Scioperano i dipendenti Nielsen. La multinazionale delle analisi che raccoglie i dati per il più importante ente di certificazione degli ascolti televisivi nel nostro Paese, Auditel, ha annunciato tagli alla forza lavoro per la terza volta in circa un anno. A rischio delocalizzazione 60 posti di lavoro, una decisione che ha portato allo sciopero dei dipendenti della sede milanese di Assago.
I tagli sono cominciati dopo il passaggio del controllo di Nielsen a un gruppo di fondi di investimento. Da quel momento l’azienda ha iniziato a razionalizzare le proprie risorse, tagliando soprattutto sui costi legati ai dipendenti. Pesano però anche l’evoluzione tecnologica e la delocalizzazione.
Sciopero Nielsen, annunciati licenziamenti
Nel pomeriggio del 22 aprile il reparto delle risorse umane di Nielsen Media Italy, filiale italiana del gruppo di analisi americano che raccoglie dati per Auditel, ha comunicato ai propri dipendenti un procedimento di licenziamento collettivo. Si tratta del terzo in poco più di 12 mesi e metterebbe a rischio circa 60 posti di lavoro in varie sedi italiane. La decisione ha portato allo sciopero di 46 dipendenti della sede milanese di Assago.
Il gruppo Nielsen, multinazionale americana che fattura 3,5 miliardi all’anno, è di proprietà di tre diversi fondi di investimento che l’hanno recentemente acquisita. “Ci è stato comunicato che gran parte dei servizi sarebbero stati delocalizzati in hub esteri e che tutto il mio reparto verrà dismesso. L’azienda ha spiegato che non si tratta di licenziamenti ma di una semplice riorganizzazione” ha raccontato un dipendente Auditel al quotidiano La Repubblica.
Con l’ultima ondata di licenziamenti collettivi, salirebbero a 146 i dipendenti Nielsen lasciati senza lavoro dall’azienda in Italia. I primi 40 furono licenziati poco prima del Festival di Sanremo dello scorso anno, mentre i successivi 46 a settembre. “Ci è stato detto che i tagli erano la conseguenza di un efficientamento tecnologico, ma non è stato così. Semplicemente, chi è rimasto si è sobbarcato una mole di lavoro maggiore” commentano i dipendenti.
Dai fondi all’intelligenza artificiale, perché Nielsen licenzia
L’inizio della stagione dei licenziamenti in Nielsen è coinciso con il cambiamento dell’assetto proprietario. Nel 2023 infatti i fondi Evergreen e Brookfield ne hanno acquisito la maggioranza, iniziando a tagliare i costi per rendere la società più solida e in grado di generare profitti per gli azionisti. Questo ha comportato anche una razionalizzazione delle risorse umane, principalmente tramite due strumenti: la delocalizzazione e l’aggiornamento tecnologico.
I dipendenti raccontano infatti che i posti di lavoro persi in Italia saranno ricollocati all’estero, in India e in Albania principalmente, per risparmiare sul costo del lavoro. Ma questi impieghi, riporta La Repubblica, sarebbero temporanei. L’obiettivo finale di Nielsen sarebbe infatti quello di implementare tecnologie di intelligenza artificiale per ridurre la necessità di lavoro umano nell’inserimento e nell’analisi dei dati.
L’intelligenza artificiale generativa è particolarmente efficace infatti proprio nel rilevamento di pattern, modalità su cui si basa anche per il funzionamento di strumenti come chatbot e generatori di immagini e che si rivela molto utile anche nella raccolta e nella gestione di grosse quantità di dati, come quelli dell’audience televisivo.