La Bce riduce i tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,5%. Il taglio era atteso da esperti e dal mercato, nonostante le incertezze per le discussioni interne alla Banca centrale europea, alla luce di dati macroeconomici contrastanti e il timore dei dazi, che potrebbero anche portare a un aumento delle rate dei mutui nel futuro.
Il taglio della Bce
La Bce ha annunciato il via libera definitivo al sesto taglio consecutivo dei tassi ufficiali, portando il tasso sui depositi dal 2,75% al 2,5%.
Cala da 2,90% a 2,65% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali, mentre quello sui prestiti marginali passa da 3,15% a 2,90%.
Nel comunicato stampa al termine del consiglio direttivo, la Bce ha pubblicato anche le nuove correzioni al ribasso delle proiezioni di crescita, dall’1,1% allo 0,9% per il 2025, dall’1,4% all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027, a causa delle “perduranti difficoltà dell’economia”.
“Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 – si legge – riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale”.
“La nostra politica monetaria sta diventando meno restrittiva in modo significativo”, ha affermato Christine Lagarde in conferenza stampa
Le prospettive future
Sebbene non sempre simultaneamente e con la stessa entità, le condizioni di mercato (ovvero i tassi di interesse applicati da banche e finanziarie a imprese e privati) tendono a allinearsi alle decisioni prese dalla Bce a Francoforte.
Le dichiarazioni della presidente Christine Lagarde saranno fondamentali per offrire indicazioni cruciali sulle prospettive future della Bce dopo l’annuncio sui tassi.
“Con l’avvicinarsi del tasso di riferimento al tasso neutrale (secondo l’analisi della Bce del 7 febbraio, tra l’1,75% e il 2,25%), riteniamo che il Consiglio direttivo ritoccherà il suo lessico, descrivendo le condizioni di finanziamento come “moderatamente” o “parzialmente” restrittive”, spiega François Rimeu, Senior Strategist di Crédit Mutuel Asset Management.
Se la cautela circa la direzione della politica monetaria venisse mantenuta al di là di questa riunione, questo potrebbe portare a una pausa in aprile, “anche se siamo convinti che la Bce abbia pochi motivi per ritardare un ulteriore allentamento monetario, in particolare a causa della debole crescita nella regione”, continua Rimeu.
I dazi di Trump possono minare i tagli futuri?
Rimangono più incerte le prossime mosse della Bce: negli ultimi giorni, infatti, alcuni membri del consiglio direttivo si sono divisi, tra chi espresso preoccupazioni riguardo a ulteriori riduzioni dei tassi, e chi invece ritiene necessario un avvicinamento a un tasso di base del 2% o addirittura inferiore.
Questo anche considerando lo spettro dazi di Donald Trump, che potrebbe colpire negativamente i dati sull’inflazione. Fino a qualche settimana fa il mercato stimava un ritorno a tassi del 2% entro l’estate, ma ora domina la prudenza. A febbraio l’inflazione nell’Eurozona ha rallentato al 2,4% dal 2,5% di gennaio, ma a ottobre era al 2% e all’orizzonte c’è lo spettro dei dazi reciproci, che andrebbero a incidere sui prezzi a carico dei consumatori e portare così ad un aumento futuro dei tassi.
Quanto si risparmia con il taglio
Il taglio dei tassi dello 0,25% applicato dalla Bce determinerà, a regime, un risparmio sulle tipologie di mutuo più diffuse in Italia compreso tra i 13 e i 30 euro al mese. I calcoli arrivano dal Codacons, che stima l’impatto sulle spese di una famiglia che ha accesso un finanziamento a tasso variabile per l’acquisto della prima casa.
Per un mutuo a 20 anni di importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro, il risparmio sulla rata mensile varierebbe tra i 13 e i 27 euro, pari ad una minore spesa annua tra -156 e -324 euro. Se il finanziamento ha una durata di 30 anni, il taglio dei tassi dello 0,25% produrrebbe un risparmio medio tra i 15 e i 30 euro sulla rata mensile, tra -180 e -360 euro annui. Per un mutuo da 125mila euro a 25 anni, invece, un analogo taglio si traduce in un risparmio di circa 17 euro al mese, con un impatto da 204 euro su base annua.
Come spiegato dal presidente di Codacons, Carlo Rienzi il sesto taglio consecutivo dei tassi “alleggerirà la spesa degli italiani per i finanziamenti. In base all’ultimo report di Bankitalia, in un anno i tassi di interesse sui mutui effettivamente praticati alle famiglie sono calati complessivamente dell’1,37% passando dal record del 4,92% di novembre 2023 al 3,55% di dicembre 2024”.