Pensioni e Contributi versati: 1 Milione di buste arancioni entro fine 2018

In arrivo il documento dell'Inps con la simulazione della pensione dei dipendenti privati

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 10 Dicembre 2018 16:16Aggiornato: 20 Marzo 2024 15:20

Novità in vista per pensioni e contributi versati. Entro la fine dell’anno, infatti, l’Inps invierà la cosiddetta “busta arancione” a circa un milione di contribuenti italiani. Si tratta di un documento predisposto dall’Istituto di Previdenza che consentirà ai lavoratori di stimare con notevole anticipo l’importo dell’assegno pensionistico che riceveranno in futuro. Il termine deriva dall’omologo documento svedese, già in uso da circa 10 anni e caratterizzato da un involucro di colore arancione. Ecco i dettagli.

Contributi versati e pensioni: ecco cos’è la busta arancione

La cosiddetta “busta arancione” è il documento che circa 1 milione di lavoratori del settore privato vedranno recapitarsi entro la fine del 2018. Si tratta, in sostanza, di una simulazione della pensione futura, calcolata dall’Inps a partire dall’estratto conto contributivo, dalla somma dei contribuiti versati, dalla retribuzione attesa e da quella presunta nell’anno in cui il lavoratore avrà maturato i requisiti per cessare l’attività lavorativa e chiedere la pensione.

Chi riceverà la busta arancione, dunque, potrà farsi un’idea abbastanza precisa di quello che sarà il proprio trattamento pensionistico futuro. E sarà utile anche per il datore di lavoro poiché potrà essere utilizzata per verificare e correggere eventuali difformità o incongruenze.

Come viene calcolata la busta arancione:

I parametri che l’Inps utilizza per compilare la busta arancione sono essenzialmente tre, tutti variabili e quindi suscettibili a variazioni:

  • Età del lavoratore (anagrafica)
  • Storia lavorativa (riassume il percorso lavorativo della persona)
  • Retribuzione (compenso proporzionato alla qualità/quantità lavoro)

Come sappiamo, l’età anagrafica e la storia contributiva utili al fine del riconoscimento della pensione, sono fattori estremamente mutevoli. Molto spesso, infatti, il sistema pensionistico recepisce modifiche dalle nuove disposizioni legislative emesse in materia di Previdenza. Ad esempio, la cronaca degli ultimi anni ci ha insegnato che una nuova riforma delle pensioni può allungare i termini anagrafici con cui è possibile richiedere la pensione.

Anche la retribuzione, però, può essere soggetta ad alti e bassi o rimanere costante e questo dipende da una serie di fattori altrettanto mutevoli. Parliamo, ad esempio, degli aumenti salariali collettivi o individuali o della carriera del lavoratore.
In ogni caso, quello che si leggerà nella busta arancione non dovrà essere considerato un dato assoluto. Si tratterà, infatti, di una proiezione ipotetica basata sulle attuali condizioni di ogni singolo lavoratore.

Pensione e contributi: non solo nella busta arancione

Il servizio attivato dall’Inps con le buste arancioni rientra nel progetto “La mia pensione futura” e nasce dall’esigenza di allinearsi ai principi di trasparenza condivisi dalla maggioranza dei paesi europei. La percezione dell’utilità di questo strumento è talmente aumentata negli ultimi anni che circa 5,4 milioni di lavoratori hanno utilizzato il servizio attraverso i canali online messi a disposizione dall’Inps, per un totale di 16,4 simulazioni già effettuate.
E non è tutto. A breve anche molti dipendenti pubblici potranno simulare il calcolo della pensione attraverso un PIN, che in una prima fase verrà distribuito a 500 mila dipendenti del settore, artigiani e commercianti. L’obiettivo, dunque, è aumentare significativamente il numero di buste arancioni inviate ogni anno, ma anche allargare la platea di lavoratori che hanno accesso a questi strumenti.