Flat tax per i dipendenti, ecco quando arriva

Una flat tax sulle tredicesime dei dipendenti nel 2024: è questo l'obiettivo del governo Meloni, dopo la marcia indietro sulla flat tax per tutti a causa della mancanza di coperture.

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Novità in arrivo per i lavoratori: per i dipendenti è prevista una flat tax sulle tredicesime a partire dal 2024. La flat tax sulle tredicesime, e il relativo minor carico fiscale, è un regalo ai dipendenti, ma anche una mossa per stimolare l’economia: si punta infatti a dare maggiore potere d’acquisto ai lavoratori durante il periodo in cui le vendite si impennano, cioè le feste natalizie. Sul piatto anche un taglio al cuneo fiscale da armonizzare con la semplificazione dell’Irpef e il relativo passaggio da quattro a tre aliquote; per i lavoratori autonomi c’è la promessa dell’addio all’Irap per società personali e associazioni professionali.

Flat tax sulla tredicesima dei dipendenti

È il viceministro dell’Economia Maurizio Leo a parlarne nel corso di un’intervista al Corriere della Sera. Intervista che fa da eco alle richieste espresse dai sindacati Cgil, Cisl e Uil recentemente in piazza a Bologna per invocare, fra le altre cose, anche il taglio dei contributi sul costo del lavoro. Maurizio Leo aveva già anticipato gli obiettivi nell’audizione che ha aperto il ciclo di confronto in Parlamento sulla delega fiscale.

Il nodo, come sempre, è quello delle coperture. Per questo motivo l’applicazione delle misure è da considerarsi percorribile, salvo disponibilità di cassa. Le risorse necessarie saranno individuate anche nel corso dell’attuazione della delega fiscale. Tutto rimandato alla nota di aggiornamento del Def, l’atto preliminare della Manovra economica del 2024.

L’idea originaria, e già espressa nelle settimane passate, sarebbe in realtà quella di introdurre una flat tax per tutti, con valore incrementale per i dipendenti. Obiettivo immensamente più ambizioso e di difficile realizzazione.

Taglio al cuneo fiscale

C’è poi il discorso relativo al taglio del cuneo fiscale, la differenza tra quanto un datore di lavoro paga per un dipendente e l’effettiva retribuzione incassata dal dipendente al netto di tasse e i contributi previdenziali. Misura che avvantaggia soprattutto specifiche categorie professionali.

Si cercano le risorse per stabilizzare la misura la cui scadenza è prevista per dicembre 2023. Ma c’è il solito problema delle coperture: per rendere la misura incisiva occorre rinnovarla per altri 12 mesi, se non addirittura renderla strutturale. Ma per farlo occorrono 10 miliardi di euro all’anno. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo esprime ottimismo ricordando i segnali positivi in arrivo dalle variabili macroeconomiche e dalla spinta alla crescita.

Nel frattempo però alla tredicesima del 2023 non si applica il nuovo taglio del cuneo fiscale previsto dal Decreto Lavoro.

Addio all’Irap

Un’altra intenzione del governo Meloni è quella di dire addio all’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive), che sarà sostituita dalla “istituzione di una sovraimposta tale da assicurare un equivalente gettito fiscale atto a garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario, nonché il finanziamento delle Regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario ovvero che sono sottoposte a piani di rientro”. Così si legge nella bozza del disegno di legge delega sulla riforma fiscale.

Previste poi altre ipotesi, come l’introduzione di una cedolare secca sui redditi da immobili non abitativi e l’aumento da 258 euro a un massimo di 3.000 euro per i fringe benefit elargiti dai datori di lavoro ai dipendenti.