Thyssenkrupp licenzia 1.800 lavoratori nel settore auto per risparmiare 150 milioni

Thyssenkrupp procede al licenziamento di 1.800 persone nel settore automotive dopo avere già annunciato il taglio di 5.000 unità e l'esternalizzazione di altre 6.000

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 7 Marzo 2025 10:13

Il gruppo industriale tedesco Thyssenkrupp annuncia il licenziamento di circa 1.800 lavoratori nel settore auto al fine di risparmiare 150 milioni di euro. I tagli, viene reso noto, si sono resi necessari a causa della crisi del comparto. Crisi generalizzata che rende “cupe” le prospettive per il futuro, con volumi di produzione “al di sotto dei minimi storici”.

A renderlo noto è una nota del direttore della divisione automotive, Volkmar Dinstuhl. “Le discussioni sui nuovi dazi doganali creano ulteriore incertezza”, ha aggiunto Dinstuhl.

Altri licenziamenti in Thyssenkrupp

Oggi il gruppo Thyssenkrupp dà lavoro a circa 98.000 dipendenti in tutto il mondo. Il piano di ristrutturazione consiste dunque nel taglio dell’1,84% dell’intera forza lavoro globale. La divisione Thyssenkrupp Automotive Technology dà lavoro a 31.300 persone e il taglio ridurrà l’organico del -5,75%.

Il nuovo taglio si aggiunge a quelli annunciati a novembre 2024, quando venne stabilito di licenziare 5.000 persone nel settore dell’acciaio e di procedere a esternalizzarne 6.000 entro il 2030.

Secondo i suoi stessi dati, Thyssenkrupp Automotive Technology ha registrato un calo del -12% degli ordini e del -10% delle vendite nel primo trimestre dell’anno finanziario 2024/2025. Sono state colpite quasi tutte le unità produttive in Europa, Nord America e Cina.

Al nuovo annuncio di tagli, le azioni Thyssenkrupp hanno reagito con un -0,24%, nulla di eclatante rispetto alle classiche oscillazioni di mercato. L’azienda, comunque, non è in sofferenza: a febbraio 2025, nell’Eurozona, Thyssenkrupp è il titolo più performante sotto il profilo dei dividendi. Il conglomerato tedesco a febbraio ha guadagnato il +64,2%, su base annua. Il titolo è stato scambiato a 8,41 euro per azione.

Cosa c’entrano i dazi di Trump

Dinstuhl ha reso noto che “le discussioni su nuovi dazi producono ulteriore incertezza” nel settore automotive, e dunque non permettono di ipotizzare investimenti di lungo periodo. Da qui l’ulteriore giustificazione dei licenziamenti a pioggia.

Il riferimento è alla possibilità che il presidente americano Donald Trump inasprisca i dazi commerciali portando le tasse sulle auto europee al 25%, dall’attuale 2,5%. L’Europa sta già cercando di correre ai ripari con un piano per l’acciaio.

Crisi dell’auto in Europa: cosa succede

La crisi della divisione auto di Thyssenkrupp si inserisce nella sofferenza generale del settore in Europa, il primo per importanza nella manifattura, che rappresenta circa il 7% del Pil comunitario e che dà lavoro a 13 milioni di persone fra chi è impiegato direttamente e l’indotto.

Ad affossare l’auto europea è stato un micidiale mix di fattori: da una parte la concorrenza cinese, soprattutto sulle auto elettriche, spinta da minori costi di produzione relativi alla manodopera e ai vincoli ambientali, e gonfiata da poderosi aiuti di Stato.

Dall’altra parte, l’Europa unita ha scommesso sulle auto elettriche puntando sugli incentivi e sulla disponibilità degli automobilisti. La scommessa, al momento, è lontana dall’essere vinta. L’Ue ha stabilito rigidi paletti per i produttori relativamente ai vincoli ambientali, cosa che avvantaggia le auto cinesi.

E ha tentato la spinta commerciale dei veicoli elettrici a suon di incentivi, anche se le aziende europee non riescono a raggiungere i volumi di produzione desiderati, vedendosi costrette a stringere partnership con la Cina.