Le prime buste arancioni spedite ai contribuenti italiani hanno avuto l’effetto temuto: un colpo al cuore. Almeno nel caso del professionista toscano Lapo Cantini, che ha creato un vero e proprio caso twittando e postando su Facebook la busta arancione appena recapitatagli dall’INPS. “Per prima cosa l’occhio cade sulla data della pensione, e dopo si guarda l’importo. Ci vado nel 2039… c’ho tempo sì per prepararmi!” – ha detto ai microfini dell’Ansa.
Ammette che l’assegno promesso dall’Inps tra 23 anni non gli dispiace: ”Mi soddisfa; solo chi ci assicura che tra 20 anni le cose stanno ancora così? Intendo dire, il posto di lavoro, i contributi versati regolari.. speriamo bene” dice Cantini, addetto alle relazioni esterne della Confesercenti di Firenze. “Mi auguro che si proceda bene, certo qui ogni giorno cambia tutto. Gli esperti del patronato mi dicono che l’Inps disegna uno scenario un po’ troppo ottimistico, a bocce ferme insomma. Mentre nessuno ci assicura che le cose continueranno così, io ho moglie e due figli, sa per noi over 40 il problema è mantenere il posto di lavoro”. Per il resto, “la busta arancione è chiara, si leggono bene tutti i contributi. Dopo l’università sono stato assunto con un contratto a progetto, i versamenti ci sono tutti mi pare. Non ho ancora avuto tempo di controllare i dettagli ma la busta si legge anche se non si è esperti, insomma mi sembra fatta bene”.
Nonostante il colpo al cuore e le proeccupazioni per uno scenario tendenzialmente ottimistico, Cantini promuove il lavoro di Tito Boeri e dell’Inps. “Boeri che è stato tanto criticato, invece ha fatto bene – spiega – non è un’idea balzana questa della busta arancione. E’ un fatto di trasparenza e poi l’Inps così si avvicina alle persone. Appare sempre come un’istituzione lontana, surreale, che intimorisce… Secondo me, è una buona idea. Così uno ha chiara la situazione e si comincia a preparare. E io ne ho di tempo”.