Click day per colf e badanti: come fare domanda

Cosa sapere sui tre click day per colf, badanti e baby sitter non residenti nell'Unione europea: procedura da seguire e come fare domanda

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il Decreto Flussi 2023 consentirà a 9500 lavoratori non residenti nell’Unione europea di iniziare la propria attività lavorativa nel campo dell’assistenza familiare e socio-sanitaria. Poco meno di 10mila assunzioni, che richiedono però una specifica domanda. Di seguito tutte le informazioni del caso, al fine di comprendere quali siano i passaggi necessari per la propria istanza telematica.

Le date per le assunzioni di colf e badanti

Dicembre è il mese del click day per colf, badanti e baby sitter, o almeno per chi ricopre questi ruoli e non risulta residente in uno Stato dell’Unione europea. Il processo ha avuto il via il 2 dicembre. Tutto ciò rientra nel Decreto Flussi 2023, che ha come obiettivo la regolarizzazione di un gran numero di lavoratori e lavoratrici, ben 136mila in un triennio. Sguardo rivolto a subordinati, autonomi e stagionali.

Considerando il gran numero di richieste e i 9500 posti a disposizione, si è tentato di facilitare il processo il più possibile. A seconda della categoria, dal 30 ottobre al 26 novembre è stata attivata una fase preparatoria. Lo scopo era quello di garantire una precompilazione dei moduli di domanda.

Tre le date da segnare sul calendario. Il 2 dicembre scorso c’è stato il click day per quanto concerne gli autonomi. Il 4 dicembre sono invece partite le domande per i soggetti subordinati. Spazio poi a una terza data, quella del 12 dicembre, che darà il via alle domande relative ai lavoratori e lavoratrici stagionali.

Per quanto si parli di click day, non è di certo disponibile una sola giornata per presentare la propria domanda. I tempi previsti per l’istanza relativa a colf, badanti e baby sitter consentono la procedura fino al 31 dicembre (compreso). La valutazione avverrà in ordine cronologico, con il rilascio di un nulla osta entro 60 giorni.

Chi otterrà l’autorizzazione da parte del ministero dell’Interno otterrà automaticamente l’avviso. Lo stesso avverrà anche negli uffici delle Ambasciate italiane dei Paesi di origine di quelli che saranno i futuri lavoratori domestici. Sarà inviato, inoltre, il visto d’ingresso per consentire l’arrivo in Italia, con chance di immediata assunzione.

Come presentare la domanda

Il Viminale ha messo a disposizione un modello A-bis. Tramite questo occorre presentare la propria domanda in forma telematica. Il tutto attraverso il portale del ministero dell’Interno. Sul modello occorre indicare anche la retribuzione prevista dal CCNL di settore. L’importo minimo garantito dev’essere pari almeno a quello dell’assegno sociale, che ammonta a 503,27 euro mensili.

Sono svariati gli elementi di cui tener conto ed eccoli riportati:

  • Richiesta nulla osta – Può essere inoltrata in caso di lavoro a tempo determinato e indeterminato, a tempo pieno o part-time. L’assunzione va formalizzata dalla firma del contratto di soggiorno presso lo Sportello Unico. In seguito il datore di lavoro avrà la responsabilità di trasmettere la necessaria comunicazione all’Inps;
  • Chi può fare domanda – Questa può essere presentata dal diretto interessato che necessita di assistenza, così come da un componente del suo nucleo familiare. Il regolamento consente la procedura anche a case famiglia, comunità di recupero, comunità religiose, convivenze militari, strutture d’assistenza disabili e comunità focolari;
  • Reddito – Necessaria una verifica reddituale. Un datore di lavoro singolo non deve vantare un reddito imponibile inferiore a 20mila euro. In caso di più soggetti all’interno del nucleo, l’importo sale a 27mila euro;
  • Indisponibilità sul territorio – La domanda dev’essere presentata soltanto dopo aver verificato, tramite richiesta all’Anpal, l’eventuale indisponibilità di lavoratori già presenti sul territorio nazionale.