Taglio vitalizi, scure dell’85% sugli assegni. Quanto perderanno gli ex parlamentari

Nei nuovi assegni previste decurtazioni fino all'85%. Ma resta il dubbio di costituzionalità

La scure del taglio dei vitalizi sta per abbattersi sugli ex parlamentari: giovedì l’ufficio di presidenza di Montecitorio approverà la delibera taglia-vitalizi voluta dai 5 stelle, che garantirà comunque una sorta di soglia di “sopravvivenza” che per i casi minimi ammonterà a 1.470 euro lordi mensili.

Sono circa 1200 gli ex parlamentari coinvolti, stipati in una lista i cui nomi e importi sono stati pubblicati dal quotidiano La Repubblica.

Tanti i personaggi noti delle passate legislature. Tra i più penalizzati Antonio Matarrese, per cinque legislature a Montecitorio fino al 1994 con la Dc, che perde il 60 per cento: da 7.709 euro (sempre lordi) a 3.045. Stessa percentuale per un altro big della Prima Repubblica, l’ex ministro socialista Claudio Martelli, in auge per quattro legislature. Per lui l’assegno vitalizio viene più che dimezzato, passando da 8.455 euro a 3.398 lordi.

Danilo Poggiolini, re Mida della sanità partenopea (tre legislature), scende da 6.590 a 3.781 euro. Alfonso Pecoraro Scanio, da 9.387 a 5.554 lordi. L’ex governatore calabrese Agazio Loiero, alla Camera per quattro legislature, vedrà scendere l’assegno da 8.455 a 5.293 euro. Per Romano Prodi, ex premier e presidente di Commissione Ue, a Montecitorio solo per due legislature negli anni dei suoi governi, una sforbiciata da 864 euro rispetto ai 4.725 euro mensili. Nichi Vendola da 8mila a poco meno di 5 mila, Walter Veltroni da poco più di 9 mila a 6 mila. Calogero Mannino da 10 mila euro a 6.695.

La decurtazione maggiore riguarderà coloro che hanno trascorso in Parlamento il tempo di una sola legislatura: è il caso di Gino Paoli, alla Camera solo dall’87 al ’92, dal ’94 beneficiario di un vitalizio da 3.108 euro lordi che saranno ridotti a 1.088. Stessa legislatura e stesso taglio anche per la ex onorevole e pornostar Elena Anna Staller (detta Ilona), meglio nota come Cicciolina.

Poiché il ricalcolo finisce col premiare i deputati di lungo corso, 67 ex parlamentari vedrebbero addirittura lievitare l’assegno. Ma non sarà così: la clausola di salvaguardia prevede un tetto massimo, che è quello dell’ultima “pensione” percepita. Nella lista, anche qui, tanti nomi noti: Gianfranco Fini a 10.631, Arturo Parisi che resterà sui suoi 8mila (sempre lordi), Massimo D’ Alema 9.636 euro lordi, tra gli altri. Dal pd Ettore Rosato alla forzista Mara Carfagna sono decine gli autori di emendamenti che propongono un ricalcolo più ponderato e un tetto massimo.

Attenzione però al possibile pronunciamento di incostituzionalità della Consulta.

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