Il nuovo contratto degli statali non fa “sconti” a nessuno ed ecco che anche per i militari italiani avanza, senza troppi intoppi, la possibilità di usufruire molto presto della settimana corta di 4 giorni lavorativi. Si tratterebbe di una novità assoluta per l’Esercito italiano, con lo Stato Maggiore che, in risposta a una sollecitazione sindacale, apre alla riduzione dei giorni lavorativi per i militari, pur nel rispetto del vincolo del mantenimento delle 36 ore settimanali e della continuità di servizio.
Settimana di 4 giorni anche per i militari
A pochi giorni dall’accordo sul nuovo contratto degli statali raggiunto dai principali sindacati italiani (senza Cgil e Uil), la Stato Maggiore dell’Esercito italiano ha risposto con una circolare alle forze di rappresentanza dei lavoratori che, da subito, avevano avanzato la richiesta per i militari di poter godere della cosiddetta settimana corta (4 giorni).
Citando la direttiva 8002 sull’istituto dello straordinario e compensi connessi all’orario di lavoro, lo Stato Maggiore ha reso noto nella circolare la possibile “riarticolazione dell’orario di servizio” da parte del comandante del Corpo, il che può tradursi in una settimana di 4 giorni, così come di 6.
I vincoli alla settimana corta
Le aperture al cambiamento mostrate dallo Stato Maggiore devono tuttavia scontrarsi con alcuni importanti paletti. Viene anzitutto sottolineato che non si tratterebbe, anche in caso di adozione, di una decisione “definitiva” e che risentirebbe sempre delle possibili “particolari condizioni operative, addestrative, logistiche, nonché ambientali”.
Altro aspetto fondamentale è rappresentato dalla continuità del servizio che non può non essere garantito. Nella circolare si legge che, pur in presenza dell’adozione della settimana corta da parte dell’Esercito italiano, deve essere assicurata “la continuità del servizio/funzionalità del reparto mediante l’individuazione, ad esempio, delle necessarie aliquote/nuclei di personale da mantenere in attività”.
La flessibilità degli orari
Altro aspetto molto importante espresso dalla circolare dello Stato Maggiore è rappresentato dalla maggiore flessibilità sugli orari che potrebbe essere concessa ai militari italiani. Viene nello specifico fatto riferimento alla “possibilità di concedere un orario flessibile individuale, da attuarsi in fasce temporali”, così da consentire agli addetti di “contemperare le esigenze familiari/personali del militare istante con le esigenze di servizio”.
Aspmi parla già di una grande vittoria
Le aperture disposte dallo Stato Maggiore dell’Esercito italiano provocano particolare fermento all’interno dell’ Aspmi, il Sindacato militare dell’Esercito Italiano. Il segretario Francesco Gentile non ha esitato infatti a parlare di “una vittoria importante” per tutti i lavoratori dell’esercito. Per il numero uno di Aspmi a rendere ancora più importante l’accaduto è il fatto che la comunicazione dello Stato Maggiore sia stata pubblicata sul sito dell’Esercito, senza che vi sia stata la necessità per il sindacato di rivendicare le proprie istanze in un tavolo di confronto.
“Da sempre – ha detto Gentile – sosteniamo che l’attuale direttiva sull’orario di lavoro sia già adeguata a consentire tale flessibilità senza necessità di ulteriori normative o interventi che rischierebbero di distogliere l’attenzione da questioni più urgenti e rilevanti al tavolo contrattuale”.
Concorde con Gentile è anche il parere del generale Domenico Rossi, già presidente del Cocer ed ex sottosegretario alla Difesa: “Ritengo che la circolare di fatto chiarisca un quadro che salvaguarda le esigenze operative ma tiene conto di quelle personali, garantendo una flessibilità che può andare incontro a entrambe”.