Balenciaga di Demna e il suo inevitabile nuovo inizio

Dopo gli scandali di novembre, Balenciaga è tornato a presentare durante la Fashion Week di Parigi. Con qualche piccolo cambiamento.

Foto di Flavio Crespi

Flavio Crespi

Fashion Editor

Flavio Crespi è Fashion Features Editor della rivista biannuale di moda e arte “Hunter Fashion Magazine”, art director e stylist.

Ieri, 5 marzo 2023, nell’ambito della settimana della moda femminile di Parigi, ha debuttato la collezione di prêt-à-porter più attesa della stagione, quella di Balenciaga. Nel secondo semestre del 2022, la maison del gruppo Kering ha attraversato infatti un periodo molto travagliato, dovuto specialmente a una serie di controversie legate a due campagne pubblicitarie rilasciate dal brand lo scorso novembre e divenute in un batter d’occhio la pietra dello scandalo nel mirino dei media, di divulgatori di ogni genere e degli stessi sostenitori della casa di moda.

Negli ultimi mesi, oltre a fare ammenda per i propri errori, essendo il fulcro delle controversie il tema dell’abuso sui minori, il presidente e Ceo di Balenciaga, Cédric Charbit, ha fatto una serie di dichiarazioni molto precise riguardo ai veri valori del brand e su quali temi non possa transigere. Nell’arco di poche settimane questa presa di posizione si è consolidata in una partnership pluriennale con la National Childrens Alliance, che prevede una collaborazione e un sostegno concreto alla causa attraverso un programma dedicato ai bambini che hanno subito traumi/abusi, con la formazione di 2000 professionisti che – si stima – potranno occuparsi di almeno 55.000 casi.

Dopo la clamorosa assenza alla settimana della Couture di Parigi, lo scorso 30 gennaio, attraverso un post sull’account Instagram di una figura divenuta molto nota, recentemente, tra gli insider e i fan del settore, @StyleNotCOM (Beka Gvishiani), è stato annunciato che “BALENCIAGA SFILERÀ IL 5 MARZO, 11:30”. La comunicazione ha generato non poco scalpore, facendo emergere naturalmente una serie di interrogativi. Il più importante, legato all’immagine e alla direzione creativa che non potevano di certo rimanere invariate, ha trovato ben presto una risposta nelle parole dello stesso Demna: nella sua prima e unica intervista post scandalo rilasciata finora (a Vogue), lo stilista ha voluto anticipare che la successiva sfilata del brand avrebbe lasciato da parte qualsiasi aspetto provocatorio del suo lavoro, talvolta mal interpretato o frainteso, per concentrarsi solamente sulla collezione, comunicata nel modo più semplice e diretto, con un allestimento essenziale composto dagli abiti, dalla colonna sonora e dalle luci.

E così è stato. Gli ospiti hanno ricevuto come invito il cartamodello di una giacca di Balenciaga, “… destinata a essere confezionata a casa o da un sarto locale, utilizzando tessuti e rifiniture di propria scelta”. Una giacca non prodotta per essere commercializzata, ma resa disponibile anche al pubblico dei non addetti attraverso il download digitale di un file, direttamente dal sito ufficiale della maison. Lo stesso Demna ha poi condiviso un messaggio personale come premessa di ciò che si sarebbe visto di lì a poco: “Avevo 6 anni quando i miei genitori mi permisero di farmi realizzare un paio di pantaloni da un sarto vicino a casa. li disegnai, scelsi la stoffa in un negozio di tessuti e andai dal sarto due volte per le prove. questo è stato il vero inizio della mia storia d’amore con i vestiti: ciò che ha messo le basi per il mio rapporto con essi e mi ha fatto desiderare di diventare uno stilista. la moda è diventata una sorta d’intrattenimento, ma spesso questo aspetto mette in ombra la sua vera essenza, che risiede nelle forme e nei volumi, nelle silhouette, nel modo in cui creiamo relazioni tra corpo e tessuto, e nelle linee di spalla e giromanica. gli abiti hanno la capacità di cambiarci. negli ultimi due mesi ho sentito il bisogno di trovare un rifugio per questo mio rapporto d’amore con la moda e istintivamente l’ho trovato nel processo del creare vestiti. mi ha ricordato nuovamente il potere che la moda ha di farmi sentire felice e di esprimere la mia vera essenza. ecco perche’ per me la moda non può più essere vista come un intrattenimento, ma come l’arte di creare vestiti”

Nello spazio bianco e asettico creato all’interno del centro commerciale sotterraneo Carrousel du Louvre in cui si è svolta la sfilata, Eliza Douglas, artista e musa del direttore creativo, ha dato vita a uno show in tre atti. Il primo si è basato sul taglio, la sartorialità e la decostruzione e ricostruzione di giacche e pantaloni, con le prime due uscite, donna e uomo, identiche tra loro: un completo nero composto da una giacca strutturata e da un paio di pantaloni ampi “sdoppiati”, così da creare l’illusione delle quattro gambe. Il tutto poggiato su un tacco a spillo.

Sfilata Balenciaga 2023
Fonte: Getty
Uno dei momenti della sfilata di Balenciaga 2023

Il secondo si è focalizzato interamente sulla silhouette, esprimendosi mediante una varietà di volumi e proporzioni, materiali e stili molto distanti tra loro ma collegati da un dialogo aperto più e più volte nelle stagioni passate con elementi contemporanei come gli stivali da motociclista e tute estremamente aderenti. Il terzo tempo, quello conclusivo, è stato caratterizzato dalla concezione che ha Demna dell’eleganza contemporanea, del mondo che lo circonda, con un lavoro strettamente legato all’heritage della maison. Senza oltrepassare il confine tra prêt-à-porter e couture, per non creare sovrapposizioni con quest’ultima, cui logicamente ha destinato un momento tutto suo.

Non si può negare che quello di ieri sia stato uno show ben eseguito e che ognuno dei suoi segmenti sia stato accompagnato da un focus maggiore sulla sartoria (evidenziato anche dalla minore importanza data agli accessori), sulla sperimentazione di tagli e costruzioni, con alcune silhouette un po’ più morbide e “femminili” del solito, sulla varietà e la qualità dei materiali utilizzati e su ossessioni più o meno nuove legate proprio al design come le spalline tonde e strutturate poste sugli abiti. Allo stesso tempo, è parso una sorta di retrospettiva del suo lavoro per Balenciaga, resa anche più evidente dalla presenza di bestseller come gli abiti midi plissettati, quelli floreali e le giacche boxy di pelle con l’aggiunta di qualche piccolo twist.

Certamente la pressione era alta e con la collezione presentata oggi il brand è andato sul sicuro dal punto di vista commerciale: era troppo presto per un cambio radicale e questo non fa che aumentare le aspettative in vista della prossima stagione. Ciò che sicuramente Demna è riuscito a fare, pur rimanendo coerente alla sua visione, è stato spogliarsi di ogni elemento superfluo, puramente di spettacolo e marketing, per veicolare un messaggio più semplice, senza eccessive sovrastrutture simboliche ma con un approccio più diretto alla materia prima” che una casa di moda con una storia così longeva e importante alle spalle non può che mettere al centro: i vestiti e la loro costruzione. 

Lui stesso, già da un anno a questa parte, aveva deciso di tagliare i ponti con il suo passato e il suo progetto di Vetements, attraverso un atto emblematico come la rinuncia al proprio cognome per concentrarsi solamente sul suo lavoro, separando nettamente la vita privata e il lato creativo e dichiarando il rispetto e la devozione alla casa di moda che rappresenta. Si è rimesso a fare gli abiti in prima persona, a partire dalle giacche, caposaldo di Balenciaga, impegnandosi su ogni dettaglio, dai giromanica, ai polsini, alle spalle.

Quello odierno, per il designer georgiano, è stato in qualche modo un passaggio necessario, colmando anche i dubbi di chi, scettico fin dal suo debutto nel 2015, ha sempre messo in discussione la sua capacità di onorare il lavoro del fondatore della maison, Cristobal Balenciaga.

Sfilata Balenciaga 2023
Fonte: Getty
Uno dei curiosi occhiali da sole presentati da Balenciaga