Scuola, arrivano ben due concorsi: tutte le info utili

Le nuove direttive sulla formazione del PNRR mirano al target di assunzione per 70mila docenti entro il 2024

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Un recente annuncio del Ministero dell’Università e della Ricerca informa che sono in programma nuovi concorsi per la secondaria di primo e secondo grado. I bandi per l’attivazione dei percorsi da 30 e 60 CFU saranno pubblicati nel mese di novembre e febbraio 2024.
Il concorso docenti atteso per il 2023 sarà il primo della fase transitoria prevista dal Pnrr.

Le recenti linee guida per la formazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) mirano a reclutare 70.000 docenti entro il 2024 attraverso concorsi. Bruxelles ha già approvato questa iniziativa, autorizzando 30.000 posti per i concorsi del 2023, e si prevede ulteriori 10-15.000 posti, correlati alle cattedre non coperte dalle immissioni in ruolo di quest’estate.

Concorso novembre 2023: come partecipare

I posti sono stati assegnati con decreti approvati dall’Unione europea. Sebbene i bandi, inizialmente previsti a settembre e poi ad ottobre, siano attesi entro fine novembre, le date esatte non sono ancora confermate, ma sembra imminente. Una volta pubblicato il bando, sarà possibile inviare candidature entro 15-20 giorni, e la prima fase del concorso dovrà essere completata entro il 31 dicembre.

Per partecipare al prossimo concorso PNRR per i posti comuni della scuola secondaria, è sufficiente soddisfare uno dei seguenti requisiti:

  • laurea di accesso alla classe di concorso + abilitazione
  • diploma per ITP della tabella B del DPR 19/2016 (o abilitazione), valido fino al 31 dicembre 2024
  • laurea di accesso alla classe di concorso + 3 anni di servizio negli ultimi 5, svolti nella scuola statale anche non continuativi, di cui uno specifico per la classe di concorso
  • laurea di accesso alla classe di concorso + 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022.

Per i posti comuni dell’infanzia primaria, è sufficiente possedere il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002. Questo include i diplomi ottenuti alla fine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale, avviati entro l’anno scolastico 1997-1998, e comprende anche il titolo di diploma di sperimentazione ad indirizzo linguistico di cui alla Circolare Ministeriale 11 febbraio 1991, n. 27.

Per i posti nell’infanzia, è possibile partecipare con uno dei seguenti requisiti: diploma magistrale ottenuto entro l’a.s. 01/02, concluso al termine dei corsi triennali e quinquennali sperimentali di scuola magistrale, o dei corsi quadriennali o quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale, avviati entro l’anno scolastico 97-98 e aventi valore di abilitazione, incluso il titolo di diploma di sperimentazione ad indirizzo linguistico; abilitazione all’insegnamento ottenuta tramite i corsi di laurea in scienze della formazione primaria; titolo analogo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia.

Per questi posti, è possibile partecipare con il titolo di specializzazione specifico per il grado di scuola richiesto, anche con riserva in attesa del riconoscimento.

Come sarà il secondo concorso

I requisiti di accesso al secondo concorso PNRR, previsto per la primavera 2024, saranno simili a quelli del primo concorso. In aggiunta, si richiederà il completamento di un corso di 30 CFU, soprattutto per coloro che non possiedono una laurea ma hanno conseguito 24 CFU entro il 31 ottobre 2022. È previsto anche l’accesso con riserva nel caso in cui il corso da 30 CFU non sia ancora completato. I posti disponibili saranno circa n. 11.865, tra scuola secondaria di primo e secondo grado.

Come saranno le prove

I concorsi per l’assunzione di personale docente sono strutturati in diverse fasi di valutazione al fine di garantire la selezione dei candidati più qualificati. Innanzitutto, è prevista un’analisi accurata dei titoli, attraverso la quale vengono esaminate le qualifiche accademiche, scientifiche e professionali dei partecipanti.

Successivamente, i candidati devono affrontare una prova scritta, che può variare in base alla specifica classe di concorso. Tale prova costituisce un momento cruciale per dimostrare la propria preparazione e competenza nel campo di insegnamento prescelto. In aggiunta, alcune classi di concorso potrebbero richiedere la realizzazione di prove pratiche per valutare le abilità operative e pratiche dei candidati.

È altresì essenziale che i partecipanti dimostrino una competenza linguistica adeguata in lingua inglese, almeno a livello B2. Questo requisito riflette l’importanza dell’apertura internazionale e della comunicazione interculturale nel contesto educativo contemporaneo.

Per superare ciascuna delle prove, i candidati devono conseguire almeno 70 punti su un totale di 100 punti disponibili. Questo criterio di valutazione rigoroso mira a selezionare coloro che dimostrano una padronanza eccellente delle materie oggetto di insegnamento.

Infine, la valutazione complessiva terrà conto non solo dei punteggi ottenuti nelle prove scritte e orali ma anche dei titoli accademici, scientifici e professionali presentati dai candidati. Questo approccio olistico mira a identificare candidati che non solo eccellono nelle prove d’esame, ma che portano con sé un bagaglio di conoscenze, esperienze e competenze che contribuiranno positivamente all’ambiente educativo.

Quali posti saranno a disposizione

Il Ministero ha comunicato alle Università che, al fine di garantire la selettività nella procedura di reclutamento del personale docente, il fabbisogno di base stimato per i percorsi formativi è di circa 35.595 posti (con possibilità di incremento fino a circa 40.000). Questo valore corrisponde al triplo del numero dei posti che verranno messi a concorso nel concorso pianificato per febbraio 2024, stimato in 11.865 posti e distribuiti secondo il prospetto presente nella piattaforma CINECA.

I percorsi formativi da attivare sono i seguenti:

  • Percorso da 60 CFU/CFA.
  • Percorso da 30 CFU/CFA, da completare entro il 28 febbraio 2024, per consentire la partecipazione al secondo concorso.
  • Percorso da 30 CFU/CFA destinato ai docenti che hanno prestato servizio presso le istituzioni scolastiche statali o paritarie per almeno tre anni, anche non continuativi, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso per la quale intendono conseguire l’abilitazione, nei cinque anni precedenti, e ai docenti vincitori del concorso straordinario bis.

La distribuzione dei posti previsti per i concorsi è indicata come segue:

Per la scuola dell’infanzia e primaria:

  • Quota generale: 55% dell’offerta formativa programmata e accreditata per ogni classe di concorso in ciascuna Università o istituzione AFAM.
  • Quota di riserva: 45% dell’offerta formativa programmata e accreditata per ogni classe di concorso, di cui il 5% è riservato ai titolari di contratti di docenza nell’ambito di percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni.

Per la scuola secondaria:

  • Quota generale: 65% dell’offerta formativa programmata e accreditata per ogni classe di concorso in ciascuna Università o istituzione AFAM.
  • Quota di riserva: 35% dell’offerta formativa programmata e accreditata per ogni classe di concorso, di cui il 5% è riservato ai titolari di contratti di docenza nell’ambito di percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni.

La riserva di posti è destinata a docenti con almeno 3 anni di servizio presso istituzioni scolastiche statali o paritarie nei 5 anni precedenti, anche non continuativi, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso e a partecipanti alla prova concorsuale relativa alla procedura straordinaria bis.
Inoltre, anche a titolari di contratti di docenza nell’ambito di percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni.

Se il numero delle domande di accesso ai percorsi eccede i limiti della riserva di posti, con il decreto del Ministro dell’università e della ricerca, sono definiti i criteri di individuazione degli aventi diritto all’accesso ai percorsi.