Italia spaccata anche sugli stipendi. Un nuovo studio della Cgia di Mestre ha classificato tutte le province del nostro Paese in base alla retribuzione media lorda che i lavoratori percepiscono. I dati mostrano una concentrazione di stipendi elevati al Nord, con Milano che stacca di netto tutte le altre zone d’Italia. Ottimi risultati anche per le province dell’Emilia Romagna grazie alla grande concentrazione di aziende che operano in settori dall’alto valore aggiunto.
La produttività è anche la ragione per cui le province del Sud sono nei posti più bassi della classifica. I bassi livelli di valore aggiunto dei settori più diffusi in queste regioni, per primo il turismo, impoveriscono la popolazione, con le province siciliane e calabresi che sono tra quelle maggiormente in difficoltà nel paragone con il resto del Paese.
La classifica delle province italiane dove si guadagna di più
Gli stipendi in Italia sono da anni fermi e si allontanano sempre di più dalla media europea. Per questa ragione è importante conoscere quali siano i luoghi dove gli stipendi sono più alti e reggono il passo di quelli del resto dei Paesi membri dell’Ue. Secondo una recente ricerca della Cgia di Mestre, è il Nord la zona con più possibilità di guadagno per i lavoratori. Delle prime 20 province in classifica, la sola che non si trova in questa aerea geografica è quella di Roma, 18esima.
- Milano 32.472 euro lordi all’anno (126,01 euro al giorno)
- Parma 26.861 euro lordi all’anno (105,10 euro al giorno)
- Modena 26.764 euro lordi all’anno (103,82 euro al giorno)
- Bologna 26.610 euro lordi all’anno (103,92 euro al giorno)
- Reggio Emilia 26.100 euro lordi all’anno (101,01 euro al giorno)
- Lecco 26.018 euro lordi all’anno (98,49 euro al giorno)
- Torino 25.428 euro lordi all’anno (99,65 euro al giorno)
- Bergamo 25.256 euro lordi all’anno (96,53 euro al giorno)
- Varese 25.165 euro lordi all’anno (97,39 euro al giorno)
- Trieste 25.165 euro lordi all’anno (99,94 euro al giorno)
- Bolzano 24.946euro lordi all’anno (106,18 euro al giorno)
- Vicenza 24.842 euro lordi all’anno (94,61 euro al giorno)
- Genova 24.737 euro lordi all’anno (100,54 euro al giorno)
- Lodi 24.688 euro lordi all’anno (94,41 euro al giorno)
- Padova 24.613 euro lordi all’anno (93,96 euro al giorno)
- Treviso 24.528 euro lordi all’anno (93,75 euro al giorno)
- Novara 24.522 euro lordi all’anno (95,23 euro al giorno)
- Roma 24.243 euro lordi all’anno (101,67 euro al giorno)
- Cremona 24.066 euro lordi all’anno (92,60 euro al giorno)
- Pordenone 23.975 euro lordi all’anno (91,76 euro al giorno)
I dati sono di Inps e prendono in considerazione i lavoratori tolti gli operai domestici e agricoli, che hanno lavorato almeno un giorno nel 2022 e che operano nel settore privato. La ragione della presenza di queste province in cima alla classifica è il tipo di aziende che vi operano. Un esempio è l’Emilia Romagna, presente sul podio con Parma, e Modena e che occupa anche la quarta e la quinta posizione con Bologna e Reggio Emilia. Alcuni dei settori che si distinguono per l’alta produttività e quindi per gli stipendi superiori sono la meccanica, l’automotive di lusso e la farmaceutica.
Qui la classifica delle regioni in cui si guadagna di più.
Il Sud sul fondo della classifica: la differenza sta nella produttività
Sono invece le regioni del Sud ad occupare le ultime posizioni in classifica. Abruzzo, Basilicata, Sardegna, Molise, Campania, Puglia, Sicilia e Calabria occupano le ultime otto posizioni per retribuzioni. Le province con gli stipendi più bassi sono Trapani con 14.365 euro, Cosenza con 14.313 euro, Nuoro con 14.206 euro e all’ultimo posto Vibo Valentia con solo 12.923 euro lordi.
La ricerca mostra però come questi dati siano strettamente correlati alla bassa produttività delle stesse aree. Le ultime 6 regioni in classifica per stipendi occupano quelle posizioni, benché rimescolate, anche per quanto riguarda la produttività, con dati simili. I settori diffusi in queste aree, specialmente nel privato, sono a basso valore aggiunto, come il turismo, e la loro preponderanza indebolisce il tessuto economico.