C’è una importante novità sul fronte pensoni. In particolare per i lavoratori usciti dal mondo del lavoro ed erano stati penalizzati da alcuni periodi di disoccupazione nei cinque anni precedenti il primo trattamento ricevuto: potrà essere richiesta chiederne la neutralizzazione – a patto che non siano necessari per il requisito minimo – così da ottenere un assegno più alto.
La sentenza
L’istituto previdenziale lo ha comunicato nel Messaggio che recepisce la sentenza della Corte Costituzionale 82/2017, in base alla quale è illegittimo l’articolo 3, ottavo comma, della legge 297/1982, nella parte in cui non prevede la possibilità di neutralizzazione dei contributi: “Quando il diritto alla pensione sia già sorto in conseguenza dei contributi in precedenza versati, la contribuzione successiva non può compromettere la misura della prestazione potenzialmente maturata, soprattutto quando sia più esigua per fattori indipendenti dalle scelte del lavoratore”.
Quali pensioni sono interessate
Il ricalcolo si potrà chiedere, spiega l’Inps, per “le pensioni di vecchiaia e di anzianità liquidate con il sistema di calcolo retributivo, nonché – relativamente alla quota retributiva – le pensioni di vecchiaia e di anzianità liquidate con il sistema di calcolo misto”.
L’Inps precisa che i periodi di contribuzione per disoccupazione sono quelli derivanti dall’avvenuta erogazione delle seguenti prestazioni:
- Indennità di disoccupazione ordinaria con requisiti normali;
- Indennità di disoccupazione ordinaria con requisiti ridotti;
- Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI), mini-ASpI;
- Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI);
- Indennità di disoccupazione ai lavoratori rimpatriati e indennità di disoccupazione agricola con requisiti normali e con requisiti ridotti
Per ottenere il ricalcolo occorrerà presentare domanda all’Inps, che provvederà a fornire le istruzioni con una specifica circolare.