Il turismo non cresce in Italia: siamo 16esimi nell’Ue

Il turismo mondiale accelera, ma l’Europa (Italia inclusa) resta in fondo. Per il Bel Paese il rallentamento è fisiologico: da meta già ai vertici globali superare il +3,5% era quasi impossibile

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Il turismo europeo ha aperto il 2025 con un saldo positivo, confermando il trend di ripresa già emerso nel 2024.

Secondo i dati del World Tourism Barometer delle Nazioni Unite, nei primi tre mesi dell’anno l’Europa ha accolto 125 milioni di turisti internazionali, con un aumento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2024 e del 5% rispetto ai livelli pre-pandemia.

I dati del turismo globale

A trainare la crescita sono state soprattutto alcune economie del Nord e del Mediterraneo meridionale. Lituania (+34,9% rispetto al 2019), Malta (+17,4%) e Finlandia (+16,7%) hanno registrato gli incrementi più marcati tra i Paesi Ue, seguite da Cipro (+14,9%), Lettonia (+14,2%) e Francia (+8,7%). Spagna e Grecia, pur con aumenti più contenuti (+7,1% e +5,8%), restano tra le mete più solide in termini di attrattività internazionale.

Alcuni mercati mostrano invece una contrazione significativa rispetto al 2019: Lussemburgo (-17,6%), Irlanda (-15,7%), Svezia (-10,4%) e Belgio (-1,8%) segnalano cali, a conferma di una ripresa a macchia di leopardo.

Di seguito i dati forniti da UN Tourism relativi alle variazioni percentuali dei flussi turistici nei vari Paesi europei del 2025, paragonati all’anno 2019:

  1. Lituania 34,9%;
  2. Malta 17,4%;
  3. Finlandia 16,7%
  4. Cipro 14,9%;
  5. Lettonia 14,2%;
  6. Francia 8,7%;
  7. Slovacchia 8,2%;
  8. Slovenia 7,4%;
  9. Spagna 7,1%;
  10. Bulgaria 6,4%;
  11. Paesi Bassi 6,3%;
  12. Estonia 6,2%;
  13. Grecia 5,8%;
  14. Danimarca 4,5%;
  15. Romania 4,3%;
  16. Italia 3,5%;
  17. Portogallo 2,8%;
  18. Croazia 2,4%;
  19. Repubblica Ceca 0,9%;
  20. Germania 0,8%;
  21. Austria 0%;
  22. Belgio -1,8%;
  23. Svezia -10,4%;
  24. Irlanda -15,7%;
  25. Lussemburgo -17,6%;
  26. (Non ci sono dati riguardo Ungheria e Polonia).

La dinamica si inserisce in un contesto globale in cui la domanda turistica è in crescita, ma in modo disomogeneo. Qui sotto i dati forniti da UN Tourism relativamente agli arrivi turistici internazionali per regione nel primo trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024:

  1. Asia Pacifico +12%;
  2. Africa +9%;
  3. Media mondiale +5%;
  4. Americhe +2%;
  5. Europa +2%;
  6. Medio Oriente +1%.

Italia, turismo in crescita lenta e costante

L’Italia, secondo il report, cresce poco. Ma in realtà i numeri sull’Italia vanno letti nel contesto della sua posizione già consolidata come una delle mete turistiche più visitate al mondo. Essendo già al top, il margine di crescita rispetto ad altri Paesi era più limitato. L’Italia, in pratica, era già stabile su livelli altissimi e sta comunque crescendo ulteriormente.

Entrate in crescita, ma con rischi

Sul fronte dei ricavi, la Spagna (che è il secondo mercato mondiale per introiti turistici) ha visto crescere la spesa dei visitatori del +9% tra gennaio e febbraio 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dopo il +16% registrato nel 2024. Francia (+6%), Danimarca (+11%), Grecia, Italia e Portogallo (+4%) hanno riportato variazioni positive, confermando un quadro di consolidamento economico per il comparto.

Non mancano tuttavia i fattori di rischio. Il Panel of Experts dell’Organizzazione Mondiale del Turismo segnala tre elementi critici per il 2025:

  • la debolezza della crescita economica globale;
  • l’aumento dei costi di viaggio;
  • l’inasprimento dei dazi e delle tariffe.

Un quarto degli intervistati prevede inoltre che le tensioni commerciali internazionali possano incidere negativamente sulla performance turistica.

Stagionalità e nuove rotte di crescita

Nel Mediterraneo meridionale gli arrivi sono saliti del 2% nel trimestre, sostenuti da un interesse crescente per viaggi fuori stagione. Nell’Europa centrale e orientale la crescita è stata più sostenuta (+8% rispetto al 2024), trainata dalle mete baltiche, anche se i livelli restano inferiori a quelli del 2019.

L’andamento del 2025 conferma così un doppio binario: da un lato, mercati maturi come Spagna e Francia che consolidano il proprio ruolo di leader sia in termini di volumi sia di ricavi; dall’altro, Paesi di minori dimensioni come Malta, Finlandia e Lituania che, grazie a tassi di crescita a doppia cifra, stanno rafforzando la loro posizione competitiva all’interno del panorama europeo.