Banche, rapporto Fisac Cgil, è crisi di sportelli e di occupazione (-21% dipendenti)

La Fisac Cgil riporta una significativa contrazione bancaria: -20% sportelli e -6% dipendenti in un anno, con prospettive di ulteriore calo entro il 2027

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La chiusura di oltre 5 mila sportelli bancari in cinque anni ha rappresentato una contrazione significativa del sistema bancario italiano, con una riduzione del 20% nel totale degli sportelli e una perdita di quasi il 6% dei dipendenti in un anno. Questo è quanto emerge da un report dell’Ufficio Studi & Ricerche della Fisac Cgil, che evidenzia un ulteriore declino nel 2023, con una diminuzione del -3,9% degli sportelli e una riduzione dell’occupazione del -0,8%.

Riduzione del 21% dei dipendenti bancari dal 2018

Secondo Susy Esposito, segretaria generale della Fisac Cgil, nonostante una contrazione meno accentuata rispetto agli anni precedenti, il 2023 ha visto una continua diminuzione dell’occupazione e delle filiali bancarie, soprattutto nelle aree più fragili del paese. Esposito sottolinea l’importanza che il sistema bancario ritrovi e mantenga la sua funzione di supporto all’economia, ma evidenzia la necessità di affrontare e gestire i processi di trasformazione tecnologica con una maggiore attenzione alle competenze concrete dei lavoratori e alla presenza fisica sul territorio.

Secondo il report della Fisac Cgil basato su dati Bankitalia, alla fine del 2023 le banche italiane e le filiali in Italia di banche estere disponevano di 20.161 sportelli operativi, con il 54% appartenente a banche di maggiori dimensioni. Le banche Spa rappresentavano il 76% degli sportelli, seguite dalle banche di credito cooperativo (20%) e dalle banche popolari (3%). La distribuzione degli sportelli evidenzia una maggiore presenza nelle regioni del Nord, con il 57% del totale, mentre le regioni del Sud e le Isole rappresentano il 22%.

Nel corso degli ultimi cinque anni, tutte le regioni italiane hanno registrato una diminuzione del numero di agenzie bancarie, con tassi di contrazione particolarmente accentuati in alcune regioni del Sud e nelle aree più vicine ai confini nazionali. Questa contrazione si è riflessa anche sul numero di dipendenti bancari, che è diminuito complessivamente di circa il 21% rispetto al 2018, con una tendenza alla concentrazione dei dipendenti nei territori dove sono presenti le sedi dei maggiori gruppi bancari.

Nonostante una leggera riduzione nel tasso di chiusura degli sportelli nel 2023 (-3,9%), più bassa rispetto alla media registrata dal 2018 al 2021 (-4,2% annuale), la Fisac Cgil stima che entro il 2027 potrebbe verificarsi un ulteriore calo di filiali bancarie e di dipendenti, nonostante una riduzione prevista dei tassi di chiusura degli sportelli. Questa contrazione potrebbe comportare la perdita di circa 600/1.000 sportelli. Riguardo ai dipendenti, la riduzione annuale (-0,8%) è leggermente inferiore alla media del quinquennio precedente (-1,16% annuo), ma è probabile una ulteriore diminuzione del personale, con un range previsto tra 2.500 e 3.500 unità entro il 2027.

Osserva poi, con riferimento alle strutture fisiche: “Leggiamo delle interessanti linee di tendenza in questi dati, che confermano quanto da tempo sosteniamo: l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, devono fondarsi sul lavoro. Presenza sul territorio, prossimità alla clientela, competenze specifiche e non standardizzate, sono punti insostituibili. Lo dimostrano anche le strategie di alcuni colossi bancari americani, che si reinsediano nei territori per sostenere l’economia. Il contratto nazionale ci da’ uno strumento unico per accompagnare il settore bancario nel futuro, nella consapevolezza che la sua forza è nel lavoro e nel presidio fisico del territorio. È ora di agire perché’ il futuro sia fondato nel lavoro”.