Oracle, 300 miliardi da OpenAI per fornire potenza di calcolo a ChatGPT

Oracle ha firmato un contratto da 300 miliardi di dollari con OpenAI per fornire potenza di calcolo a ChatGPT per i prossimi 5 anni: il titolo in Borsa è cresciuto del 36%

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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La grande azienda informatica americana Oracle ha firmato un contratto da record con OpenAI, la startup che ha creato ChatGPT. L’accordo prevede la fornitura di potenza di calcolo per il funzionamento del chatbot di intelligenza artificiale più utilizzato al mondo e vale 300 miliardi di dollari. Una cifra che lo rende il contratto per servizi cloud più ricco di sempre.

Grazie a questo accordo, le azioni di Oracle sono cresciute del 36% in una sola giornata sulla Borsa americana, dove l’azienda ha la sua quotazione principale. Il suo proprietario, Larry Ellison, è così diventato l’uomo più ricco del mondo, superando anche nomi più famosi, come quelli di Elon Musk e Jeff Bezos.

Il contratto di Oracle con OpenAI

Il contratto firmato da Oracle e OpenAI è il più grande del settore dei servizi cloud. L’azienda fornirà per i prossimi 5 anni potenza di calcolo pari a un consumo energetico di 4,5 GW, equivalenti ai consumi di 4 milioni di persone. Per fare un paragone, l’intero fabbisogno energetico italiano di un anno è di circa 30 GW.

L’investimento riguarderà il data center Stargate, situato negli Stati Uniti, che diventerà di conseguenza una delle più importanti strutture di questo tipo nel Paese e nel mondo. OpenAI ha commentato l’investimento in un post sul blog aziendale, scrivendo:

Questo fa avanzare in modo significativo i progressi verso l’impegno che abbiamo annunciato alla Casa Bianca a gennaio: investire 500 miliardi di dollari in 10 gigawatt di infrastrutture di intelligenza artificiale negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni. Ora prevediamo di superare questo impegno iniziale grazie al forte slancio con partner come Oracle e SoftBank.

Tutti gli effetti dell’accordo tra OpenAI e Oracle

Le conseguenze di questo accordo sono state e saranno notevoli. Oracle ha ottenuto un immediato riscontro dai mercati. Il titolo è cresciuto del 36% alla Borsa di New York, arrivando a una capitalizzazione di mercato (la somma del valore di tutte le azioni in circolazione) di 922 miliardi di dollari, appena prima della soglia dei mille miliardi, superata di recente solo da una manciata di aziende tecnologiche, come Nvidia, Microsoft, Apple, Alphabet e Amazon.

OpenAI ha anche dichiarato che il nuovo investimento porterà alla creazione di oltre 100mila nuovi posti di lavoro, tra quelli dedicati alla costruzione e quelli demandati alla gestione della nuova potenza di calcolo del data center Stargate. Un risultato che sarà particolarmente apprezzato dall’amministrazione Trump, molto attenta alle metriche sul lavoro e che ha di recente dovuto subire una revisione statistica che ha tagliato le stime dei nuovi impieghi aggiunti dall’inizio del 2025 di quasi un milione di unità.

Larry Ellison
ANSA
Larry Ellison, cofondatore di Oracle

Larry Ellison, il più ricco del mondo

L’accordo tra OpenAI e Oracle ha reso inoltre il patron di quest’ultima, Larry Ellison, l’uomo più ricco del mondo stando al Bloomberg Billionaires Index, con un patrimonio stimato di 393 miliardi di dollari. Ellison è Cto, presidente esecutivo e cofondatore di Oracle.

Ellison possiede il 42% delle azioni di Oracle, e ha quindi beneficiato molto dell’aumento del loro valore seguito all’accordo. Negli anni è stato anche parte del consiglio di amministrazione di Apple per volere di Steve Jobs e ha investito in Tesla, la società produttrice di auto elettriche di Elon Musk.