Dichiarazione dei redditi, arriva Taxfix: come funziona e quanto costa la prima app in Italia per il 730

L'applicazione permette di preparare e inviare la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate in modo semplice e sicuro: l'abbiamo provata

Fare il 730 ovunque voi siate, usando una semplice app? Ora si può. Addio alle code ai Caf e niente più burocrazia, perché fare la dichiarazione dei redditi con lo smartphone adesso può essere semplice e veloce.

Per molti dei 41 milioni di contribuenti italiani, anche se sono in molti ad usare il 730 precompilato online (1,3 milioni ha detto la viceministra all’Economia Laura Castelli), la dichiarazione dei redditi è ancora un’attività complicata: il processo è lungo, tortuoso e dispendioso in termini di tempo. Spesso, il contribuente deve recarsi di persona, una o più volte, da un consulente, oppure utilizzare portali web non sempre facili da capire.

L’idea di una app per il 730 è venuta ai tedeschi Lino Teuteberg & Mathis Büchi, che hanno formato un team composto da esperti in materia fiscale e programmatori per creare un’applicazione per smartphone davvero intuitiva.

Taxfix, come funziona e quanto costa

Taxfix, disponibile per dispositivi Android e iOS, sembra funzionare abbastanza bene. Permette di preparare e inviare la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate in modo semplice e sicuro: l’unica cosa che serve è lo smartphone.

L’app propone un processo guidato composto da una serie di domande. Le domande si adattano alla specifica situazione dell’utente e, una volta raccolte tutte le informazioni necessarie, l’app restituisce una stima del rimborso atteso o della somma da versare.

L’utente così può decidere se inoltrare il proprio 730 al team di commercialisti che a loro volta si occuperanno della trasmissione della dichiarazione all’Agenzia delle Entrate. Il costo per l’inoltro è di 29,90 euro, in linea con le alternative più diffuse che richiedono una visita di persona.

La prova di QuiFinanza

Noi di QuiFinanza abbiamo fatto una prova: possiamo dire che la app ci è sembrata semplice e veloce. Appena installata, ci viene chiesto se abbiamo vissuto all’estero negli ultimi 5 anni. Cliccando su no, la schermata successiva chiede se abbiamo vissuto in Lombardia negli ultimi 5 anni.

Le domande sul lavoro

Poi dobbiamo selezionare la propria occupazione nel 2019, scegliendo tra:

  • studente
  • lavoratore dipendente
  • lavoratore occasionale disoccupato/inoccupato
  • lavoratore autonomo con partita Iva
  • titolare d’azienda (tra le attività rientrano anche affittacamere/B&B)
  • coltivatore diretto o imprenditore agricolo
  • pensionato/pre-pensionato RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata)

Selezionando lavoratore dipendete la domanda successiva è se nel 2019 abbiamo esercitato l’attività di istruttore sportivo/atleta oppure assistente sociale/lavori socialmente utili. Rispondendo no lo step successivo ci chiede di dire se abbiamo lavorato in Italia per tutto il 2019.

Segue se avremo un contratto di lavoro nel mese successivo all’invio del 730 e se questo è sottoscritto con un datore privato o pubblico. Rispondendo sì, ci viene chiesto se nel 2019 abbiamo posseduto all’estero beni mobili/immobili o conti correnti bancari.

Le domande sugli altri redditi

Procedendo, la app ci richiede informazioni in merito ad altri redditi, quali vendita di proprietà, redditi di capitale (interessi, dividendi, plusvalenze), pensione/pensioni diverse da quelle di vecchiaia, assegni di mantenimento. Scegliamo no e poi dichiariamo che abbiamo già presentato il 730 almeno una volta prima di ora, in modo autonomo o presso un commercialista o Caf.

Confermiamo anche di aver presentato il 730 l’anno scorso e con quale modello: 730, Modello Redditi Persone Fisiche (ex UNICO), o quadro RW del Modello Redditi Persone Fisiche.

L’ultima fase della registrazione

Infine, ci viene chiesto se nel 2019 si è verificato uno o più di questi eventi:

  • riacquisto prima casa
  • canoni di locazione non riscossi (sfratto convalidato dal giudice)
  • reintegro delle anticipazioni di un fondo pensione complementare/APE
  • investimenti a sostegno di organizzazioni culturali o sportive (Art Bonus o Sport Bonus)
  • interventi di bonifica ambientale
  • spese per negoziazione o arbitrato

L’ultimo passaggio prevede la registrazione per proseguire, con l’invio di una conferma via mail per confermare. A quel punto, andiamo ad inserire tutti i dati specifici relativi ai redditi, come le spese detraibili, e il gioco è fatto.

Dopo aver risposto a tutte le domande, sappiamo a quanto ammonta il nostro eventuale credito o debito con l’Agenzia delle Entrate. La dichiarazione viene infine controllata e, dopo aver deciso di pagare, inviata all’Agenzia delle Entrate.