Permessi legge 104 e smart working, quando sono possibili

I tre giorni di permesso mensile previsti dalla legge 104 possono essere fruiti a ore anche durante lo smart working

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Anche chi è in smart working ha diritto a ottenere i permessi della legge 104 per sé stesso o per assistere un parente o il coniuge disabile.

Lo precisa l’Ispettorato nazionale del lavoro dopo un lungo confronto con i sindacati, ammettendo la possibilità di avere i permessi della legge 104 in smart working se si frazionano ad ore. Il lavoratore disabile che beneficia della misura e lavora da casa, quindi, ha gli stessi identici diritti del lavoratore che svolge la sua attività in sede.

Permessi legge 104 e smart working, quando si possono fruire

L’ispettorato ha ammesso la possibilità di fruire dei permessi 104 nei periodi di smart working, anche frazionati ad ore, “se il lavoratore ritiene che le esigenze personali non sono compatibili con l’organizzazione di lavoro agile”.
L’Inail riconosce la “difficile compatibilità della fruizione oraria con il lavoro agile (poiché svincolato da vincoli di orario di lavoro)” ma non esclude più la fruizione frazionata dei permessi durante i periodi di smart working.

Invece – spiega l’Istituto – “nei casi in cui il lavoratore ritenga che l’esigenza personale può essere soddisfatta durante la propria modulazione organizzativa dell’attività lavorativa, diventa non necessario ricorrere al permesso orario”. Tutto dipende, quindi, dalle valutazioni del lavoratore sulla compatibilità dei tempi da dedicare al lavoro ed alle necessità della persona da assistere; potrà scegliere di ripartirli nei modi più opportuni.

Questa interpretazione, conclude l’Inl, è posta a tutela della flessibilità di cui gode il lavoratore durante il lavoro agile. Al lavoratore infatti risulta dovuta l’auto-organizzazione e dunque la conciliazione vita-lavoro. Ove detta conciliazione non risulti possibile, potrà perciò esercitarsi il diritto alla fruizione frazionata del permesso.

Permessi legge 104: a chi spettano

La legge 104 consente ai lavoratori dipendenti, sia pubblici sia privati, di usufruire di tre giorni mensili di permesso, interamente retribuiti e coperti da contribuzione figurativa. L’agevolazione è concessa per assistere familiari affetti da disabilità grave e già accertata.

I permessi spettano a un unico lavoratore per assistere lo stesso disabile, ma è consentita la possibilità di assistenza alternata, ad esempio quando entrambi i genitori sono lavoratori dipendenti ed hanno un figlio disabile.

Si tratta di tre giorni di permessi al mese, che possono anche essere usati cumulativamente, suddivisi in sei mezze giornate o frazionati in permessi a ore.
Possono essere richiesti dal coniuge e da un parente o affine entro il secondo grado del soggetto disabile. Qualora i genitori o il coniuge abbiano compiuto 65 anni di età oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, tale diritto può essere invocato anche dai parenti e dagli affini entro il terzo grado.