Ci saranno trentamila posti in più a Medicina entro il 2030, spalmati in un arco temporale di sette anni. Lo prevede la bozza di relazione che la commissione di esperti guidata dall’ex rettore dell’università La Sapienza di Roma, Eugenio Gaudio, ha consegnato alla ministra dell’Università. Anna Maria Bernini dovrà farla avere ai governatori e avviare così la trattativa in Conferenza Stato Regioni.
Previsti importanti investimenti da destinare alle università, oltre all’adeguamento delle strutture per i tirocinanti a carico delle Regioni.
Università, rimane il numero chiuso
Non si tratta comunque di una eliminazione del numero chiuso, ha precisato il governo, ma di un ampliamento degli attuali posti a disposizione: “Non possiamo aprire in maniera indiscriminata l’accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia perché faremmo un danno agli studenti, metteremmo i professori nelle condizioni di non riuscire a insegnare” ha detto la ministra, che ha comunque promosso un aumento dei prezzi già da quest’anno.
5mila posti in più già quest’anno
Non è ancora confermato il dato della relazione, ma la bozza parla di 19mila posti già per il prossimo anno accademico: un aumento significativo rispetto ai 14.787 che sono attualmente previsti per i test di ammissione in lingua italiana.
Il governo si occuperà di stimare il numero di medici necessari: “Sicuramente la commissione ha elaborato quanti medici saranno necessari sulla base di questo dato e su determinate tipologie di medici”. La stima verrà poi aggiornata nel tempo: “Dovremo continuare a verificare quanti numeri sono necessari e su quali specializzazioni“.
Le risorse
Per realizzare tutto questo, stando alle stime della Conferenza dei rettori, servirebbero circa 23 milioni di euro in più da destinare alle università.
“A questa apertura corrisponderà un supporto ai laboratori, alla logistica, a ciò che serve per mantenere alta la nostra già altissima offerta formativa”, ha detto la ministra Bernini.
Soddisfatta la Federazione dell’ordine dei medici (Fnomceo) che ha sottolineato la necessità di specialisti da garantire e dell’orientamento da migliorare, ad esempio con un potenziamento dei licei a curvatura biomedica.
Allerta dall’Ente previdenziale Enpam che ha evidenziato come ben 24mila medici mancheranno all’appello nel 2028. Si muove anche il Consiglio nazionale degli studenti (Cnsu) che ha chiesto di concentrarsi, nell’immediato sull’aumento delle disponibilità e, in futuro anche sull’abrogazione del numero programmato.