E’ iniziato presso il Ministero del Lavoro il terzo tavolo tecnico tra Governo e parti sociali per la riforma del sistema delle pensioni, dopo la lunga pausa imposta dall’agenda politica impegnata sul fronte dell’elezione del Presidente della Repubblica.
Dopo aver affrontato i temi relativi a donne, pensione di garanzia per i giovani e previdenza complementare, oggi le parti discutono di come rivedere in chiave più flessibile la Legge Fornero quando alla fine di quest’anno si sarà esaurita Quota 102, la soluzione ponte adottata dal Governo per prendere tempo. Intenzione dell’esecutivo restare nel solco del metodo contributivo, ipotesi che però non soddisfa i Sindacati nè la Lega, in pressing per lasciare la soglia minima di pensionamento a 62-63 anni per tutti. Resta però lo scoglio dei costi: la soglia anagrafica minima, fissata a 64 anni da Quota 102, non potrà scendere più di tanto e gli assegni anticipati non potranno essere certo pesanti.
Giovani, torna l’ipotesi pensione di garanzia
Focus, nel dettaglio, sugli interventi rivolti ai giovani: cattive notizie arrivano dal report Ocse, secondo cui tra qualche anno, in Italia, le nuove generazioni potrebbero accedere alla pensione non prima di aver compiuto 70 anni e con assegni esigui, anche al di sotto della soglia di povertà, a causa delle carriere lavorative discontinue e dei periodi di precariato. Proprio in quest’ottica, uno dei punti centrali riforma sarà l’intervento per i giovani. Tra le proposte più accreditate c’è quella di una pensione di garanzia, un bonus contributivo virtuale per irrobustire le pensioni future dei giovani con carriere discontinue.
Due le ipotesi in campo:
- un bonus contributivo virtuale, che potrebbe scattare garantendo per ogni anno di lavoro 1,5-1,6 anni di versamenti con il concorso diretto dello Stato.
- assicurare la contribuzione figurativa sotto forma di bonus una tantum.
Bonus maternità
Sul tavolo c’è anche l’idea di estendere il bonus contributivo virtuale ai periodi di maternità e a quelli di assenza forzata dal lavoro per le donne. E sempre per garantire una copertura pensionistica adeguata alle madri, si sta discutendo della possibilità di prevedere un ulteriore bonus, o “sconto”, di dodici mesi di versamenti per ogni figlio.