Fibra ottica, accordo storico: in Italia una rete unica. Come funziona

Tim cede la sua infrastruttura per la realizzazione della rete unica su fibra ottica della nuova controllata dalla Cassa depositi e prestiti: c'è l'accordo

Pubblicato: 31 Maggio 2022 20:03

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

C’è tempo fino al 31 ottobre 2022 per arrivare a un accordo vincolante sulla rete unica. È quello che emerge dal documento firmato dalle aziende coinvolte nei processi di transizione che porteranno l’Italia a superare il divario digitale e avere un network internet più performante. I consigli di amministrazione di Tim, Cdp e Open Fiber hanno siglato un memorandum of understanding, una lettera di intenti che definisce alcune delle modalità con cui sarà fatto questo salto.

Nasce la nuova società per la rete unica

I Cda si sono riuniti in seduta straordinaria per dare il via libera all’accordo preliminare, il primo passo di una lunga strada che rivoluzionerà la linea internet nel nostro Paese. A sorpresa, Tim sembra aver optato, quasi definitivamente, per la cessione della linea, dalla dorsale fino all’ultimo miglio, compresa la parte internazionale di Sparkle.

La netco che nascerà dalla fusione di Tim, Cdp e Open Fiber sarà una controllata della Cassa depositi e prestiti. La decisione è stata presa per far ripartire l’operazione, dopo che si era arenata nel 2020 a causa del vecchio accordo preliminare, che prevedeva una quota di maggioranza per Tim nella nuova società, non compatibile con diverse decisioni normative e politiche.

Per gli analisti di Intermonte, l’infrastruttura ha un enterprise value, calcolato con la somma della capitalizzazione e del debito, di 25 miliardi di euro. Di questi 16,7 miliardi di euro sono riferibili agli asset di Tim e 8,6 miliardi di euro a Open Fiber, con possibili sinergie tra i 4 e i 5 miliardi di euro.

Tim vende le sue infrastrutture a Open Fiber

Tim dovrebbe cedere il suo network fisico a Open Fiber, in cambio del trasferimento di buona parte del debito o addirittura di un pagamento in contanti. La cui valorizzazione potrebbe raggiungere la mastodontica cifra di 18 miliardi di euro.

Tuttavia questo punto è ancora al centro delle discussioni tra le aziende, insieme alla forza lavoro che sarà impiegata, l’area di azione delle singole entità e le sinergie che saranno messe in campo.

Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, presenterà al Market Day del 7 luglio il nuovo piano aziendale della compagnia telefonica. Che dovrebbe comprendere il progetto di scissioni della rete. Tim si occuperebbe a quel punto solo di servizi, concentrandosi su tutto il business della telefonia mobile, con le frequenze 5G, e sul cloud.

Rete unica successo del Governo? I dubbi

A spiegare i dettagli dell’operazione è stato Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, che ha dichiarato che ci aspettano 5 mesi importanti in cui i Cda delle aziende dovranno trovare delle “formule pratiche” per realizzare il progetto della rete unica con la fibra ottica.

Il membro dell’esecutivo ha sottolineato, a margine dell’assemblea di Assolombarda, che il Governo ha sempre puntato all’obiettivo di avere una “rete forte” a sostegno di tutto il Paese, comprese le aree meno connesse.

E ha rimarcato il bisogno di avere una infrastruttura potente e forte in Italia che possa arrivare dappertutto. Per questo l’operazione dovrà essere portata avanti da un solo operatore, che comunque sarà al servizio di tutti. Ci sono tuttavia molte voci fuori dal coro riguardo l’istituzione di una nuova società che sostituirà Tim nella gestione della linea unica.

Maurizio Landini, numero uno della Cgil, ha infatti espresso le sue perplessità sul rischio di perdere “l’unico operatore telefonico domestico“, diventando l’unico Paese europeo a essere privo di una società interna. Per il sindacalista non possiamo “sacrificare una delle più importanti aziende italiane impegnate sul fronte dell’innovazione”.