Reddito di cittadinanza: quanto può arrivare a prendere una famiglia con figli

Il Reddito di cittadinanza resiste con qualche "ritocco" per renderlo più efficiente ed inclusivo.

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Redazione

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Pubblicato: 10 Novembre 2021 07:55

Il Reddito di cittadinanza resiste con qualche “ritocco” per renderlo più efficiente ed inclusivo. Le nuove norme previste dalla Manovra non eliminano completamente l’effetto disincentivo a lavorare, ma quanto meno riescono a correggere la traiettoria di una misura pensata per le famiglie più disagiate e come accompagnamento al lavoro. Ma quando può arrivare a prendere una famiglia con figli?

Reddito a 1540 euro per famiglie numerose

Fra le proposte di revisione formulate dal Comitato scientifico istituito ad hoc c’è anche una revisione della scala di equivalenza, che andrebbe a penalizzare i single e favorire le famiglie numerose e/o con disabili. La soglia massima per una famiglia numerosa passerebbe da 2,1 a 2,8, per arrivare a 2,9 se ci sono disabili. Per ciascun minore la scala di equivalenza passerebbe da 0,2 a 0,4.

Cosa significa questo in soldoni? Un single potrebbe percepire al massimo 450 euro, mentre l’assegno per una famiglia numerosa con figli potrebbe arrivare a 1.540 euro. Vediamo i casi:

  • single senza figli il reddito annuale passerebbe da 6.000 a 5.400 euro pari ad un assegno mensile che scende da 500 a 450 euro;
  • famiglia con due genitori e 4 figli arriverebbe a percepire il beneficio massimo pari a 15.120 euro l’anno pwer una scala di equivalenza pari a 3, cui si aggiungerebbe anche il contributo per l’affitto di 3.360 euro l’anno per un reddito totale di 18.480 euro l’anno pari a 1,540 euro di assegno mensile.

Confermato decalage assegno

Il Governo ha anche confermato il meccanismo del “decalage” dell’assegno nel caso in cui venga rifiutata la prima offerta di lavoro “congrua”.

E’ passata dunque la linea prudenziale che non aggancia in modo automatico il decalage al tempo (ad esempio passati tre mesi) ma lo mette in relazione co un rifiuto di una proposta di lavoro e stabilisce che questa debba essere “congrua” e non simbolica.