di rotta determinato anche dal fallimento sul campo di battaglia durante la guerra del 2006 contro Israele, sancita dall’adozione della Risoluzione 1701 dell’Onu che dispose il disarmo di Hezbollah, il ritiro delle truppe israeliane dal Libano e il ritorno in forze dell’Unifil nel sud del Paese.
Quanto è potente Hezbollah?
Hezbollah è la forza paramilitare più temibile del mondo arabo, con una solida struttura organizzativa e un arsenale considerevole. Incrociando dati e fonti di intelligence, il Partito di dio dispone di circa 100mila combattenti pronti all’azione. Le capacità militari di Hezbollah sono aumentate nel corso degli anni e hanno svolto un ruolo chiave nella guerra civile siriana, contribuendo a mantenere al potere il presidente Bashar al-Assad. Il gruppo libanese anche contribuito ad addestrare le milizie appoggiate dall’Iran in Siria e Iraq, nonché i ribelli Houthi in Yemen.
Tel Aviv stima che Hezbollah disponga almeno di 150mila razzi e missili, compresi vettori teleguidati e a lungo raggio in grado di colpire ovunque in territorio israeliano. Nel corso del suo ultimo conflitto con lo Stato ebraico, Hezbollah ha gradualmente introdotto nuove armi nel suo arsenale. Dopo l’iniziale e solo utilizzo di razzi anticarro, il gruppo si è poi dotato anche di droni esplosivi e missili terra-aria. Il segretario generale Hassan Nasrallah ha riferito che i droni sono prodotti localmente e che ne hanno migliaia a loro disposizione.
La domanda su quanto è potente Hezbollah è tuttavia tornata d’attualità dopo la notizia del durissimo colpo inferto da Israele, che avrebbe indotto l’esplosione di migliaia di cercapersone e walkie-talkie provocando centinaia di morti e migliaia di feriti in tutto il Libano. Cercapersone e walkie-talkie? Ma come? Un gruppo definito così potente utilizza mezzi così obsoleti? Sì, per un motivo molto semplice: tentare di sfuggire ai radar e all’intelligence di Israele, affidandosi ad apparecchi e segnali non digitali.
Secondo il Wall Street Journal, Hezbollah ha inoltre tenuto in riserva un enorme arsenale di razzi, droni e missili anticarro che può schierare per contrastare l’avanzata israeliana. Tra le sue nuove armi più pericolose ci sarebbe anche un missile anticarro guidato di fabbricazione iraniana chiamato Almas (“Diamante” in persiano) che “conferisce a Hezbollah un grado di precisione molto più elevato” rispetto all’ultima guerra con Israele nel 2006. Gli analisti militari ritengono che l’Almas sia una versione modificata di un missile israeliano chiamato “Spike”. Chi è conoscenza delle mosse del gruppo libanese, “afferma che il gruppo ha accelerato i preparativi di guerra negli ultimi mesi, espandendo anche la sua rete di tunnel nel sud del Libano, riposizionando combattenti e armi e contrabbandando altre armi”. L’Iran ha inoltre aumentato le forniture di armi leggere e granate a razzo, insieme a missili a lungo raggio guidati e non, prosegue il media americano citando funzionari statunitensi e regionali. “Il sud del Paese è come un alveare in questo momento”, ha detto al quotidiano statunitense un ex ufficiale militare di Hezbollah. “Tutto ciò che hanno gli iraniani, lo abbiamo noi”.
Chi è il leader di Hezbollah?
Il segretario generale di Hezbollah è Hassan Nasrallah. Nato nel 1960 da una povera famiglia sciita nel sobborgo di Bourj Hammoud, a Beirut, è stato successivamente sfollato nel sud del Libano. Nasrallah ha poi studiato Teologia presso la scuola di Muhammad Baqir al-Sadr, cugino del padre di Muqtada al-Sadr, leader del movimento sadrista iracheno. Si è quindi unito al movimento Amal, un’organizzazione politica e paramilitare di ispirazione sciita, prima di diventare uno dei fondatori del Partito di dio e raccoglierne la guida nel 1992, dopo che il suo predecessore Abbas al-Musawi fu ucciso in un attacco israeliano.
Idolatrato da molti in patria per aver perseguito al ritiro di Israele dal sud del Paese e aver guidato la guerra del 2006, l’immagine di Nasrallah appare sui cartelloni pubblicitari e sui gadget nei negozi di souvenir in Libano, Siria e in altri Paesi arabi. Diventa il “campione” arabo della lotta antisraeliana. Il leader deve però affrontare anche l’opposizione dei libanesi, che lo accusano di legare il destino del Paese dei cedri all’Iran. La figura di Nasrallah è stata tuttavia fondamentale nell’orientare il partito-milizia dopo la guerra del 2006. Sotto la sua guida, l’organizzazione paramilitare diventa un partito politico e si presenta alle elezioni libanesi del 1992. In coppia con la formazione Amal, Hezbollah diventa l’unica espressione della componente sciita in Libano, ottenendo tutti i seggi spettanti alla comunità. A quel punto il gruppo sigla un’alleanza strategica con l’influente partito cristiano, il Movimento patriottico libero, assicurandosi l’appoggio di un’altra importante porzione della popolazione.
In linea generale Nasrallah è considerato pragmatico, capace di scendere a compromessi politici. Ha vissuto nascosto per anni, temendo di essere assassinato dai servizi israeliani, e tiene i suoi discorsi parlando da luoghi sconosciuti.
La guerra tra Israele e Hezbollah, perché sono nemici
Al di là del fare gli interessi militari dell’Iran, Hezbollah persegue una propria agenda e ha i suoi personali motivi per opporsi a Israele. Quest’ultimo e il Libano sono in stato di guerra da decenni, da quando lo Stato ebraico lanciò la devastante invasione del 1982, inviando carri armati fino alla capitale Beirut, dopo essere stato attaccato a sua volta dai militanti palestinesi nel Paese. Israele ha poi occupato il Libano meridionale per 22 anni, finché non è stato cacciato proprio da Hezbollah nel 2000. Per questo motivo, in Libano il “Partito di dio” è ufficialmente considerato un gruppo di “resistenza” incaricato di affrontare Israele, che Beirut classifica come uno Stato nemico. Ovviamente, dall’altro lato, gran parte del mondo occidentale ha designato Hezbollah come un’organizzazione terroristica.
Da allora le due parti si sono scontrate sporadicamente, fino alla grande escalation del 2006, quando Israele è intervenuto in forze nel sud del Libano dopo che Hezbollah aveva rapito due soldati israeliani. In quel conflitto furono uccisi più di mille libanesi, perlopiù civili, così come 49 civili israeliani e 121 soldati. Due anni dopo, Hezbollah restituì i resti dei militari rapiti in cambio del rilascio dei prigionieri libanesi e palestinesi nelle carceri israeliane, nonché dei corpi dei militanti detenuti da Israele. Un copione già visto, sì. Le ostilità tra Israele e Hezbollah sono cresciute nuovamente dopo il fatidico 7 ottobre. Ciò ha spinto Tel Aviv a entrare in guerra contro Hamas a Gaza con la ferocia che ben conosciamo, radendo al suolo gran parte degli insediamenti nella Striscia e uccidendo oltre 36mila civili palestinesi. Hezbollah ha quindi potuto aggiungere come giustificazione della sua “guerra giusta” anche la causa palestinese.
La capacità militare del gruppo libanese è cresciuta dal 2006, quando faceva affidamento in gran parte sugli imprecisi razzi Katyusha di produzione sovietica. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, sostiene che il suo gruppo vanta più di 100mila combattenti e riservisti. Si ritiene inoltre che l’arsenale includa oltre 150mila razzi, che potrebbero sopraffare le difese di Israele nel caso scoppiasse una guerra totale. Hezbollah rappresenta dunque di fatto la più grande minaccia militare per lo Stato ebraico. Come ha dimostrato appunto nel 2006, quando resistette all’assalto a tutto campo di Tel Aviv. Da allora il gruppo libanese non ha fatto altro che rafforzarsi, accumulando armi sempre più sofisticate ed esperienza e combattendo al fianco del governo siriano. E incrementando anche il suo risentimento verso Israele e la sua “dottrina Dahiya” di guerra asimmetrica – dal nome di un quartiere di Beirut controllato da Hezbollah – che prevede di prendere di mira le infrastrutture civili.