Corruzione e appalti a Pozzuoli: arrestati l’ex sindaco Figliolia e l’ex dirigente Pd Oddati

L'ex primo cittadino e l'ex componente della direzione nazionale del Pd sono finiti in manette nell'inchiesta sugli appalti del Rione Terra nel comune del Napoletano

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Ci sono anche l’ex sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia e l’ex esponente della direzione nazionale del Pd Nicola Oddati tra le quattro persone arrestate nell’inchiesta sulla corruzione e gli appalti truccati nel comune del Napoletano. L’ex primo cittadino e l’attuale dirigente della Regione Campania rientrano tra i politici, amministratori locali e imprenditori, indagati a vario titolo di reati di concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, traffico di influenze illecite e turbata libertà degli incanti.

Le misure cautelari

Sono in totale undici le misure cautelari emesse su richiesta della Procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, ed eseguite nella giornata di lunedì 15 gennaio dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza e la squadra mobile di Napoli.

Oltre che per Figliolia, già coinvolto in un’altra indagine analoga, e Oddati, il gip ha disposto il carcere anche per Giorgio Palmucci (ex presidente di Enit e componente della commissione valutatrice delle offerte per l’aggiudicazione della concessione relativa alla riqualificazione del Rione Terra a Pozzuoli) e per l’imprenditore Salvatore Musella.

Nell’ordinanza, il giudice Antonio Baldassare parla di “uno spaccato di disinvolto malaffare radicato intorno al comune di Pozzuoli e in altri luoghi per assicurare corsie preferenziali nell’aggiudicazione di appalti pubblici”.

I militari della Gdf e gli agenti della polizia napoletana hanno notificato, inoltre, gli arresti domiciliari a Salvatore Della Corte, collaboratore e nipote di Musella e a un suo collaboratore Gianluca Flaminio. Cinque invece gli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria per il dipendente comunale e collaboratore dell’ex sindaco Figliolia, Angelo Tortora, per l’ex direttore esecutivo dell’Enit, Giovanni Bastianelli, per il professionista Antonio Carrabba, collaboratore di Musella, per Sebastiano Romeo, ex consigliere regionale in Calabria, candidato a segretario provinciale del Pd a Reggio Calabria e infine per un altro esponente dem, Luciano Santoro, ex segretario e consigliere provinciale a Taranto, ex assessore comunale a Grottaglie.

L’indagine

Al centro dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e i sostituti procuratori Immacolata Sica e Stefano Capuano, presunte turbative nella gara per la concessione del Rione Terra di Pozzuoli, l’ipotesi di corruzione per l’aggiudicazione di un’altra pubblica concessione e presunte intermediazioni illecite sia per l’affare della conversione in struttura alberghiera del Rione Terra e anche per altri appalti pubblici (qui abbiamo spiegato cosa cambia con la digitalizzazione degli appalti nel codice dei contratti pubblici).

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Musella avrebbe versato periodicamente a Oddati somme di denaro per aggiudicarsi l’appalto sulla costruzione e la gestione di un importante complesso turistico ricettivo sull’Antica Rocca di Pozzuoli. L’allora dirigente nazionale del Pd, avrebbe avuto nella sua disponibilità personale anche tre vetture, oltre a ricevere abiti su misura, soggiorni in hotel, anche per la sua compagna, e ristrutturazioni edili, in cambio dell’intercessione con il sindaco protempore di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia.

Musella avrebbe così conosciuto in anticipo i requisiti di partecipazione alla gara e, grazie al contatto diretto tra Oddati e l’ex primo cittadino, sarebbe stata anche predisposta l’individuazione dei partner dell’imprenditore puteolano oltre la designazione dei componenti della commissione di valutazione delle proposte.