Prestiti al consumo, perché in Italia rate e carte di credito costano più che nel resto d’Europa

I prestiti al consumo, come carte di credito e pagamenti a rate, costano più in Italia che all'Estero

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

I prestiti al consumo in Italia, come le carte di credito o l’acquisto di beni a rate, sono tra i più cari d’Europa. I tassi di interesse di questo tipo di credito nel nostro Paese sono molto più alti che nel resto del continente, stando a un’indagine condotta su dati della Bce. Nonostante questo i volumi dei prestiti di questo tipo continuano a crescere. Gli italiani stanno aumentando la propria tendenza a indebitarsi.

Preoccupa soprattutto la cosiddetta cessione del quinto dello stipendio, una forma di prestito che denota difficoltà sociali e che risulta in grande espansione negli ultimi anni.

Tasso medio più alto in Italia: il confronto con l’Europa

Una ricerca della Fondazione Fiba di First Cisl, condotta su dati forniti direttamente dalla Banca centrale europea, ha rilevato che il Taeg sulle nuove operazioni ha registrato a maggio una nuova crescita toccando il 10,66%. Questo indicatore misura il tasso medio dei prestiti al consumo, che in Italia risulta quindi molto alto, più che nella media europea.

Nell’area euro il Taeg è passato dal 8,58% al 8,69%, circa due punti percentuali più basso che in Italia. Ancora peggiore è il confronto con gli altri grandi Paesi europei. La Germania si attesta all’8,46%, poco sotto la media Ue, mentre la Francia ci distanzia di quasi quattro punti, a 6,82%: “La situazione di indebitamento complessivo della famiglie italiane è più bassa della media delle famiglie europee, ma desta preoccupazione il trend ultradecennale di rialzo del credito al consumo, soprattutto per il livello dei tassi annui effettivi globali, più alti di quasi il 2% della media europea e di quasi il 4% rispetto alle famiglie francesi” commenta lo studio.

A migliorare è soltanto la situazione dei mutui delle case. A maggio i Taeg per questo tipo di prestiti calla di 5 centesimi di punto percentuale, toccando il 4,04% e avviandosi a tornare sotto il 4%. Un dato interamente in linea con quello del resto d’Europa.

Italiani sempre più indebitati: preoccupa la cessione del quinto

I prestiti in Italia costano sempre di più ma cresce anche la tendenza delle famiglie a indebitarsi: “Crescono i volumi, nonostante il calo complessivo dei prestiti alle famiglie, e rimangono molto alti i tassi effettivamente praticati, nonostante le aspettative di riduzione dei tassi da parte della Bce. È opportuno uno sguardo attento e responsabile riguardo ai prestiti legati alla cessione del quinto, soprattutto quando correlati al consumo, che potrebbero rappresentare”, dice il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani.

Proprio la cessione del quinto è la tendenza che preoccupa maggiormente il sindacato. Si tratta di una particolare forma di pagamento di un debito riservata ai lavoratori dipendenti. Come suggerisce il nome, prevede che il prestito venga trattenuto direttamente in busta paga, fino a un massimo di un quinto del totale dello stipendio netto. I volumi di questo tipo di prestiti sono quasi raddoppiati tra il 2011 e il 2023, arrivando a toccare i 18 miliardi di euro lo scorso anno. Se correlate ai consumi, le restituzioni dei prestiti con la cessione del quinto possono avere serie implicazioni sul terreno sociale.