Proseguono gli sbarchi a Lampedusa. Nella notte sono giunti 299 migranti con sette barchini partiti da Sfax, in Tunisia, dopo le 454 persone giunte sull’isola nel corso di 14 sbarchi e la salma di un giovane egiziano trovato su un barchino e deceduto forse per le esalazioni di benzina. L’hotspot è ormai ben oltre la capacità: al momento accoglie quasi 1.900 migranti nonostante la location sia attrezzata per poche centinaia. Tensioni nella serata di ieri a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento – qui sono state spostate complessivamente 548 persone – che hanno convinto il prefetto, Filippo Romano, a sospendere gli spostamenti con i traghetti di linea. Serve, infatti, per prima cosa, alleggerire le presenze fra gazebo e tensostruttura di Porto Empedocle.
I numeri del Viminale
Secondo i dati del Viminale sono stati 89.158 gli sbarchi di migranti nei primi sette mesi del 2023, quasi il doppio dei 41.435 del periodo 2022, con una variazione percentuale del 115,18%. Il principale Paese di partenza verso l’Italia è la Tunisia (l’anno scorso era la Libia). Aumentano i soccorsi a seguito di eventi Sar, coinvolti nel 72,64% dei casi: 64.764 (di cui 3.777 soccorsi da Ong) rispetto ai 19.171 (6.224 soccorsi da Ong) del 2022. I rimpatri sono stati 2.561 (+28,05%) rispetto ai 2.000 dello scorso anno. Crescono anche le richieste di asilo: 72.460 (+70,59%). “Potenzieremo il sistema delle espulsioni soprattutto di persone che si sono rivelate pericolose; e metteremo risorse e procedure più veloci per la realizzazioni di Cpr, i centri presso i quali vengono trattenuti gli irregolari da espellere”, ha annunciato in un’intervista al Messaggero il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Qui per un approfondimento dell’emergenza migranti.
PNRR e migranti regolari
Nel frattempo, la maggioranza lavora per facilitare l’impiego di migranti extra-UE nei cantieri del PNRR. La misura prevede infatti la creazione di una corsia preferenziale per far entrare in Italia almeno 10mila lavoratori stranieri in più e accelerare la messa a terra del Piano. La sua operatività e prevista per l’inizio di settembre – si attende che la legge di conversione del Dl Pa-bis venga pubblicata in Gazzetta Ufficiale – e consentirà alle aziende con sede nella Penisola di impiegare nei cantieri italiani operai extra-Ue già contrattualizzati negli ultimi due anni per almeno 12 mesi. Una “scorciatoia” che punta a favorire soprattutto le imprese specializzate nel settore dell’edilizia. Il meccanismo è quello che già consente visti veloci per ricercatori e docenti universitari.
I nuovi numeri del decreto flussi
I 10mila nuovi lavoratori stranieri andranno a incrementare 136mila arrivi di lavoratori stagionali e non, autorizzati per il 2023 dal governo Meloni. La stima non è altissima ma secondo il governo è destinata a salire man mano che i cantieri per le opere del PNRR saranno effettivamente aperti fino ad arrivare ad assorbire un fetta consistente dei 60mila operai che l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) aveva indicato come necessaria per portare a termine le infrastrutture finanziate con i Fondi europei. Complessivamente nel decreto Flussi varato alcune settimane fa, il Governo ha previsto per il triennio 452.000 ingressi, rispetto a un fabbisogno rilevato di 833.000 unità. Nel dettaglio: per il primo anno gli immigrati autorizzati ad entrare saranno 136 mila (a fronte di un fabbisogno di 274 mila e 800 lavoratori), nel 2024 altri 151 mila (contro 277 mila posti di lavoro disponibili), nel 2025 altri 165 mila (su 280.600 posti richiesti).