Cosa si rischia se il proprio cane abbia di notte in condominio

Possedere un cane che in condominio abbia tutta la notte è alquanto rischioso: quali sono le responsabilità del proprietario dell'animale e le tutele riconosciute ai vicini

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Manuela Margilio

Content Specialist in diritto, fisco e immobilare

Esperta di diritto, sul web collabora con diverse riviste occupandosi del settore immobiliare e fiscale.

Pubblicato: 30 Novembre 2024 09:00

Anche se l’articolo 1138 del codice civile, come impostato dopo la riforma del 2012, afferma che le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici, avere un cane in condominio può comportare dei rischi. Tale disposizione indubbiamente dimostra l’importanza riconosciuta dal nostro ordinamento alla presenza di un animale da compagnia nelle nostre abitazioni. Questo certamente non sta a significare che qualsiasi comportamento da parte del fido amico dell’uomo debba essere tollerato. Se il cane è particolarmente rumoroso perché abbaia, ad esempio, tutta la notte, il proprietario potrà subire le conseguenze della sua cattiva gestione. Spesso, infatti, proprio la presenza di animali domestici all’interno degli stabili condominiali è causa di liti e conseguentemente di controversie giudiziarie.

Oltre a rischiare la condanna per il reato di disturbo alla quiete pubblica o al risarcimento dei danni subiti dai vicini, secondo quanto affermato dal Tribunale di Firenze con una recente sentenza, è possibile anche essere condannati per il reato di stalking. Vediamo più nel dettaglio la posizione del Giudice di merito e più in generale, a cosa devono fare attenzione i proprietari di cani (e gatti) se vogliono evitare di subire delle conseguenze sul piano giuridico per la condotta dei loro animali domestici.

Che cos’è il reato di stalking condominiale

Possedere o detenere un cane nel proprio appartamento è un diritto che non può venir meno neanche per divieti inseriti nel regolamento condominiale. Occorre tuttavia fare molta attenzione per non incorrere in spiacevoli sorprese. Avere un cane che abbaia insistentemente arrecando fastidio ai vicini può addirittura configurare il reato di stalking disciplinato dall’articolo 612 bis del codice penale. Quindi, se il cane è troppo rumoroso, pur considerando che per l’animale abbaiare è un diritto e fa parte della sua natura, per il proprietario possono scattare sanzioni anche sotto il profilo penale.

In generale, il reato di stalking sussiste quando una persona compie atti persecutori o minacciosi che si ripetono nel tempo nei confronti di altro soggetto, con l’effetto di provocare nella vittima uno stato di ansia, paura o la costringe al cambiamento delle proprie abitudini. La legge non indica quali debbano essere i comportamenti lesivi da porre in essere; ciò che conta, per la configurazione del reato, è che la condotta sia idonea a provocare gli stati emotivi sopra menzionati. In sostanza, il comportamento del reo, deve tradursi in un tale fastidio per la persona che lo subisce, da trasformare la sua vita in un vero e proprio incubo.

Non solo appostamenti o messaggi e telefonate persecutorie, secondo quanto affermato dalla recente sentenza del Tribunale di Firenze, è possibile configurare anche uno stalking condominiale quando il reato si pone in essere tramite comportamenti lesivi che vengono adottati nel contesto della compagine condominiale. Può trattarsi di un vicino molesto o troppo curioso o che abbia un atteggiamento intimidatorio ma anche della condotta di un cane il cui latrato è divenuto eccessivo ed esasperante per il suo ripetersi nel tempo. Il padrone che non impedisce tali molestie ai danni della salute dei vicini può essere condannato per stalking al pari di un amante geloso. Ecco che se l’abbaiare del cane non consente di dormire la notte, costringe a tenere le finestre chiuse anche d’estate, provoca stress o addirittura induce a cambiare abitazione, il proprietario potrà essere denunciato per la sua mancata gestione corretta dell’animale. Il reato viene punito con la pena detentiva da 1 a 5 anni di reclusione e la multa fino a 20.000 euro a discrezione del giudice.

Quali sono le responsabilità del padrone del cane

Il reato di stalking non è l’unica conseguenza da temere se l’animale si metta ad abbaiare per intere giornate o nelle ore notturne. È altresì contrario alle norme di legge far gironzolare il cane nel giardino o cortile condominiale senza guinzaglio o museruola. Per fatti di questo genere si potrà invocare la responsabilità del proprietario dell’animale anche sotto altri profili.

Avviamo visto che non è possibile impedire al condomino di avere un cane nel proprio appartamento ma il padrone dell’animale dovrà comunque rispettare le regole che vietano rumori molesti, odori sgradevoli e che impongono l’igiene nelle aree comuni. Infine, ma non per importanza, occorre fare estrema attenzione alle norme a salvaguardia dell’incolumità altrui, soprattutto in presenza di un animale pericoloso e aggressivo. Non custodire senza le necessarie cautele l’animale, così come affidarlo a persona inesperta, integra la fattispecie di reato di cui all’articolo 672 penalmente sanzionato.

Insomma, se per il cane abbaiare è un diritto, non per questo il latrato deve arrecare pregiudizio alla quiete dei condomini come nel caso in cui si lascia il cane da solo in casa o nel giardino per periodi prolungati. Se si aggiungano odori o escrementi non raccolti i problemi di convivenza all’interno del condominio sono pressoché certi.
Quel che deve essere chiaro è che l’animale, cane o gatto che sia, non deve arrecare danni alle persone e alle cose altrui. Al fine di evitare che questo accada il proprietario sarà tenuto ad effettuare una stretta sorveglianza sul proprio animale.

Disturbo alla quiete pubblica

Si ricorda inoltre che, il continuo abbaiare del cane ha rilevanza penale, non solo in termini di stalking in quanto costituisce, a carico del padrone dell’animale, capo di imputazione per il reato di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone punito all’articolo 659 del codice penale con l’arresto fino a 3 mesi e con l’ammenda fino ad euro 309. Tale comportamento fastidioso, volto ad incidere sulla tranquillità pubblica, è oggetto di tutela da parte del legislatore.

Quali sono le tutele in caso di cattivi odori o rumori molesti

Anche da un punto di vista civile è possibile tutelarsi di fronte ad un animale domestico del vicino particolarmente rumoroso. Il gatto, o il cane che sia, non dovrà mai produrre odori sgradevoli o rumori molesti poiché, ai sensi dell’articolo 844 codice civile, i vicini potranno invocare la tutela prevista dalla norma, in base alla quale nel caso di immissioni sonore o olfattive intollerabili si può richiedere l’intervento del Giudice affinché venga inibita la condotta fastidiosa.

A seguito del provvedimento del Giudice il proprietario sarà tenuto ad adottare una serie di accorgimenti per evitare il ripetersi dei fatti lesivi. In casi estremi, quando la tutela della salute delle persone sia pregiudicata e ritenuta prevalente rispetto al diritto di tenere l’animale, si potrà disporre anche l’allontanamento dallo stabile condominiale (come in caso di malattie e situazioni strettamente legate all’igiene pubblica).