In questo 2021 sta continuando la crescita record dell’e-commerce in Italia. Tuttavia, le aziende che vendono online nel nostro Paese sono ancora troppo poche.
Boom delle vendite online: chi sono i consumatori e cosa comprano
Nei primi 6 mesi del 2021, 5 italiani su 6 hanno fatto acquisti sul web almeno 1 volta al mese: il 5% in più rispetto al 2020, anno già boom grazie alla pandemia. La fotografia del digitale italiano è assolutamente nitida: il mercato online è trainato dai compratori abituali, di cui una fetta piuttosto rilevante è di acquirenti cosiddetti “intensivi”, cioè che fanno acquisti online almeno una volta a settimana.
Tra i settori trainanti dell’e-commerce italiano c’è l’elettronica. Seguono moda, arredamento, sport, salute e bellezza, solo per citare i più cercati: sul web gli italiani comprano di tutto, dagli smartphone alle tv ai computer, dalle scarpe alle creme al cibo.
Imprese italiane poco digitali: i numeri
Eppure, questi dati, in netta crescita lato consumatori, si scontrano con un atteggiamento ancora piuttosto “freddo” da parte delle imprese, che faticano a posizionarsi sul mercato digitale, spesso solo per scarsa conoscenza delle enormi opportunità che avrebbero.
In Italia, solo il 10% delle imprese vende anche online, contro il 15% in Francia, il 17% in Germania e addirittura il 19% in Spagna, e a fronte di una media europea pari al 18%.
Le PMI italiane hanno senza dubbio faticato in questi due anni di pandemia: alcune sono state piegate dai ripetuti lockdown e dalla crisi, altre sono state letteralmente spazzate via. Quelle che hanno tenuto, però, sono state soprattutto quelle che hanno saputo investire sulla propria digitalizzazione, interna ed esterna.
Il mercato digitale però cresce: cosa aspettarsi per il futuro
Per questo il mercato del digitale in Italia, nonostante tutto, è cresciuto. E la spinta è arrivata, un po’ a sorpresa, proprio dalle piccole medie imprese. Come ha spiegato Roberto Giacchi, amministratore delegato di Italiaonline, intervenuto a SkyTG24 Business, “è indubbiamente in atto uno sforzo nel Paese per cercare di ridurre il gap e cogliere le opportunità non solo in Italia, ma anche all’estero, che il digitale può consentire”.
Il mercato italiano delle piccole e medie imprese – quelle sotto i 250 dipendenti – vale oggi circa 2,2 miliardi di euro. Questo equivale a dire che su 6 milioni di PMI, solo 1 milione e 100mila oggi hanno una presenza digitale.
Un numero destinato a crescere addirittura a 2 cifre percentuali ogni anno, precisa Giacchi. “Perché i gap da colmare sono tanti, non solo in relazione all’e-commerce, che già rappresenta una punta di avanguardia. Molte imprese non vengono nemmeno trovate attraverso i motori di ricerca o i social network, quindi ci sono ancora anche dei primi passi che devono essere compiuti”.
Cosa devono fare le PMI per aumentare il loro business
Ciò che appare chiaro è che quella cui siamo di fronte non è una sfida tecnologica: il digitale in fondo è qualcosa di semplice. “La sfida principale per le imprese è quella di adottare il digitale in azienda, e dunque organizzarsi per gestirlo e avere le competenze per gestirlo” continua all’ad di Italiaonline.
“Noi come leader del settore web ci troviamo ad affrontare questa difficoltà quasi sempre con i nostri clienti, che decidono di intraprendere un percorso digitale e poi sono costretti, per poterlo sostenere, a riorganizzarsi e ad acquisire le competenze necessarie proprio per poter sfruttare a pieno tutte le potenzialità che questo mercato offre”.
Quindi la sfida è innanzitutto organizzativa, prima che tecnologica. Perché dunque le PMI dovrebbero approdare nel digitale? Perché il digitale “fa guadagnare” assicura Giacchi. Ma attenzione: “Il business online va abbracciato con pazienza, perché non è detto che possa essere di successo subito, magari sono necessari vari tentativi, ma è una strada da percorrere senza dubbi e senza incertezze”.