Fusione Ubi-Intesa Sanpaolo: l’elenco delle filiali che passano a Bper

Dall'acquisizione di Ubi da parte del polo milanese usciranno 5mila dipendenti che verranno assorbiti da Bper

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Pubblicato: 13 Novembre 2020 19:39

Nelle ultime ore è stata conclusa una trattativa di lunga durata che riguarda il trasferimento di 5.107 dipendenti nell’ambito dell’acquisizione di Ubi Banca da parte di Intesa Sanpaolo, avvenuta il 17 febbraio scorso.

Questa acquisizione ha portato alla fusione di due importanti istituti bancari, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e rafforzare la presenza sul mercato. Come parte di questa operazione, 620 filiali saranno cedute a Bper, al fine di superare i vincoli antitrust nell’ambito dell’Offerta Pubblica di Scambio lanciata da Intesa Sanpaolo.

Questa mossa strategica è stata pianificata attentamente per garantire la continuità delle attività bancarie e mitigare le eventuali conseguenze sulla forza lavoro coinvolta. La trattativa, che ha richiesto tempo e risorse considerevoli, si è conclusa con successo, consentendo alle aziende coinvolte di procedere con le rispettive strategie di sviluppo e crescita.

Fusione Ubi-Intesa Sanpaolo: i numeri dell’accordo con Bper

Quasi la totalità delle agenzie interessate nell’operazione fanno parte della rete Ubi, solo il 5 per cento del totale appartengono oggi a Intesa Sanpaolo: 486 sono sportelli ai quali si sono aggiunti anche 134 “punti operativi”, a operatività limitata. In ogni caso è stato fornito l’elenco completo delle filiali.

Per arrivare a stabilire questo numero sono stati necessari quattro incontri e altrettante integrazioni dall’accordo dello scorso febbraio tra Intesa Sanpaolo e Bper banca.

La procedura di trasferimento dovrebbe terminare intorno a febbraio per poi perfezionare la cessione del ramo d’azienda di Ubi da parte di Intesa ad aprile.

“Il perimetro del Ramo risulta, pertanto, – è il comunicato diramato da Bper in riferimento all’accordo raggiunto – costituito da 486 Filiali dotate di autonomia contabile e radicamento dei rapporti giuridici con la clientela (7 in più rispetto a quanto già stabilito dalle Parti), e da 134 cosiddetti Punti Operativi funzionali al presidio commerciale della clientela delle Filiali, privi di autonomia contabile”.

Fusione Ubi-Intesa Sanpaolo: il personale

La comunicazione diffusa dalla banca emiliana chiarisce anche il punto del personale: “Le risorse umane riferibili al Ramo risultano complessivamente pari a 5.107, inclusive della quota di risorse interessate dal piano di uscite volontarie contenuto nell’accordo sindacale sottoscritto da Intesa Sanpaolo con le Organizzazioni Sindacali il 29 settembre scorso, risultando sostanzialmente in linea con gli obiettivi di Bper e con quanto originariamente previsto.”

L’accordo tra Intesa e sindacati sull’integrazione di Ubi Banca prevede che le uscite saranno gestite con pensionamenti e prepensionamenti solo su base volontaria, e saranno scaglionate dal 2021 al 2023 – mentre le assunzioni saranno effettuate entro il 2023.

L’acquisizione avrà un impatto significativo sul gruppo emiliano, consentendogli di espandere la propria rete distributiva di oltre il 40%. Questo aumento sostanziale rappresenterà un passo significativo per Bper, posizionandola come il terzo gruppo bancario italiano per dimensioni.

La collocherà infatti in una posizione di rilievo all’interno del settore bancario italiano, superando altre istituzioni finanziarie e diventando una delle realtà più importanti e influenti del panorama nazionale.

Questa mossa strategica riflette la tendenza generale di consolidamento che sta interessando il settore bancario in Italia, con numerose fusioni e acquisizioni che mirano a rafforzare la competitività e la sostenibilità delle istituzioni finanziarie nel mercato odierno.

Il consolidamento consente alle banche di combinare risorse e competenze, ottimizzando le operazioni e migliorando l’efficienza complessiva del settore. Inoltre, una rete distributiva più ampia consentirà a Bper di ampliare la propria presenza territoriale e offrire una gamma più ampia di servizi finanziari ai clienti in tutta Italia.

Per portare a termine l’operazione la banca emiliana ha realizzato un aumento di capitale da 800 milioni di euro.