Nella Manovra 2025 il governo di Giorgia Meloni non ha previsto uno slancio in avanti per il valore degli assegni delle pensioni, con le rivalutazioni che saranno molto limitate, anche a causa della bassa inflazione. Per le minime i dati parlano di una crescita di soli 1,8 euro, ben inferiore ai 3 euro che erano trapelati nel corso delle scorse settimane e, anche in quel caso, criticati. C’è poi un’altra categoria che verrà particolarmente penalizzata, vedendosi di fatto esclusa dalla rivalutazione dell’assegno nel 2025, ovvero i pensionati all’estero.
Rivalutazione bloccata per i pensionati all’estero
La mancata rivalutazione delle pensioni per i cittadini italiani che risiedono all’estero è scritta, nero su bianco, all’articolo 27 del testo della Manovra 2025 attualmente in Parlamento per essere approvata.
Entrando più nello specifico, viene detto che “in via eccezionale, per l’anno 2025”, la rivalutazione automatica degli assegni “non è riconosciuta ai pensionati residenti all’estero”, specie a coloro che ricevono “trattamenti pensionistici complessivamente superiori al trattamento minimo Inps“. L’unica eccezione, in questo caso, è dunque per chi complessivamente riceve meno del trattamento minimo Inps.
Quanti sono i pensionati all’estero
Per comprendere quanti pensionati non riceveranno la rivalutazione dell’assegno nel 2025 è necessario guardare ai numeri.
Stime del governo dicono che, a fine 2023, la pensione all’estero era ricevuta da 353.514 persone. In maggior parte si tratta di pensionati con assegno minimo in quanto, gli stessi soggetti, ricevono un’altra pensione dallo Stato estero in cui risiedono e dove magari hanno lavorato.
A coloro che ricevono l’assegno minimo si affiancano poi 60.746 pensionati all’estero che ricevono importi superiori e che, come detto, perderanno la possibilità di vedersi rivalutata la pensione nel 2025.
Pensioni minime, gli aumenti 2025
Nel mese di gennaio 2025 le pensioni minime subiranno un aumento di soli 1,8 euro, crescita reale dello 0,3%. Sono questi i dati, poco incoraggianti va detto, che emergono dal decreto del ministro dell’Economia di concerto con quello del Lavoro e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 27 novembre 2024. Si va, come evidente, verso una crescita molto ridotta rispetto anche ai 3 euro che erano stati annunciati nel corso delle scorse settimane e che pure avevano fatto discutere e storcere il naso ai pensionati italiani.
Con l’aumento previsto delle pensioni minime di 1,8 euro nel 2025 e aggiungendo al totale la prevista maggiorazione extra del 2,2% dell’importo effettivo della minima attuale, i pensionati arriveranno a percepire un totale di 616,67 euro.
Entrando più nello specifico, il trattamento minimo passerà da 598,61 euro lordi mensili a 603,40 euro che, con la suddetta maggiorazione del 2,2%, porterà il valore complessivo a 616,67 euro. Considerando che l’importo attuale delle pensioni minime in Italia è di 614,77 euro, se ne deriva che la crescita 2025 sarà di poco più di 1,8 euro. Su quanto detto va precisato che si è ancora in attesa della conferma del valore del trattamento minimo nel 2025 (603,40 euro) da parte dell’Inps.
Il ruolo dell’inflazione sulle pensioni 2025
Così come ormai noto, nel 2025 l’aumento delle pensioni sarà minimo. A incidere su questo fattore è l’inflazione che, nel corso degli ultimi anni, ha viaggiato a livelli molti che hanno permesso agli assegni pensionistici una rivalutazione automatica. Nel 2025, invece, l’inflazione da recuperare sarà solamente dello 0,8%, con gli incrementi degli assegni che, per forza di cose, saranno più contenuti.