Fuga da Open AI, addio da parte di 9 degli 11 fondatori: cosa succede

Dopo gli ultimi due abbandoni nell'arco di pochi giorni, sono rimasti solo due dei co-fondatori di Open AI: il Ceo Sam Altman e il ricercatore, Wojciech Zaremba

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 11 Agosto 2024 21:34

Continua la grande fuga da Open AI da parte dei manager che hanno creato la start up pionieria nella frontiera dell’intelligenza artificiale. A inizio agosto hanno lasciato la società nel giro di pochi giorni due dei co-fondatori: John Schulman, passato al gruppo rivale Anthropic, e il presidente Greg Brockman, che avrebbe lasciato per dedicare più tempo alla vita privata. Motivazioni diverse, ma che allungano la lista di abbandoni da parte dei vertici, arrivata a 9 nomi tra gli ideatori del progetto che hanno dato l’addio.

Gli ultimi addii a Open AI

Rispetto agli 11 manager presenti sin dagli inizi nel 2015, infatti, sono solo due i co-fondatori rimasti in Open AI: il Ceo Sam Altman e uno dei più importanti ricercatori, Wojciech Zaremba.

Lo stesso amministratore delegato era stato licenziato dal board della società lo scorso novembre, salvo poi il clamoroso ripensamento, appena cinque giorni dopo, con il quale era stato richiamato alla guida della start up da 86 miliardi di dollari. Proprio da quel dietrofront gli addii sono cominciato ad aumentare.

“Ho preso la difficile decisione di lasciare Open AI” ha scritto sui social John Schulman, tra gli ultimi a lasciare.

“Questa scelta nasce dal mio desiderio di approfondire la mia attenzione sull’allineamento dell’IA e di iniziare un nuovo capitolo della mia carriera in cui posso tornare al lavoro tecnico pratico” ha spiegato il co-fondatore. aggiungendo di aver deciso “di perseguire questo obiettivo in Anthropic, dove credo di poter acquisire nuove prospettive e fare ricerca insieme a persone profondamente impegnate negli argomenti che mi interessano di più”.

“Mi prenderò un anno sabbatico fino alla fine dell’anno. La prima volta prendo del tempo per rilassarmi da quando ho co-fondato OpenAI 9 anni fa – è stato invece il messaggio di Greg Brockman – La missione è lungi dall’essere completata; abbiamo ancora un’AGI (Artificial general intelligence, ndr) sicura da costruire”.

Chi ha lasciato Open AI

L’elenco di addii da Open AI ha radici più lontane nel tempo. Tra i primi a lasciare ci fu anche Elon Musk, tra i primi co-fondatori ad abbandonare il progetto nel 2018, dopo aver procurato i finanziamenti iniziali. Due anni prima di lui ad abbandonare la start up furono Pamela Vagata, Vicki Cheung e Trevor Blackwell, tutti passati alla concorrenza.

Ma le partenze più recenti sembrano essere legate alla cacciata con immediato ritorno di Sam Altman: a maggio avevano lasciato il direttore scientifico Ilya Sutskever, che aveva sostenuto il licenziamento del Ceo, salvo poi pentirsene, e uno dei ricercatori di punta, Jan Leike, in polemica con i vertici, anche lui approdato in Anthropic.

“Ero a capo del super allineamento di OpenAI e abbandonare questo lavoro è una delle cose più difficili che abbia mai fatto – aveva scritto Jan Leike su X – perché abbiamo bisogno urgentemente di capire come si possono guidare e controllare sistemi di IA più intelligenti di noi”.

“Sono entrato in OpenAI perché pensavo fosse il posto migliore al mondo dove fare questo tipo di ricerca – aveva detto ancora il ricercatore – Tuttavia sono in disaccordo da un po’ di tempo con le priorità stabilite dalla leadership dell’azienda”.

“OpenAI ha una responsabilità nei confronti dell’umanità – aveva aggiunto inoltre Leike -. Ma negli ultimi anni, la cultura e i processi riguardanti la sicurezza sono passati in secondo piano rispetto a prodotti luccicanti”.

Subito dopo la retromarcia sul licenziamento di Altman, a lasciare l’azienda erano state Tasha McCauley ed Helen Toner. Quest’ultima aveva descritto il Ceo come un personaggio ambiguo e ossessionato dall’obiettivo di raggiungere per primo l’Agi (General Artificial Intelligence), la forma di intelligenza artificiale sviluppata per emulare, e forse superare, la capacità intellettiva umana.

Finalmente posso andare a dormire” aveva scritto Toner, dopo il licenziamento di Altman.