Pensioni in aumento a dicembre, bonus tredicesima e rivalutazione

Dicembre è il mese in cui gli assegni pensionistici sono più alti, non solo grazie alla tredicesima ma anche grazie alla rivalutazione annuale e all'assenza di conguagli

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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La pensione di dicembre è, ogni anno, la più alta in assoluto, per la presenza di numerosi aumenti, dalla tredicesima alla rivalutazione, fino al bonus quattordicesima. Aiuta anche l’assenza di trattenute e conguagli, che comporta che l’assegno dell’ultimo mese dell’anno può soltanto aumentare.

Il cedolino sarà disponibile dal 21 novembre sul portale dell’Inps. L’accredito delle pensioni, inclusi tutti i bonus e i trattamenti aggiuntivi, arriverà invece al primo giorno bancabile del mese, vale a dire il 1° dicembre.

Tredicesima e quattordicesima nelle pensioni di dicembre

La prima ragione per cui la pensione di dicembre è la più alta dell’anno è la tredicesima. Esattamente come accade per molti contratti dei lavoratori dipendenti, anche lo Stato trattiene ogni mese una parte della pensione di ogni cittadino italiano che la riceve, per poi ridarla indietro, senza interessi, a dicembre.

Per questa ragione si dice comunemente che la tredicesima viene “maturata”. Di conseguenza, un pensionato che ha iniziato a ricevere il proprio assegno durante il 2025 riceverà una tredicesima più bassa. I mesi a disposizione per la trattenuta sono di meno di quelli di chi ha ricevuto l’assegno per tutto l’anno. La tredicesima è tassata dall’Irpef ma è esente dalle addizionali regionali e comunali.

Per i pensionati che hanno almeno 64 anni e un reddito inferiore a 15.688 euro spetta anche la quattordicesima. In questo caso l’importo varia però a seconda degli anni di contribuzione, tra 437 euro e 655 euro. Anche per il 2025, infine, è confermato il bonus da 154,94 euro per i trattamenti minimi.

La rivalutazione del 2025

La tredicesima sarà soggetta, come tutti i trattamenti pensionistici, alla rivalutazione annuale Inps. Si tratta di un aumento automatico delle pensioni per adattarle al costo della vita. Si basa su un indice calcolato in base all’inflazione dell’anno precedente. Nel caso del 2025, l’Inps ha valutato un rialzo dello 0,8%.

Non tutti però otterranno la rivalutazione per intero. Chi riceve trattamenti molto alti vede calare questa somma. I parametri sono:

  • 100% della rivalutazione se si riceve fino a quattro volte il trattamento minimo;
  • 90% della rivalutazione se si riceve tra quattro e cinque volte il trattamento minimo;
  • 75% della rivalutazione se si riceve più di cinque volte il trattamento minimo.

Questo significa che una pensione da 1.000 euro otterrà circa 8 euro al mese in più, una da 2.000 euro 16 e una da più di 3.000 tra i 20 e i 25. Per i trattamenti minimi è inoltre previsto un ulteriore incremento aggiuntivo del 2,2%.

Le prossime rivalutazioni e i conguagli di dicembre

Come detto, questa rivalutazione cambia ogni anno in base all’inflazione. Nel 2026 si baserà sui dati del 2025, che non sono ancora stati ufficializzati. A seconda delle stime, però, il tasso di rivalutazione dovrebbe essere più alto rispetto a quello di quest’anno e attestarsi tra l’1,4% e il 2%.

A dicembre, infine, non sono previsti conguagli di perequazione. Con l’indice provvisorio applicato in maniera definitiva, la pensione non può che crescere.