Pensione anticipata, quando è possibile con 20 anni di contributi

In quali casi è possibile anticipare l’età pensionabile per uscire dal lavoro se si hanno alle spalle solo 20 anni di versamenti

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Pubblicato: 30 Gennaio 2025 16:15

Con una speranza di vita che, negli ultimi anni, è aumentata e un numero sempre maggiore di over 60, nel nostro paese non manca chi si sta interrogando sul futuro del sistema previdenziale. Nel medio termine l’Inps reggerà l’urto di fattori come ad es. il basso tasso di occupazione giovanile, la precarietà, o il calo del rapporto tra lavoratori attivi e pensionati o, ancora, l’alta incidenza della spesa pubblica in rapporto al Pil nazionale? L’istituto per la previdenza riuscirà davvero a mantenere i conti in ordine, come pubblicamente dichiarato più volte?

Se queste domande continuano ad agitare gli animi dei lavoratori, questi ultimi si chiedono anche quali siano – oggi – i canali per uscire un po’ prima dal mondo del lavoro, grazie al meccanismo della pensione anticipata. Ma soprattutto: è possibile farlo con soli 20 anni di contributi? La risposta, lo diciamo subito, è positiva ma occorre fare alcuni distinguo utili a capire con quali modalità e a quali condizioni è effettivamente possibile pensionarsi prima, rispetto all’età della pensione di vecchiaia.

Se vuoi saperne di più, prosegui nella lettura perché ti spiegheremo in quali casi si può anticipare l’età pensionabile con soli 20 anni di contributi.

Pensione anticipata contributiva, come funziona e requisiti

Anzitutto, con 20 anni di contributi è possibile anticipare l’accesso alla pensione al compimento dei 64 anni di età anagrafica, grazie alla possibilità della pensione anticipata contributiva – opportunità espressamente rivolta ai contributivi puri. Questi ultimi altro non sono che i lavoratori e le lavoratrici che hanno iniziato a maturare contributi dopo il 1996 ma, a ben vedere, tale trattamento può essere ottenuto anche da chi risultava iscritto all’Inps al 31 dicembre 1995, se optante per il computo nella Gestione Separata (art. 3 D.M. 282/1996).

Inoltre, al fine di maturare il diritto alla pensione anticipata con 20 di anni di contributi, è necessario anche che l’ammontare del trattamento previdenziale che spetterebbe, non sia più basso di tre volte il valore dell’assegno sociale (2,8 volte per le lavoratrici con un figlio, 2,6 volte per quelle con almeno 2 figli).

L’opzione è interessante perché, rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria (più bassa con il taglio dei coefficienti), l’ingresso in quiescenza è anticipato di 3 anni. Tuttavia dal calcolo dei contributi vanno esclusi i periodi figurativi e fino all’età di 67 anni la prestazione non può essere maggiore di 5 volte il trattamento minimo.

Pensione anticipata invalidi in misura pari o superiore all’80%

Questo meccanismo di pensionamento anticipato si riferisce espressamente ai lavoratori dipendenti iscritti all’AGO riconosciuti dall’istituto di previdenza come invalidi, in misura uguale o maggiore dell’80%.

In base alle regole vigenti, ciò significa che questi dipendenti potranno andare in pensione fino al 2026 con il requisito anagrafico di 56 anni per le lavoratrici e di 61 anni per i lavoratori (da adeguare dal 2027 agli incrementi della speranza di vita). Per questa tipologia di pensionamento vale la “finestra mobile” pari ad un anno, ossia un periodo di slittamento tra il momento di maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi che servono al diritto a pensione e la decorrenza effettiva del rateo previdenziale.

Rimarchiamo anche che la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità non si applica ai lavoratori autonomi o ai dipendenti pubblici e vale soltanto per coloro che hanno contributi al 31 dicembre 1995. Infatti, non sono beneficiari di questa possibilità i lavoratori puri contributivi, vale a dire coloro che hanno iniziato a versare contributi soltanto dopo a dicembre 1995.

E se ci si domanda se sia in qualche modo possibile ottenere tale trattamento ai 55 anni – o prima – rispondiamo che gli invalidi non vedenti hanno requisiti anagrafici di maggior favore perché pari, rispettivamente, a 56 anni per gli uomini ed a 51 anni per le donne.

RITA, come ottenere la rendita integrativa anticipata

La Rendita Integrativa Temporanea Anticipata – conosciuta comunemente come RITA – è uno strumento pensionistico introdotto in Italia per facilitare l’accesso alla pensione, a coloro che aderiscono ai fondi pensione da almeno un quinquennio. La RITA consente di sfruttare di usare il capitale accumulato nei fondi pensione nel corso del tempo, per conseguire una rendita temporanea che supporti il lavoratore fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia, ossia 67 anni.

Rimarchiamo che i requisiti per poter chiedere la RITA sono variabili a seconda che il lavoratore compia l’età necessaria per la pensione di vecchiaia, entro i 5 o 10 anni posteriori alla relativa domanda. In particolare coloro che cessano l’attività lavorativa e hanno almeno 62 anni di età e 20 anni di contributi Inps versati, potranno accedere al questa misura di pensionamento anticipato.

Quanto si prende di pensione con 20 anni di contributi

Dare una risposta univoca a questa domanda non è, ovviamente, possibile perché la situazione di ogni lavoratore è differente. Come puoi notare dalla tua busta paga (ed è importante saperla leggere), diversi sono i fattori che incidono sull’effettivo importo, come ad es. il tipo di pensione, la retribuzione incassata, il tipo di calcolo adottato dal sistema previdenziale o i periodi lavorati, e – salvi i casi di coloro che hanno beneficiato di stipendi di ammontare molto consistente – il cosiddetto tasso di sostituzione non è assai conveniente per il pensionato, posto che con soli 20 anni di contributi difficilmente si matura un trattamento previdenziale di ammontare elevato.

Sistema contributivo

In linea di massima possiamo dire che nel sistema contributivo:

  • l’ammontare della pensione dipenderà direttamente dai contributi versati dall’azienda e dal lavoratore, e dall’ammontare medio annuo su cui sono stati pagati i contributi;
  • nel calcolo della pensione avrà rilievo il montante dei contributi, ossia l’accumulo di tutti i contributi versati e rivalutati ogni anno, moltiplicato per un coefficiente di trasformazione legato all’età del lavoratore al momento del pensionamento.

Versando 20 anni di contributi, l’ammontare della pensione sarà quindi proporzionato al totale dei contributi versati nel corso della carriera e, per una persona che ha versato contributi costanti, potrebbe essere un ammontare comunque relativamente basso – soprattutto in presenza di uno stipendio di importo esiguo.

Facendo una rapida stima, per chi ha versato contributi per 20 anni, l’ammontare della pensione potrebbe aggirarsi intorno al 30-50% della media degli stipendi degli ultimi anni di lavoro. Tale valore potrà cambiare a seconda della carriera lavorativa, dei contributi versati e di possibili modifiche legislative future.

Sistema retributivo

Invece nel sistema retributivo il trattamento previdenziale è stabilito considerando come riferimento i salari incassati nel lasso di tempo immediatamente anteriore all’accesso alla pensione – la cosiddetta retribuzione pensionabile. In particolare, si determina la loro media per poi utilizzarne una certa percentuale, calcolata moltiplicando le aliquote di rendimento per ciascun anno di anzianità contributiva. L’aliquota di rendimento standard corrisponde al 2% e, conseguentemente, con 20 anni di contributi è riconosciuto il 40% della citata retribuzione pensionabile.

Per es. se quest’ultima è pari a 20 mila euro, all’interessato spetteranno 8 mila euro lordi annui di pensione. Attenzione però: l’aliquota del 2% vale fino ad un certo limite di retribuzione, oltre il quale – per una sorta di principio solidaristico tra lavoratori – essa calerà in modo progressivo.

Sistema misto

Infine, per quanto riguarda il sistema misto, il calcolo di quanto spetta con 20 anni di contributi dipenderà – in concreto – da quanti anni di contributi sono stati maturati nel sistema retributivo e quanti invece nel contributivo. Il trattamento previdenziale sarà perciò stabilito facendo la somma del risultato del calcolo effettuato nelle due quote.