Grave incidente alla raffineria Eni di Taranto che ha coinvolto un lavoratore dell’azienda Officine Tecniche De Pasquale, impegnata in un appalto per Eni. Secondo quanto riportato dalla Uilm, il lavoratore, insieme ad altri tre colleghi, stava trasportando una trave di tre metri che ha ceduto, colpendolo in particolare su una mano. Pare che la trave gli abbia tranciato un pollice, causando una grave emorragia. Il lavoratore è stato immediatamente soccorso e trasportato in ospedale, dove è attualmente ricoverato in prognosi riservata.
I precedenti
La notizia è stata diffusa dalla segreteria e dalle rappresentanze sindacali unitarie Uilm dell’appalto raffineria Eni Taranto.
Il sindacato esprime «il proprio dissenso su alcuni comportamenti della committenza nei confronti dei lavoratori e delle ditte dell’appalto, avendo constatato, con grande preoccupazione, che la sicurezza, tanto sbandierata, durante le attività di manutenzione impianti ha assunto marginale importanza, poiché le aziende in appalto ed i loro lavoratori vengono pressati affinché le attività siano svolte in tempi celeri, sacrificando di fatto gli aspetti più basilari della sicurezza». Il sindacato chiede «un incontro specifico che coinvolga la direzione Eni e le aziende di appalto, mirato a definire maggiori garanzie per la salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori».
Non è la prima volta che avvengono degli incidenti nella raffineria di Eni: sempre quest’anno era esploso un incendio nell’impianto di desolforazione, con lunghe colonne di fumo nero visibili anche da molto lontano, e un grave incidente nel 2016, senza conseguenze fatali, che aveva portato ad uno sciopero di 4 ore.
E non è neppure la prima volta che avvengono incidenti gravi nel 2024; anzi, a giudicare i dati di Inail, ormai la sfilza di infortuni sul lavoro è già troppo lunga: nei primi cinque mesi del 2024 sono state presentate 369 denunce di infortunio con esito mortale, con un aumento del 3,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate entro il quinto mese del 2024 sono state 251.132, segnando un aumento del 2,1% rispetto a maggio 2023. Tra i comparti più colpiti figurano Industria e servizi, con denunce mortali aumentate da 310 a 312, proprio lo stesso settore dove l’lavorava l’operaio.
Affidamento lavori a ditte esterne, le regole per la sicurezza
L’operaio lavora per la Officine tecniche De Pasquale, azienda dell’appalto Eni. Come definito dall’art. 1655 del Codice Civile, il contratto di appalto è un accordo in cui una parte si impegna a realizzare un’opera o a prestare un servizio utilizzando mezzi propri e assumendosi la responsabilità dell’esecuzione, in cambio di un compenso. Questo tipo di contratto è disciplinato anche da ulteriori articoli del Codice Civile, che forniscono dettagli aggiuntivi sulla sua regolamentazione e sulle implicazioni legali associate.
Ma in caso di infortunio sul lavoro, la colpa ricade quindi su Eni o sulla ditta De Pasquale? Premettendo che tutte le indagini sono in corso e si saprà di più nelle prossime ore sulle dinamiche dell’incidente, si deve sapere che gli obblighi di sicurezza sul lavoro ricadono sul Datore di Lavoro Committente, sia pubblico che privato, che ha la disponibilità giuridica dei luoghi in cui si svolge l’appalto o la prestazione di lavoro autonomo. La presenza, anche saltuaria, di personale dipendente del Committente conferisce tale disponibilità giuridica.
In caso di affidamento di lavori in appalto a imprese o lavoratori autonomi, il datore di lavoro committente deve:
- Verificare l’idoneità tecnico-professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi.
- Pianificare e promuovere la cooperazione e il coordinamento delle attività appaltate con quelle svolte dal proprio personale.
- Elaborare un documento di valutazione dei rischi che indichi le misure adottate per eliminare o, quando non possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze generati da tutte le attività appaltate, ovvero evitare che ci siano eventuali attività a basso rischio di infortuni e malattie professionali.
Nei singoli contratti di appalto, subappalto e somministrazione devono essere specificamente indicati, a pena di nullità, i costi delle misure adottate per eliminare o ridurre al minimo i rischi.