Mutui a tasso variabile nel 2025 verso un andamento simile al tasso fisso, le previsioni

Il 2025 potrebbe portare alla rivincita del mutuo a tasso variabile sul fisso. Se la Bce proseguirà sulla strada del taglio dei tassi, le due opzioni andranno verso il riallineamento

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 24 Dicembre 2024 14:27

Se è vero che attualmente il mutuo a tasso fisso è ancora più conveniente rispetto al tasso variabile, è anche vero che i ripetuti tagli dei tassi voluti dalla Bce hanno avuto l’effetto di calmare la corsa al rialzo del variabile, rendendolo un po’ più conveniente.

La tendenza prevista dagli esperti è quella di un riallineamento fra le due opzioni entro la fine del 2025.

Tale pareggio sarà raggiungibile se la Bce proseguirà sulla strada del taglio del costo del denaro, che si riflette in generale su una immediata maggiore convenienza nella stipula dei mutui e che, nello specifico, avendo effetti sull’Euribor, spinge al ribasso il costo dei mutui a tasso variabile.

È questo, in sintesi, il quadro tracciato dagli esperti di MutuiOnline. Nel 2022 e nel 2023 la Banca centrale europea aveva spinto al rialzo il costo del denaro nel tentativo di frenare l’inflazione galoppante. Nella seconda metà del 2024 è arrivato il cambio di passo, che ha ridato ossigeno alle tasche degli italiani e alle aziende, con quattro tagli al costo del denaro da giugno a dicembre, ciascuna recante una riduzione di 25 punti base ai tassi.

Tasso variabile verso maggiore competitività

Se lo scenario dovesse proseguire secondo la linea tracciata, i benefici sui mutui sarebbero evidenti. Già oggi, considerando l’attuale corso,  gli esperti prevedono una maggiore vivacità nel mercato immobiliare nel 2025: il minore costo dei mutui si tradurrà inevitabilmente in un rialzo dei prezzi delle compravendite e degli affitti, come evidenziano gli analisti di Immobiliare.it Insights.

Tornando ai mutui, secondo le stime dell’Osservatorio di MutuiOnline, se il costo del denaro dovesse proseguire la discesa “il Tan medio del tasso variabile scenderebbe al 3,04%, con la migliore offerta al 2,64% che sarebbe dunque più conveniente dell’attuale tasso medio del fisso, che si attesta al 2,87%, e leggermente più alta del minimo di novembre, che è al 2,51%”.

Considerando i futures sugli Euribor, gli indici dovrebbero continuare a calare nel primo semestre del 2025 per poi stabilizzarsi nella seconda metà dell’anno. Questo renderà il tasso variabile più conveniente e nuovamente competitivo nei confronti del tasso fisso.

La simulazione

Gli analisti dell’Osservatorio propongono una simulazione su un finanziamento a tasso variabile a 20 anni per un importo di 150.000 euro: con l’ulteriore taglio dei tassi, la rata mensile calerebbe fino a 20 euro, per un risparmio a chiusura contratto di oltre 4.700 euro.

Volano le surroghe

Ma le scelte della Bce si sono riverberate anche sull’istituto della surroga del mutuo, ovvero sulla possibilità di trasferire (del tutto gratuitamente) il mutuo da un istituto di credito a un altro, mantenendo l’ipoteca costituita al momento della sottoscrizione del contratto con la prima banca, ma beneficiando al tempo stesso delle condizioni più vantaggiose offerte da quella nuova. Nel 2024 si è registrata una crescita di richieste, che sono aumentate di 3 punti percentuali rispetto al 2023, arrivando al 34,1% del totale.

I perché del taglio dei tassi

Nella sua relazione dello scorso 16 dicembre, la presidente della Bce Christine Lagarde ha evidenziato i tre motivi che hanno spinto verso il cambio di passo: “Il percorso dell’inflazione, gli shock che la guidano e i rischi associati”.