Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è tornato sull’argomento del patrimonio immobiliare italiano. Dopo aver ricordato a chi ha usufruito del Superbonus e degli altri bonus edilizi di aggiornare le proprie rendite catastali, Giorgetti ha accennato alle ristrutturazioni che una parte delle case degli italiani e degli edifici in mano alle amministrazioni pubbliche dovranno subire nei prossimi anni.
La direttiva europea Case Green obbligherà alla riqualificazione energetica di moltissimi edifici in Italia, dove buona parte delle case è stata costruita prima degli anni ’90, in un periodo in cui non esistevano norme stringenti sull’efficienza energetica. Una misura come il Superbonus non è ripetibile, quindi, come preannunciato da Giorgetti.
Giorgetti chiede capitali privati per le case costruite prima del 1960
In un messaggio mandato all’evento in corso a Milano per i 50 anni di Coima Sgr, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiesto un maggiore sforzo privato per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica delle abitazioni costruite prima del 1960, che in Italia rappresentano una parte consistente del patrimonio immobiliare.
“Riqualificare l’enormità del patrimonio edilizio, sia pubblico sia privato, costruito prima del 1960 è un obiettivo a cui la finanza pubblica potrà dare spinta, ma che passerà prima di tutto dalla capacità di mobilitare capitali privati su progetti a lungo termine” ha dichiarato il ministro, che torna quindi sul tema casa, dopo le polemiche sull’avvertimento riguardo all’aumento delle rendite catastali delle abitazioni che hanno sfruttato il Superbonus 110%.
Nei giorni scorsi infatti, il ministro dell’Economia ha causato alcune polemiche all’interno della maggioranza ricordando una norma, introdotta un anno fa, che prevede l’obbligo di aggiornare la rendita catastale di un immobile in caso questa aumenti di almeno il 15% a seguito di una ristrutturazione. Una situazione in cui si trovano migliaia di famiglie italiane, dato che gli interventi inclusi nel Superbonus 110% ottengono praticamente sempre questo risultato.
Case Green incombe sull’Italia: il patrimonio immobiliare è troppo vecchio
Il riferimento di Giorgetti però non è soltanto al Superbonus. L’Unione europea ha approvato la direttiva Case Green, che impone la riduzione progressiva delle emissioni degli edifici in Ue fino al loro azzeramento nel 2050. Per l’Italia questo significa aggiornare agli ultimi standard di efficienza energetica un patrimonio immobiliare molto vecchio.
L’84,5% degli edifici costruiti nel nostro Paese risalgono a prima del 1990 secondo i dati dell’Unione europea stessa. Circa un terzo del totale degli immobili italiani è stato costruito tra la fine della Seconda guerra mondiale e gli anni ’60. Periodi in cui non esisteva nessuna legge che imponesse standard di efficienza energetica paragonabili a quelli attuali.
Secondo gli ultimi dati Ispra, gli edifici residenziali emettono il 18% dei gas serra sul totale nel nostro Paese, meno soltanto dei trasporti (26%) e della produzione di energia (23%), ma molto più dell’industria manifatturiera (13%). Questi edifici rappresentano poi soltanto il 70% delle emissioni totali del patrimonio immobiliare italiano, a cui si aggiungono quelle che arrivano dagli edifici commerciali
Questo dato, inoltre, si riduce più lentamente quasi ogni altro settore. Dal 1990 le case italiane emettono l’8,2% di Co2 in meno, contro il 19% in meno dell’agricoltura, il 31% in meno delle industrie energetiche, il 38% in meno dei processi industriali e il 40% in meno dell’industria manifatturiera. Solo i trasporti e il trattamento dei rifiuti fanno peggio, aumentando il quantitativo di emissioni.