Il rapporto tra città e animali domestici sta cambiando con amministrazioni locali che sviluppano iniziative concrete per rendere gli spazi urbani più inclusivi. Nel corso dell’Italian Pet Summit 2025, evento de Il Sole24ore dedicato al tema del pet care e del pet food, diversi rappresentanti istituzionali hanno illustrato progetti e prospettive, mettendo in evidenza le esperienze di Milano e Torino come casi emblematici.
Milano: aree cani e innovazioni legislative
In Lombardia, il tema del benessere animale è affrontato con un approccio strutturato e di lungo periodo. Durante l’Italian Pet Summit 2025 dove si è parlato anche del mercato pet care e pet food, l’assessore al Territorio e Sistemi Verdi, Gianluca Comazzi, ha sottolineato come la regione sia molto più avanti rispetto ad altre perché ha già raggiunto risultati importanti sul fronte del randagismo, con campagne di sterilizzazione e sostegno alle colonie feline censite. Milano si distingue per il numero di aree cani: oltre 300 già nel 2008, un primato europeo che ha trasformato gli spazi pubblici in luoghi di socializzazione e svago per i proprietari e i loro animali. A livello legislativo, due iniziative hanno trovato grande riscontro e sono state prese ad esempio per la convivenza sociale. La prima è l’obbligo del microchip anche per i gatti, misura che contribuisce a un monitoraggio più efficace. La seconda riguarda la possibilità per i Comuni di modificare i regolamenti cimiteriali, consentendo la tumulazione degli animali nelle tombe di famiglia. Scelte che riflettono un cambio di mentalità e un maggiore riconoscimento del ruolo degli animali nella vita quotidiana.
Un altro aspetto centrale riguarda la gestione dei canili. A Milano, la decisione di togliere la gestione privata e di realizzare un parco canile comunale ha portato a un incremento del 300% delle adozioni già nel primo anno. Questo modello dimostra come un approccio pubblico possa incidere positivamente non solo sui costi, ma anche sui risultati in termini di adozioni e benessere degli animali.
Torino: nuove strutture e servizi veterinari accessibili
Anche Torino sta lavorando per diventare sempre più pet friendly. La vicesindaca Michela Favaro ha sottolineato come l’amministrazione stia investendo in spazi e servizi dedicati. Tra i progetti più rilevanti c’è la ristrutturazione del canile rifugio, con un investimento di 3 milioni di euro per realizzare una struttura “animale centrica”, capace di rispondere alle esigenze di benessere e semi-libertà degli ospiti. Parallelamente, Torino sta sviluppando accordi con l’Ordine dei Veterinari per garantire visite e prestazioni pro bono a favore delle famiglie in difficoltà economica. L’obiettivo è ridurre le disuguaglianze sociali, evitando che la cura degli animali diventi un lusso. Si tratta di un approccio che coniuga inclusione sociale e tutela degli animali, promuovendo una convivenza armoniosa. La città punta anche su un’azione culturale. Con la collaborazione con l’Associazione di Imprenditori del Commercio, del Turismo e dei Servizi è stato avviato un progetto per creare vie pet friendly, incoraggiando gli esercizi commerciali ad accogliere animali domestici e favorendo una maggiore socialità urbana. Questo modello vuole cambiare la percezione pubblica, normalizzando la presenza degli animali negli spazi condivisi.
Un cambiamento culturale e urbano
Gli interventi di Milano e Torino riflettono una tendenza più ampia: le città italiane si stanno trasformando per integrare il benessere animale nella pianificazione urbana e nei servizi pubblici. Le aree verdi dedicate, i nuovi regolamenti e i progetti di sostegno veterinario segnano un’evoluzione che risponde alla crescente sensibilità della popolazione verso i propri animali domestici. Milano ha puntato su infrastrutture e norme innovative, Torino su inclusione sociale e nuovi spazi. Entrambe le città stanno contribuendo a definire un modello urbano più attento al rapporto tra cittadini e animali, che potrebbe presto diventare un riferimento anche per altri centri italiani.