Microsoft chiede ai dipendenti in Cina che lavorano nel settore dell’Ai di trasferirsi

A causa delle crescenti tensioni geopolitiche tra Cina e Stati Uniti, Microsoft chiede ai suoi dipendenti che risiedono in Cina di trasferirsi. Emerge un nuovo partner: il Vietnam

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 16 Maggio 2024 08:55

Microsoft ha proposto a circa 700-800 dei suoi dipendenti, prevalentemente ingegneri cinesi attivi nelle divisioni di cloud computing e intelligenza artificiale, di considerare il trasferimento fuori dalla Cina.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la proposta è stata avanzata all’inizio di questa settimana e include come opzioni di trasferimento paesi come Stati Uniti, Irlanda, Australia e Nuova Zelanda.

Crescenti tensioni Usa-Cina

La mossa di Microsoft avviene in un contesto di crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina. L’amministrazione del presidente Joe Biden ha infatti implementato restrizioni sulle importazioni di diversi settori cinesi, tra cui batterie per veicoli elettrici, chip per computer e prodotti medicali.

Inoltre, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti sta valutando l’introduzione di nuove normative per limitare l’export di modelli di intelligenza artificiale proprietari o closed source. Che ci fossero problemi di informazioni legate all’Ai era chiaro anche dalle ultime notizie che riguardano il commercio di Tesla in Cina, dove da poco si è recato persino Musk per cercare di trovare un accordo (in parte raggiunto).

Opportunità di trasferimento

Un portavoce di Microsoft ha dichiarato al Wall Street Journal che offrire opportunità di trasferimento fa parte della strategia globale dell’azienda. Ha confermato che Microsoft ha condiviso questa opportunità di trasferimento facoltativa con un gruppo selezionato di dipendenti, ribadendo allo stesso tempo il suo impegno verso la Cina.

Questa iniziativa riflette le preoccupazioni crescenti di Microsoft riguardo alle tensioni geopolitiche tra le due potenze mondiali e alle potenziali implicazioni per il suo personale e le operazioni in Cina.

Crescente surplus commerciale del Vietnam

Mentre gli Stati Uniti intensificano gli sforzi per ridurre il commercio con la Cina aumentando le tariffe, le importazioni dal Vietnam sono cresciute. Il Vietnam ha registrato un surplus commerciale con gli Stati Uniti di quasi 105 miliardi di dollari nel 2023, più del doppio rispetto al 2018, quando l’amministrazione Trump ha imposto tariffe pesanti sui beni cinesi. Attualmente, il Vietnam ha il quarto più alto surplus commerciale con gli Stati Uniti, dopo Cina, Messico e Unione Europea.

I dati commerciali, doganali e di investimento esaminati da Reuters e confermati dalle stime preliminari della Banca Mondiale, rivelano che il boom delle esportazioni vietnamite è stato alimentato dalle importazioni cinesi. Questi flussi commerciali sono altamente correlati, con una stima della Banca Mondiale che indica una correlazione del 96% tra le importazioni cinesi e le esportazioni vietnamite verso gli Stati Uniti, rispetto all’84% prima della presidenza di Donald Trump.

Con oltre 114 miliardi di dollari di importazioni statunitensi dal Vietnam nel 2023, più del doppio rispetto al 2018, il Vietnam è diventato un hub manifatturiero attrattivo per produttori e commercianti. Nguyen Hung della Rmit University Vietnam ha dichiarato che il Vietnam ha assorbito oltre il 60% della perdita di quote di mercato della Cina nei settori tessile ed elettronico.

L’input cinese è ancora vitale, poiché circa l’80% del valore delle esportazioni vietnamite di elettronica è costituito da componenti cinesi. Un terzo delle importazioni vietnamite proviene dalla Cina, in particolare elettronica e componenti.

Problemi di lavoro forzato e divieti commerciali

Il Vietnam sta attirando l’attenzione degli Stati Uniti anche per la sua esposizione allo Xinjiang, regione cinese nota per le accuse di violazioni dei diritti umani contro la minoranza degli Uiguri. Lo Xinjiang è la principale fonte di cotone e polisilicio, entrambi utilizzati per l’industria del Vietnam. Nel 2023, le importazioni di cotone grezzo dalla Cina da parte del Vietnam sono state circa il doppio rispetto al 2018.