Nella scuola italiana arriva l’intelligenza artificiale: cosa cambia

Il decreto 166 del ministero dell'Istruzione introduce servizi digitali basati su un "modello antropocentrico" per usare l’IA a scuola. Le regole: trasparenza, etica e sicurezza

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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L’intelligenza artificiale arriva nelle scuole. Il via libera è stato dato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che introduce nuovi servizi digitali grazie all’IA. Si trattava ormai di un passaggio fondamentale per non lasciare indietro la scuola. Sono state così recepite le linee già introdotte in Europa e discusse tramite esperti.

Tali linee guida si inseriscono all’interno di un più ampio e complesso sistema di normative che si allinea all’AI Act e al Regolamento generale sulla protezione dei dati. Per la scuola è fondamentale regolarizzare l’intelligenza artificiale che è già entrata nelle aule e nella vita quotidiana non solo degli studenti, ma anche dei docenti che la utilizzano per creare materiali didattici, lezioni, mappe e anche esercizi vari.

Le nuove linee guida per l’IA nella scuola italiana

Le nuove linee guida sono integrate nel decreto ministeriale n.166 del 9 agosto 2025. Nel decreto viene implementato all’interno della Piattaforma Unica un nuovo servizio digitale, cioè uno strumento di accompagnamento per le scuole che ha l’obiettivo di incentivare un uso corretto e “antropocentrico” dell’intelligenza artificiale in ambito scolastico.

Nel pratico sono messi a disposizione una serie di servizi, contenuti e documenti informativi, ma anche una mappa delle sperimentazioni avviate nelle istituzioni scolastiche.

L’approccio passa così da un uso spontaneo e individuale a un percorso controllato, reattivo e innovativo. Il cuore della strategia viene chiamato “approccio antropocentrico”. In altre parole, l’intelligenza artificiale nella scuola dovrà essere usata come uno strumento al servizio della crescita umana e non fine a se stessa.

Nella guida si legge:

La tecnologia deve supportare il pieno sviluppo della persona, garantendo il ruolo centrale e insostituibile dell’uomo nel governo dei sistemi di IA.

Questa si traduce in una piena supervisione umana qualificata, da parte dei docenti o di personale formato specificamente, per controllare, comprendere e, se necessario, annullare le decisioni dell’intelligenza artificiale.

Le novità: gli elementi essenziali

Ma cosa cambia davvero? Il modello proposto dal ministero è strutturato in punti che definisce “essenziali”:

  • principi di riferimento;
  • requisiti di base etici, tecnici e normativi.

Il primo è la centralità della persona, quindi il “modello antropocentrico” che vuole equità, innovazione ed etica responsabile, sostenibilità e sicurezza del sistema.

Questo vuol dire che l’intelligenza artificiale deve supportare la crescita dell’apprendimento, ma non sostituire l’impegno umano o il pensiero critico, e che l’impatto di tale novità dovrà essere valutato attentamente affinché non si creino nuove disuguaglianze o si peggiorino quelle esistenti.

Il secondo fa riferimento a una serie di requisiti etici, tecnici e normativi per garantire la trasparenza, la robustezza e la conformità alle normative.

Rientra in questo la gestione del diritto di non partecipazione di studenti e famiglie, che possono scegliere consapevolmente se inserire i propri dati all’interno dell’addestramento dell’intelligenza artificiale, ma anche la certificazione di conformità dei fornitori, che dovranno basarsi su standard di sicurezza internazionali.

Quali sono le applicazioni?

L’intelligenza artificiale nelle scuole sarà utilizzata tanto dagli studenti quanto dai dirigenti.

Agli studenti sarà permesso di sfruttarla per approfondire, avere supporto multilingue, ricevere feedback immediati sui propri errori o su percorsi di apprendimento personalizzati.

Ai docenti invece viene fornito uno strumento per personalizzare i materiali didattici, creare risorse interattive come simulazioni e quiz e facilitare la didattica attraverso domande più stimolanti che promuovano il pensiero critico degli studenti.

Al personale amministrativo l’utilizzo dovrebbe facilitare la gestione delle richieste frequenti, automatizzare la comunicazione periodica e ottimizzare la gestione dell’inventario.

Ai dirigenti l’IA potrebbe servire per ottimizzare gli orari, migliorare la comunicazione e monitorare la coerenza dei vari documenti programmatici.

Cosa non può fare l’IA a scuola

Le linee guida stabiliscono non solo cosa si può fare con l’intelligenza artificiale, ma soprattutto qual è l’utilizzo vietato.

Il principale sembra essere il divieto di uso di tecniche subliminali o manipolative, ma anche sistemi di social scoring che classificano le persone. È proibito inoltre il riconoscimento delle emozioni degli studenti.

Da qui i tre obblighi fondamentali:

  • l’uso conforme secondo le istruzioni fornite;
  • la supervisione umana qualificata;
  • la valutazione dell’impatto.