Il governo di Giorgia Meloni è impegnato nello studio di svariate misure possibili da inserire nella prossima Delega fiscale. Il Sole 24 Ore fornisce delle anticipazioni sulla bozza che, allo stato attuale, potrebbe comprendere una detassazione della tredicesima anche per i pensionati. Vediamo in ordine qual è il possibile risultato finale in tutti i suoi dettagli.
Delega fiscale: le possibili misure
Come detto, è una fase di discussioni e ragionamenti di vario genere all’interno dell’esecutivo di Giorgia Meloni. Si cerca la via migliore per agevolare i contribuenti dipendenti e pensionati e, al tempo stesso, far quadrare i conti per la prossima Delega fiscale, ad oggi non più di una bozza.
Si pensa dunque alla detassazione delle tredicesime anche per i pensionati, ma non solo. Non è da escludere, infatti, un’aliquota agevolata al 10% per gli incrementi contrattuali dei dipendenti. In questo caso, però, verrebbe posto un tetto massimo pari a 500 euro per 12 mesi.
Si torna a parlare di smart working e così potrebbe trovare spazio una deduzione per le spese per il lavoro da remoto, così come per formazione e spostamenti da casa al luogo di impiego. Ci si attende, inoltre, la messa a regime del prelievo leggero sui premi di produttività.
Le tredicesime: cosa cambia
Uno dei temi più caldi di questa discussione riguarda il taglio dell’Irpef per le tredicesime. Ad oggi il ragionamento verte sull’ipotesi di un’aliquota posta al 15%. Una differenza notevole, considerando come attualmente, a seconda del reddito, è al 23%, oppure a salire al 25, 35 o 43%. Un cambio di rotta netto, dunque, che potrebbe non lasciare isolati i pensionati, potenzialmente coinvolti in questo cambiamento fiscale.
A questo punto è importante parlare di tempistiche in maniera concreta e consapevole. In merito si è espresso il viceministro del Mef Maurizio Leo. A Sky Tg24 aveva chiarito come individuare le risorse necessarie per un intervento di questo genere nell’arco del 2023 sarebbe stato a dir poco difficoltoso. Non ha del tutto escluso l’ipotesi ma, realisticamente parlando, ecco il suo pensiero: “Rimetto tutto alla Nadef. Ecco il dato dal quale occorre partire per capire se sia possibile un intervento del genere nel 2023. La Delega lo rende applicabile nel 2024”. Ancora una volta, ovviamente, il progetto politico deve fare i conti con la ricerca di fondi per la Legge di bilancio. La detassazione anticipata della tredicesima potrebbe dunque essere posta in pausa per alcuni mesi.
Norme da rinnovare
Gli interventi che il governo intende attuare sono però svariati, a partire dal rinnovo della norma del cuneo fiscale, che per Leo dovrebbe essere attuato già dall’1 gennaio 2024: “In presenza delle necessarie condizioni, potremo costruire un meccanismo a tre aliquote. L’aliquota al 23% abbraccerebbe le prime due, con una tassazione al 23% fino a redditi da 28mila euro. Oggi invece ci si ferma a 15mila euro”.
Allo stato attuale, in attesa di comprendere esattamente il fronte risorse economiche che tipo di risposte darà, dal nuovo anno entreranno in vigore di certo quelle misure che non prevedono alcuna copertura finanziaria, e quindi non riguardano il calcolo della tredicesima. Da sottolineare ce ne sono due: il concordato preventivo biennale rivolto a piccole e medie imprese e l’allargamento del meccanismo di compliance, rivolto alle imprese medio grandi, a patto che rientrino nel novero di quelle con fatturati fino a 100 milioni di euro.