Influencer nel mirino dell’Agcom: la richiesta sulle regole

Avviata una consultazione dall'Agcom per chiedere maggiore trasparenza e regole per gli influncer: ecco cosa pensa l'Autorità sui creatore e i loro prodotti

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Chiara Ferragni e tutto il mondo degli influencer sono finiti ancora una volta sotto la lente di ingrandimento dell’Agcom, con l’obiettivo di avere regole chiare che possano guidare il loro lavoro quotidiano. Si tratta di una vera e propria stretta quella messa in atto dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che vuole portare a far riconoscere gli influencer, così come gli youtuber, vlogger, streamer e creator in generale come soggetti che creano e diffondono contenuti audio-visivi come i media tradizionali. E come questi, quindi, dovrebbero rispettare delle regole precise e avere delle responsabilità editoriali che, almeno per il momento, non hanno secondo le disposizioni vigenti.

La richiesta sugli influencer

In una nota pubblicata sul proprio sito, infatti, l’Agcom ha deciso all’unanimità di indire una consultazione pubblica sulle misure per garantire il rispetto delle disposizioni dei soggetti che creano e diffondono contenuti audio-visivi come gli influencer. Per l’Autorità, infatti,  si tratterebbe di individui che lavorativamente parlando “svolgono un’attività analoga o comunque assimilabile a quella dei fornitori di servizi di media audiovisivi” che, come previsto dalla legge, devono attenersi a determinate regole per poter diffondere i propri prodotti al pubblico.

La crescente rilevanza e diffusione dei prodotti multimediali di influencer, vlogger o creator in generale ha attirato l’interesse delle istituzioni pubbliche, soprattutto in considerazione dell’impatto che essi hanno sugli utenti, sui consumatori e sulla società, conducendo all’avvio di iniziative regolamentari in numerosi Paesi europei. L’Agcom ha quindi riflettuto sul da farsi, chiedendo disposizioni normative e regolamentari per poter garantire la massima trasparenza anche nei confronti degli stakeholder e del pubblico.

Alla base del ragionamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, infatti, c’è il pensiero che gli influencer svolgono un’attività analoga o comunque assimilabile a quella dei fornitori di servizi di media audiovisivi sotto la giurisdizione nazionale e sono, dunque, chiamati al rispetto delle misure previste dal Testo unico.

Prevista una consultazione

Nella nota pubblicata sul sito dell’Agcom dopo la riunione avvenuta lo scorso 13 luglio, l’Autorità ha quindi ritenuto necessario diversificare gli influencer (spesso protagonisti di richieste esagerate) in due categorie per le quali, in base al tipo di contenuto prodotto, vengono richieste disposizioni particolari.

Per esempio, si legge, per i soggetti che propongono contenuti audiovisivi in modo continuo, con una modalità di offerta e organizzazione degli stessi tale da renderli sovrapponibili a un catalogo di un servizio di media on-demand come i canali YouTube, l’Agcom chiede l’applicazione della totalità degli obblighi previsti dal Testo unico come l’iscrizione al ROC, la disciplina in materie di opere europee e indipendenti e la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività). Per altri soggetti che operano in maniera meno continuativa e strutturata, invece, non appare giustificata l’applicazione nella sua interezza del regime giuridico previsto per i servizi di media audiovisivi a richiesta.

Una volta pubblicato il provvedimento sul sito dell’Autorità, l’Agcom ha quindi fatto sapere di aver avviato una consultazione pubblica di circa 60 giorni con l’obiettivo di delineare un quadro normativo chiaro e soprattutto garantire il rispetto delle disposizioni dei soggetti che creano e diffondono contenuti audio-visivi su ogni piattaforma, siano esse prettamente social o no.