È tornato lo zombieing: cos’è e come reagire

Dal ghosting allo zombieing: di cosa stiamo parlando e come comportarci dinanzi a certe dinamiche sempre più frequenti

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

TikTok ha riportato in vita un termine che sembrava ormai dimenticato. Parliamo di zombieing, che indica un fenomeno sociale in parte simile al ghosting, ormai entrato a far parte della cultura popolare, come dimostra anche il film con Chris Evans e Ana de Armas, Ghosted.

Ma di cosa si parla quando si fa riferimento allo zombieing? Di seguito spieghiamo nel dettaglio gli aspetti di questo fenomeno, cosa lo ha riportato in auge nelle discussioni tra giovanissimi e cosa fare per reagire in maniera positiva.

Cos’è lo zombieing

Le principali dinamiche sociali tendono oggi a essere accompagnate da un neologismo inglese, utile soprattutto alla rapida diffusione social di post e video.

La community online sceglie un termine e così tutti sanno di cosa si sta parlando quando si cita ad esempio il ghosting (quando una persona decide di colpo di ignorarti, interrompendo ogni comunicazione senza un apparente motivo). Un automatismo reale per la Gen Z (a breve per la Gen Alpha) e per una porzione dei Millennial, ma non per tutti gli altri.

Per questo motivo spieghiamo nel dettaglio cos’è lo zombieing, di cui si era già parlato in passato. Si tratta di una dinamica vecchia quanto le relazioni, ma oggi passa attraverso app di vario genere.

Cambiano i tempi ma non l’animo umano, dunque. Ad ogni modo è facile capire come l’etimologia derivi da zombie, ovvero i famosi “morti viventi”. In questo caso il genere horror e il sovrannaturale non c’entrano nulla. Ci si concentra, però, sul ritorno dal regno dei morti, ovviamente in maniera figurata, identificando così un ex che decide di tornare a farsi vivo, è il caso di dirlo, dopo mesi o anni di silenzio.

Di colpo ci si ritrova a fare i conti con una persona che è uscita dalla nostra vita. Al di là del motivo alla base dell’addio, tutto sembrava ormai archiviato o, per meglio dire, seppellito, ma ecco che l’ex zombie torna a farsi vivo.

Le prime tracce di questa definizione, zombieing, risalgono al 2017. Un’espressione introdotta da alcune riviste di settore online, impegnate nel raccontare le esperienze amorose dei giovani al tempo delle app di dating.  Di recente, però, il termine è tornato in voga grazie a Mariel Darling, cantante di New York che ha ottenuto qualche milione di visualizzazioni grazie a dei video a tema, che sta cavalcando per lanciare alcuni brani.

Ciò ha reso nuovamente attiva un’espressione che sembrava morta (si potrebbe parlare di un processo di zombieing in merito allo stesso termine, ndr), portando in auge la discussione e scatenando commenti come: “Il mio ex ha il complesso di Gesù Cristo. Torna ogni tre giorni”.

Come reagire allo zombieing

Per capire come comportarsi in caso di zombieing, occorre spiegare come ce ne siano di due tipi. Da una parte abbiamo l’ex divenuto tale dopo una normale rottura, più o meno pacifica.

Il consiglio in questa situazione non può essere univoco. Dipende tutto dai motivi dell’addio, così come dalla propria situazione sentimentale, ovvero da cosa si prova nei suoi confronti.

Guardare al passato è spesso una comoda via per non mettersi in gioco nel presente, considerando come sia colmo di incertezze. Ricadere nell’effetto nostalgia può essere pericoloso ma, come detto, la risposta cambia di caso in caso.

Veder riaprire la porta su una storia d’amore interrotta forzatamente a causa di un trasferimento improvviso legato al lavoro e l’impossibilità di far durare una relazione a distanza, potrebbe non essere la peggiore notizia al mondo. Ricevere di colpo messaggi da un ex con il quale si aveva una relazione tossica è invece tutt’altra storia. In casi del genere è fondamentale lottare contro l’illusione che tutto sia diverso e che questa comfort zone sentimentale possa farci del bene.

L’altro caso è quello dello zombieing attuato da un ex sparito nel nulla, scomparso di colpo e, di fatto, come morto. Dal mancato addio ai nuovi messaggi, giunti magari proprio in una fase in cui si era ormai certi d’aver superato quel trauma. Una manovra spregevole e utile unicamente ad alimentare l’ego dello zombie, che ha bisogno d’essere validato da coloro che ritiene essere ancora sotto il suo “incantesimo” e per questo facilmente manovrabili.

Questa porta sul passato va chiusa e poi sbarrata, magari chiedendo aiuto ai propri amici. Un punto di vista esterno e lucido può essere un’arma vincente contro gli zombie, anche se non c’è traccia di questa strategia nei film di Romero.