La crisi nell’auto colpisce anche Bosch, previsti 5.500 licenziamenti in Germania

La maggior parte delle uscite saranno in Germania entro il 2030 nella componentistica per auto e si somma ad altri 7mila tagli previsti dal gruppo

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 23 Novembre 2024 18:51

Un altro colosso dell’automotive annuncia riduzioni occupazionali. Bosch ha comunicato che prevede di tagliare 5.550 posti di lavoro a livello globale, con una prevalenza di queste riduzioni in Germania. I licenziamenti saranno attuati entro il 2030. Attualmente, l’azienda conta circa 429.000 dipendenti in tutto il mondo.

Quanti sono i licenziamenti

I licenziamenti annunciati riguardano principalmente 3.500 lavoratori della divisione “cross-domain computer solutions”, i cui contratti saranno interrotti entro la fine del 2027. Bosch ha anche comunicato che ridurrà ulteriormente 750 posti di lavoro nella fabbrica di Hildesheim, con 600 licenziamenti previsti entro la fine del 2026 e i restanti 150 entro il 2032. Inoltre, altre 1.300 posizioni saranno eliminate in uno stabilimento vicino a Stoccarda tra il 2027 e il 2030.

Queste riduzioni si concentrano principalmente nelle attività legate all’elettrificazione dei veicoli, in un contesto di crescita più lenta del previsto nel mercato europeo delle auto elettriche. Saranno interessati anche i team che sviluppano software per la guida autonoma, oltre al comparto tradizionale dei freni e dei sistemi di sterzo.

Le difficoltà di Bosch

“La produzione mondiale di veicoli quest’anno rimarrà sostanzialmente invariata, attorno ai 93 milioni di unità, con una leggera contrazione rispetto all’anno precedente”, ha spiegato il gruppo tedesco in una nota. Il settore automobilistico è segnato da una domanda in calo, ritardi nella transizione verso l’elettrico e una crescente concorrenza da parte dei produttori cinesi. In Europa, “il comparto commerciale deve fronteggiare fornitori che, grazie a costi di produzione inferiori nei Paesi di origine, godono di vantaggi competitivi evidenti”, ha aggiunto il gruppo.

Nei mesi scorsi, Bosch aveva già annunciato una serie di licenziamenti a livello globale, coinvolgendo circa 7.000 persone, principalmente nel settore automobilistico, che costituisce quasi i due terzi dei suoi ricavi, ma anche nei settori degli utensili e degli elettrodomestici BSH.

Le reazioni dei sindacati non si sono fatte attendere; il consiglio di fabbrica della Bosch e IG Metall hanno manifestato una forte opposizione attraverso una nota ufficiale: “Organizzeremo la resistenza a questi piani su tutti i livelli“, ha dichiarato Frank Sell, rappresentante del consiglio di fabbrica dell’azienda di Stoccarda.

Economia tedesca in crisi

L’economia tedesca, di cui l’industria automobilistica rappresenta uno dei pilastri principali, sta subendo un duro colpo a causa delle difficoltà del settore. Volkswagen, il gigante automobilistico nazionale, sta vivendo una crisi senza precedenti e sta negoziando un ampio piano di risparmi che potrebbe comportare migliaia di licenziamenti o anche la chiusura di stabilimenti in Germania. A partire dal 1° dicembre, sono previsti scioperi presso il principale produttore europeo.

Anche la Ford americana ha annunciato mercoledì 4.000 tagli di posti di lavoro in Europa entro la fine del 2027, con un impatto significativo sulla Germania. Altri produttori tedeschi di componenti auto, come Continental, Schaeffler e ZF, hanno recentemente comunicato riduzioni occupazionali. Questa crisi si estende anche alla Francia, dove le aziende Michelin e Walor stanno attuando piani sociali per far fronte alla situazione.