Novità per i lavoratori nella Manovra 2025, dagli sgravi alle retribuzioni

Taglio del cuneo contributivo, flat tax per autonomi e nuove detrazioni Irpef: le misure ipotizzate nella Manovra 2025 per sostenere i lavoratori

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 15 Ottobre 2024 11:00

La Manovra 2025 si concentrerà su una serie di interventi strutturali per migliorare le condizioni dei lavoratori. Tra le ipotesi un pacchetto di sgravi fiscali e previdenziali che potrebbe arrivare a 15 miliardi di euro. Tra le misure principali, la conferma del taglio del cuneo fiscale, ma anche nuove detrazioni Irpef, oltre a interventi specifici per le partite Iva e i dipendenti pubblici.

Ipotesi di misure in Manovra: quali sono

Ecco le principali misure ipotizzate nella Manovra 2025 per lavoratori dipendenti, autonomi e pubblici troviamo:

  • taglio del cuneo contributivo, che potrebbe confermare il taglio di 7 punti percentuali per i redditi fino a 25.000 euro e di 6 punti fino a 35.000 euro;
  • detrazione Irpef, con un nuova detrazione per i redditi oltre i 35.000 euro, con meccanismo progressivo fino a 40.000 euro;
  • flat tax per autonomi, ovvero l’estensione della flat tax al 15% fino a 100.000 euro di ricavi per le partite Iva;
  • fondi per i contratti pubblici, con nuovi stanziamenti per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e rifinanziamento dell’indennità di vacanza contrattuale;
  • welfare aziendale, per una proroga della tassazione agevolata al 5% per il welfare aziendale e detassazione dei fringe benefit fino a 2.000 euro;
  • taglio delle detrazioni fiscali, con l’introduzione di un tetto alle detrazioni in base al reddito e stop ai bonus per le seconde case;
  • bonus mamme lavoratrici, con l’estensione delle agevolazioni anche alle lavoratrici autonome e partite Iva.

Taglio del cuneo fiscale e contributivo: verso una misura strutturale

Il taglio del cuneo fiscale, introdotto temporaneamente nel 2023, diventerà strutturale nella Manovra 2025. La riduzione, che riguarda i contributi previdenziali, mira a colmare il divario tra il costo del lavoro per i datori e il netto percepito dai lavoratori.

Attualmente, il cuneo fiscale in Italia è tra i più alti nei Paesi dell’OCSE, attestandosi al 45,9%. Ciò significa che un’azienda spende oltre il doppio del netto erogato al dipendente. In termini pratici, uno stipendio netto di 1.500 euro costa all’azienda circa 3.150 euro.

Con la nuova Manovra, il governo prevede di confermare il taglio del cuneo contributivo di 7 punti percentuali per i redditi fino a 25.000 euro e di 6 punti per quelli fino a 35.000 euro. Questa misura dovrebbe aumentare di circa 100 euro al mese la busta paga di milioni di lavoratori dipendenti, che vedranno un incremento stabile e strutturale delle loro retribuzioni.

Fondi per i contratti pubblici e il welfare aziendale

Il governo ha previsto fondi per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, con l’obiettivo di garantire una continuità contrattuale per il triennio 2025-27. Se non si troveranno sufficienti risorse per i rinnovi, sarà rifinanziata l’indennità di vacanza contrattuale, che richiede almeno 800 milioni di euro.

Inoltre, la Manovra prevede la proroga delle misure di welfare aziendale, che includono la tassazione agevolata al 5% fino a 3.000 euro annui e la detassazione dei fringe benefit fino a 2.000 euro. Queste misure, già applicate nel 2024, saranno rese strutturali per incentivare le aziende a offrire benefit ai propri dipendenti.

Partite Iva e flat tax: le richieste della Lega

Uno dei temi centrali nella discussione della Manovra è l’estensione della flat tax per le partite Iva. Attualmente, la tassa piatta al 15% è applicabile ai ricavi fino a 85.000 euro, con una deroga temporanea che consente l’accesso fino a 100.000 euro di ricavi per un anno. La Lega spinge per stabilizzare la soglia a 100.000 euro, rendendola una misura permanente. Questa operazione potrebbe costare tra 500 milioni e 1 miliardo di euro, a seconda del numero di adesioni.

Per gli autonomi, inoltre, si chiuderà a fine mese il concordato biennale, uno strumento che ha permesso di regolarizzare le posizioni fiscali con agevolazioni e sconti, portando nuove entrate nelle casse dello Stato.