Infortuni e malattie sul lavoro, l’accesso diretto al Registro Inail basta per prevenirli?

Le ultime novità Inail-Inl indicano il potenziamento del ruolo degli ispettori, ma la strada verso una vera sicurezza sul lavoro è lunga, con misure che non trovano applicazione

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Pubblicato: 17 Marzo 2025 08:23

Come pianificare e valutare l’efficacia delle attività di prevenzione di infortuni e malattie professionali di lavoratori, iscritti e non iscritti agli istituti assicurativi? La domanda sorge spontanea se consideriamo gli ultimi dati pubblicati da Inail relativi alle denunce diinfortunio presentate allo stesso istituto (511.688 del periodo tra gennaio e dicembre 2024) ma soprattutto quelli relativi alle patologie denunciate. Le malattie professionali, infatti, crescono del 21,6% tra il 2023 e lo scorso anno, passando da poco meno di 73mila a circa 88.500.

L’ultima novità in tema di sicurezza sul lavoro per provare a invertire il trend è rappresentata dai controlli potenziati con l’accesso diretto degli ispettori Inl al registro telematico Inail, in cui si trovano tutti i dati delle denunce di infortunio o malattia professionale.

Una misura che può rappresentare un grande passo avanti per la sicurezza sul lavoro in Italia, ma che non basta. I numeri sopra indicati rappresentano, infatti, un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato.

Accesso diretto ispettori Inl al registro infortuni Inail

Come comunicato dall’istituto per l’assicurazione contro gli infortuni su lavoro, dallo scorso 4 marzo gli ispettori Inl possono accedere al registro infortuni (ex servizio online Cruscotto infortuni). Oggi lo strumento raccoglie nel dettaglio, per fini statistici e informativi, le informazioni su denunce e comunicazioni di infortunio giunte telematicamente dai datori di lavoro all’istituto – rispettivamente a partire dal 23 dicembre 2015 e dal 12 ottobre 2017 – e si arricchisce di ulteriori funzionalità e di una nuova interfaccia grafica.

Inail sottolinea che questa nuova possibilità di accesso diretto per gli ispettori è attiva, in quanto già prevista dalla Convenzione per l’accesso ai servizi Flussi informativi, Registro delle esposizioni e Cruscotto infortuni e firmata insieme all’Ispettorato nazionale del lavoro nel 2022.

La volontà dell’Istituto, in piena aderenza al dettato dell’art. 8 comma 3 del Testo unico sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, è quella di rendere disponibili all’Ispettorato i dati relativi alle aziende assicurate, agli infortuni e alle malattie professionali denunciate.

Come specifica l’art. 5 della citata Convenzione, l’Ispettorato si impegnerà a trattare le informazioni personali rispettando i vincoli di riservatezza di cui alla normativa europea e nazionale sulla protezione dati, in modo da garantire:

un’adeguata sicurezza delle informazioni, compresa la protezione, mediante misure tecniche e organizzative adeguate, al fine di scongiurare trattamenti non autorizzati o illeciti, la perdita, la distruzione o il danno accidentali e, ai sensi dell‘articolo 32 del Regolamento UE 2016/679.

Sicurezza sul lavoro, che cosa serve oggi

La citata novità, di cui all’accordo Inail-Inl sottoscritto nel 2022, è inclusa tra le attività per il rafforzamento del Sinp, il Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (art. 8 d. lgs. n. 81/2008).

Secondo le intenzioni del legislatore, questo Sistema è mirato espressamente a fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare e valutare l’efficacia della attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Anzi, l’accordo 2022 ha tra i suoi scopi anche quello di meglio condividere tali informazioni, grazie ad un più efficace coordinamento delle varie istituzioni interessate e coinvolte.

Ebbene, questi aggiornamenti sono sufficienti? Basteranno da soli a rendere molto più efficace e tempestiva l’attività di vigilanza sulla sicurezza del lavoro, in contrasto a infortuni e malattie professionali? A ben vedere, la risposta è negativa anche perché non è logicamente pensabile che una sola novità come quella vista sopra, seppur sostanziale, sia in grado di abbassare drasticamente il tasso di incidenza degli eventi lesivi.

Allora cosa serve alla sicurezza sul lavoro per fare un vero salto di qualità?

Più assunzioni di ispettori

Per rispondere alle criticità evidenziate da Inail, una limpida contromisura è rappresentata dall’assunzione di nuovi ispettori, con il compito di integrare l‘organico dell’Inl e contribuire alla prevenzione degli incidenti e alla lotta all’illegalità sul lavoro.

L’ultima manovra prevede nel 2025 nuove selezioni per queste figure, che fanno seguito al concorso dello scorso anno, ma chiaramente è auspicabile che avvengano con frequenza, in modo da garantire turnover e controlli capillari su tutto il territorio.

Più ispezioni a sorpresa

Non solo. Come chiarito dal Ministero del Lavoro dopo l’entrata in vigore del d. lgs. 103/2024 di semplificazione dei controlli sulle attività economiche, al contempo è auspicabile un maggior numero di ispezioni a sorpresa, e quindi senza alcun preavviso, per evitare che le aziende si adeguino soltanto in vista di verifiche programmate.

E sulla scorta dati dei report Inail, le ispezioni dovranno essere sempre più “mirate”: dall’analisi delle segnalazioni e dei settori più critici, l’Ispettorato dovrà intensificare i controlli su aziende con un alto tasso di infortuni e in ambiti come l’agricoltura, l’edilizia o la logistica, in cui si concentra il maggior numero di incidenti gravi.

Ecco allora che la necessità di avere in organico un alto numero di ispettori si manifesta con ancor più chiarezza. Basti pensare al dato di una regione industriale come il Piemonte: lo scorso autunno il quotidiano La Stampa segnalava l’operatività di soli 17 ispettori in tutto il territorio.

Multe più pesanti e sistema di “rating sicurezza” pubblico

Ci sono imprese, specialmente nei settori ad alta rotazione del personale, che evitano di investire nella sicurezza perché considerano le sanzioni un rischio calcolato. Per contrastare questa discutibile prassi il legislatore potrebbe introdurre un sistema sanzionatorio più pesante e deterrente per chi non protegge adeguatamente il personale, riducendo i tempi burocratici di applicazione.

Inoltre l’introduzione per legge di una sorta di sistema di rating sicurezza pubblico potrebbe contrastare infortuni e malattie professionale. Si tratterebbe della creazione di un registro accessibile a consumatori e clienti con il livello di sicurezza di un’azienda. Con un alto tasso di infortuni, le altre aziende sarebbero disincentivate da iniziare una collaborazione. Una specie di patente a punti, insomma, ma pubblica e con un focus sulla sicurezza a tutto tondo.

Uso della tecnologia per la prevenzione

Le aziende non sempre sfruttano le tecnologie disponibili per prevenire incidenti. Ecco allora che dispositivi di protezione intelligenti, come caschi con sensori di impatto, giubbotti con rilevatori di gas tossici per lavoratori in ambienti chiusi e braccialetti di sicurezza per i lavoratori isolati possono rivelarsi decisivi per evitare un incidente grave, specie in settori come agricoltura e manutenzione.

Anche le piattaforme web di segnalazione anonima potrebbero contribuire a ridurre infortuni e malattie professionali. Si tratta di app utili ai lavoratori per segnalare situazioni pericolose senza paura di ritorsioni del capo.

A ben vedere, potrebbe essere opportuno l’uso di droni per ispezioni a distanza: nel settore edile, ad esempio, robot con telecamere sarebbero in grado di verificare la presenza di dispositivi di sicurezza sui cantieri senza bisogno di accesso fisico immediato.

Maggior contrasto alle malattie professionali

Ai fini di una più efficace lotta alle malattie professionali, l’espansione e l’ampliamento delle tabelle Inail, il monitoraggio sanitario continuo con check-up periodici e l’obbligo di adottare misure preventive anti burnout (turni più flessibili e supporto psicologico obbligatorio in settori ad alto stress come sanità e trasporti) costituiscono altri possibili spunti per rispondere al meglio all’emergenza.

Concludendo, l’accesso al Registro infortuni telematico è certamente un passo avanti, ma servono misure più incisive per rendere il lavoro davvero sicuro. Più controlli, sanzioni più severe, formazione pratica e nuove tecnologie appaiono le chiavi per ridurre al minimo infortuni e malattie professionali.