Nel corso degli anni Duemila il mondo della tecnologia ha fatto dei passi in avanti impressionanti. Ha di fatto travolto la vita quotidiana di tutti noi. Nonostante ciò, una gran fetta della popolazione continua a guardare con sospetto a computer, smartphone e, in generale, al web.
In tanti sono di fatto costretti a svolgere alcune operazioni, a fatica, con strumenti digitali, operando in maniera ingenua e spesso sconsiderata. Un esempio è la scelta della password, banale e prevedibile, soprattutto da parte di un sistema automatizzato. In molti casi, però, non occorre neanche far affidamento a dei software per individuare il codice d’accesso. Basti pensare che fino a poco tempo fa la password più usata in Italia era: 123456.
La nuova password standard in Italia
I tempi cambiano ma la pigrizia di chi si approccia al web no. Un fenomeno che riguarda di certo le generazioni più anziane, ma anche tantissimi Gen X e Millennial. Differente il discorso, invece, per la Gen Z e Gen Alpha, ovviamente.
Le password che scegliamo sono il nostro principale sistema di tutela a costo zero contro i malintenzionati che operano online. Andrebbero scelte con cura, rese complesse e modificate con una certa regolarità.
Generalmente parlando, invece, si teme di dimenticarle e così si opta per soluzioni a dir poco scontate. Come detto, fino a poco tempo fa i tantissimi si limitavano a “123456”. Oggi le cose sono cambiate, ma non per questo risultano meno allarmanti. La nuova password più usata in Italia è infatti “admin”.
Ecco il nuovo primo posto in questo podio della vergogna. “123456” è ora medaglia d’argento, mentre al terzo posto troviamo “password”. Sono questi i dati emersi dall’analisi condotta dalla società NordPass.
Ampliando lo spettro dell’investigazione, però, “123456” occupa il primo posto a livello mondiale. Ciò evidenzia come il problema non sia affatto italiano. Il fatto che siamo un Paese oggettivamente vecchio non aiuta di certo, ma la questione sicurezza digitale è una grana planetaria.
Sicurezza digitale: come difendersi
Lo studio ha evidenziato altri dati molto interessanti. Risulta evidente come la maggior parte degli utenti tema di dimenticare la propria password e, per evitare di dover procedere al recupero, si preferisce rendere il tutto più semplice possibile. È così che nascono idee geniali come “ciaociao”, “juventus” e “napoli”, che però quest’anno sono uscite dalla top 10.
Si dovrebbe procedere a trascrivere le proprie password, in versione analogica, modificandole regolarmente, almeno una volta all’anno. Ma perché, di colpo, “admin” è diventata la più usata? Semplice, si tratta di quella preimpostata per molti sistemi.
Considerando come per molti servizi si proceda con una serena condivisione (basti pensare al mondo dello streaming), è facile capire come queste password scontate rischino ulteriormente d’essere svelate. Statisticamente parlando, l’ultimo dato preoccupante è il seguente: il 31% dei codici è una sequenza numerica.
Ora che abbiamo evidenziato cosa non fare, però, passiamo a dei metodi semplici per implementare la difesa dei propri sistemi:
- Eliminare sempre gli account che non vengono utilizzati. Possono rappresentare una falla nel proprio sistema, entrando nel mirino di malintenzionati che, una volta entrati, avranno accesso a dati spesso molto sensibili. Il tutto senza che il proprietario se ne accorga, considerando come tale servizio sia ormai inutilizzato;
- Creare password alquanto lunghe e univoche. Ciò vuol dire non ostinarsi ad adoperare la stessa per differenti servizi, anche se complessa;
- Una password complessa ha al suo interno combinazioni di numeri, lettere maiuscole, lettere minuscole e simboli;
- Essere consapevole che il riutilizzo di una password mette a rischio tutti i propri account, in caso di violazione di uno;
- Usare un password manager per tenere traccia, in sicurezza, delle proprie credenziali d’accesso.