Miele taglia 1.300 posti di lavoro, continua la crisi per il re degli elettrodomestici

Miele ha dichiarato che sono previste indennità di licenziamento e programmi di prepensionamento per ridurre la forza lavoro

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il produttore tedesco di elettrodomestici Miele ridurrà la forza lavoro in Germania di circa un nono. Dalla sede centrale di Gütersloh, l’azienda ha annunciato che verranno eliminati circa 1.300 dei 11.700 posti attualmente esistenti.

Miele ha inoltre comunicato di aver raggiunto un accordo con il sindacato Ig Metall per un nuovo contratto collettivo. Questo contratto sarà in vigore dall’inizio di agosto 2024 fino alla fine di dicembre 2028 e includerà investimenti per un totale di 540 milioni di dollari.

I licenziamenti di Miele e l’inizio della crisi

Dei 1.300 licenziamenti, 700 posti di lavoro verranno trasferiti dallo stabilimento di produzione delle lavatrici a uno stabilimento polacco. Gli altri 600 posti di lavoro verranno tagliati in modo generalizzato in tutte le sedi tedesche, sia nelle vendite che nella produzione e nell’amministrazione.

Miele sta affrontando una fase difficile. Durante la pandemia gli affari andavano molto bene, poiché il maggior tempo trascorso a casa ha incrementato l’acquisto di elettrodomestici. Tuttavia, dopo la fine della pandemia, la domanda è diminuita e le vendite sono scese a poco meno di 5 miliardi di euro nel 2023, rispetto ai 5,4 miliardi del 2022. E così, dopo tre anni di crescita, il gruppo ha registrato un calo dei ricavi del 9% nel 2023 e quasi il doppio in termini di unità vendute. “Non ci sono segnali di un’imminente ripresa del mercato“, scriveva l’azienda in una nota all’inizio dell’anno, “perché quello che stiamo vivendo attualmente non è una recessione economica temporanea, ma piuttosto un cambiamento duraturo”.

Questa ondata di licenziamenti è stata annunciata a febbraio, con un coinvolgimento totale di 2.200 persone in tutto il mondo, pari al tempo al 12% della forza lavoro dell’azienda. Di questi esuberi, 1300 riguardano la Germania. “Quello che stiamo vivendo non è un calo temporaneo dell’economia, ma un cambiamento duraturo delle condizioni generali che ci riguardano, a cui dobbiamo adattarci”, aveva dichiarato la direzione del gruppo Miele in un’informativa interna ai dipendenti. “L’azienda – sottolinea la nota – agirà quindi in modo rapido e deciso per uscire rafforzata da questa situazione difficile”.

Miele ha spiegato che per ridurre la forza lavoro sono previste indennità di licenziamento e programmi di prepensionamento, escludendo fondamentalmente i licenziamenti per motivi operativi fino alla fine del 2027. Tuttavia, esiste una scappatoia: se la riduzione dei posti di lavoro sarà inferiore alle aspettative, potranno essere effettuati ulteriori licenziamenti.

I rischi in Italia

Per il momento, non si sa se questi tagli coinvolgeranno anche l’Italia, che è stata in parte colpita dalla questa tornata di licenziamenti di febbraio. Miele è presente in Italia da oltre 60 anni e nel 2023 ha raggiunto un fatturato di 150 milioni di euro. La sede italiana di Miele si trova a San Michele Appiano, a Bolzano, e conta oltre 130 dipendenti. L’azienda è presente su tutto il territorio nazionale con una rete capillare di rivenditori autorizzati e dispone di 7 store nelle città di Milano, Roma, Bolzano, Torino, Padova, Napoli e Bologna.

Le difficoltà del mercato degli elettrodomestici

Il settore dei grandi elettrodomestici in Europa è estremamente competitivo, con una corsa frenetica tra le catene di distribuzione e i gruppi per offerte promozionali e prezzi aggressivi, a scapito principalmente dei produttori. Infatti, il 2023 non è stato un anno positivo per il mercato degli elettrodomestici, con una diminuzione della domanda che ha interessato non solo il mercato nazionale, ma anche quello europeo, a causa del clima di incertezza generato dal contesto geopolitico e dall’impatto negativo dell’inflazione.

Secondo i dati di GfK presentati a febbraio, nel 2023 si è registrata una diminuzione del volume delle vendite (-1,8%), ma un aumento del valore (+4,1%). Il trend del 2023 rispetto all’anno precedente ha evidenziato che le lavatrici sono state tra i prodotti trainanti, supportate da modelli ad alta efficienza energetica, connettività e dotati di funzione vapore.