Mentre si discute di una possibile riforma delle pensioni che impedisca il ritorno alla legge Fornero, le regole per la pensione minima e il versamento dei contributi volontari rimangono sempre le stesse, anche se c’è chi rischia di dover aspettare fino a 71 anni per ricevere l’assegno INPS.
Indice
Pensione minima con i contributi volontari: come funziona
La pensione di vecchiaia è una prestazione economica erogata, a domanda, a favore dei lavoratori in possesso dei requisiti e in presenza delle condizioni previste dalla legge. Per ricevere l’importo minimo bastano 20 anni di contributi, che in parte possono essere versati anche in forma volontaria, infatti in questi casi è da considerare tutta la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’iscritto (da lavoro, riscatto, volontaria e figurativa).
I lavoratori e le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e iscritti alla Gestione esclusiva dei pubblici dipendenti, che possono vantare contribuzione al 31 dicembre 1995 e che, quindi, rientrano nel regime retributivo con liquidazione della pensione con il sistema misto, possono accedere alla pensione di vecchiaia, per il biennio 2019-2020 e 2021-2022, in presenza del requisito anagrafico di 67 anni.
Può concorrere, per la determinazione del requisito contributivo, anche la contribuzione accreditata nelle gestioni diverse da quella esclusiva in cui risulti iscritto il pubblico dipendente, quale la contribuzione versata:
- nell’Assicurazione Generale Obbligatoria;
- nella Gestione sostituiva;
- nella Gestione Separata di cui all’articolo 2, comma 26, legge 335/1995, nonché la contribuzione versata nelle Casse dei liberi professionisti.
Come funziona il versamento dei contributi volontari per avere diritto alla pensione di vecchiaia
Il lavoratore che ha cessato o interrotto l’attività lavorativa può accedere al versamento volontario dei contributi per perfezionare i requisiti di assicurazione e di contribuzione al fine di raggiungere il diritto alla pensione e incrementare l’importo del trattamento pensionistico, se sono già stati perfezionati i requisiti contributivi richiesti.
I contributi volontari sono utili per il perfezionamento del diritto e per la determinazione di tutte le pensioni dirette (vecchiaia, anzianità, assegno ordinario di invalidità e inabilità) e indirette (superstiti e reversibilità).
Possono accedere ai versamenti dei contributi volontari i lavoratori che abbiano cessato o interrotto l’attività lavorativa e possono essere ammessi anche i lavoratori iscritti alla Gestione Separata.
I contributi volontari sono utili per coprire i periodi durante i quali il lavoratore:
- non svolge alcun tipo di attività lavorativa dipendente o autonoma (compresa quella parasubordinata);
- ha chiesto brevi periodi di aspettativa non retribuita per motivi familiari o di studio;
- ha un contratto part-time orizzontale o verticale.
Chi può richiedere il versamento dei contributi volontari
Possono chiedere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari:
- i lavoratori dipendenti e autonomi purché non iscritti all’INPS o ad altre forme di previdenza;
- i lavoratori parasubordinati purché non iscritti alla Gestione Separata o ad altre forme di previdenza obbligatoria;
- i liberi professionisti purché non iscritti all’apposita Cassa di previdenza o ad altre forme di previdenza obbligatoria;
- i lavoratori dei fondi speciali di previdenza (telefonici, elettrici, personale di volo, ecc.) purché non iscritti ai rispettivi Fondi o ad altra forma di previdenza obbligatoria;
- i titolari di assegno ordinario di invalidità o di pensione indiretta (ai superstiti o reversibilità).
Il rilascio dell’autorizzazione ai versamenti volontari è subordinato alla cessazione o all’interruzione del rapporto di lavoro che ha dato origine all’obbligo assicurativo; - i lavoratori e i pensionati iscritti a forme di previdenza diverse da quelle dell’INPS, autorizzati prima del 1° luglio 1972
- i coltivatori diretti, mezzadri e coloni autorizzati nell’Assicurazione Generale Obbligatoria precedente al 19 febbraio 1983;
- gli artigiani e i commercianti autorizzati nell’Assicurazione Generale Obbligatoria con decorrenza anteriore al 1° marzo 1983;
- i liberi professionisti autorizzati nell’Assicurazione Generale Obbligatoria con decorrenza anteriore al 19 febbraio 1983.
L’autorizzazione concessa non decade mai e i versamenti volontari, anche se interrotti, possono essere ripresi in qualsiasi momento senza dover presentare una nuova domanda.
Come presentare richiesta all’INPS per il versamento dei contributi volontari ai fini pensionistici
Per ottenere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari il lavoratore deve dimostrare di essere in possesso di almeno cinque anni di contributi (260 contributi settimanali ovvero 60 contributi mensili) indipendentemente dalla collocazione temporale dei contributi versati o di almeno tre anni di contribuzione nei cinque anni che precedono la data di presentazione della domanda. I requisiti temporali per ottenere l’autorizzazione devono essere perfezionati con la contribuzione effettiva (obbligatoria) confluita sul conto assicurativo mediante trasferimento, ricongiunzione e riscatto e alcuni tipi di contribuzione figurativa (CIG, TBC, aspettativa per motivi politici o sindacali). Va detto a tal proposito che:
- per i lavoratori dipendenti l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria è concessa dal primo sabato successivo alla presentazione della domanda;
- per i lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) l’autorizzazione è concessa dal primo giorno del mese di presentazione della domanda;
- per i lavoratori iscritti al Fondo speciale dei dipendenti di Ferrovie dello Stato o Fondo IPOST dal giorno di presentazione della domanda.
È possibile effettuare i versamenti volontari per i periodi nel semestre antecedente la data di presentazione della domanda, solo se non sono già coperti da altra contribuzione.
La domanda per l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari deve essere presentata online all’INPS attraverso il servizio dedicato. In alternativa, si può fare la domanda tramite: Contact center Inps al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile; enti di patronato e intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
Pensione minima tramite contribuzione volontaria: chi rischia di dover aspettare fino a 71 anni
Le regole per la pensione minima (anche tramite contributi volontari) cambiano però per i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi ai fondi pensione dal 1° gennaio 1996. Nello specifico, i lavoratori per i quali il primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996 conseguono il diritto alla pensione di vecchiaia, per il biennio 2019-2020 e 2021-2022, in presenza del requisito anagrafico di 67 anni e di una anzianità contributiva minima di 20 anni, a condizione che l’importo della pensione risulti superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale (cd. “importo soglia” annualmente rivalutato).
Tuttavia, possibile conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia in presenza di un requisito anagrafico, per il biennio 2019-2020 e 2021-2022, con almeno cinque anni di contribuzione effettiva (cioè obbligatoria, volontaria e da riscatto con esclusione di quella accreditata figurativamente a qualsiasi titolo) a prescindere dall’importo della pensione (in questo caso non è richiesto l’ulteriore requisito dell’importo soglia), ma solo al raggiungimento di 71 anni di età. Il requisito anagrafico, quindi, cambia.
Va detto in conclusione che, in qualsiasi caso, per conseguire la pensione di vecchiaia è necessaria la cessazione del rapporto di lavoro dipendente.