Federico Perego è il giovane manager dietro Hypertech, una startup che si è ritagliata un posto di primo piano nel settore del cycling grazie a tecniche di produzione innovative e materiali di alto livello. Nata in seno a Permedica grazie a un team coeso, produce componenti in titanio ed altri materiali metallici totalmente Made in Italy, puntando su tecniche all’avanguardia.
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Da Permedica a Hypertech. Come si passa da occuparsi di protesi a pensare a componenti per bici?
È una storia lunga. Permedica è stata fondata nel 1986 da mio padre Marco Perego, che nel 1997 ha deciso di non essere più solo un distributore, ma ha iniziato a produrre protesi. Io mi sono avvicinato all’azienda nel 2010, facendo esperienze nei vari reparti, dal magazzino fino al controllo qualità. Più tardi sono diventato Business Development Manager e nel 2019 ho iniziato a occuparmi di altri reparti. Nello stesso tempo è cambiato anche il team manageriale. Grazie agli ottimi risultati raggiunti negli ultimi anni, ho deciso di fondare due start-up: una nel settore medicale, produce dispositivi per amputati, e l’altra è Hypertech. Pensare al mondo del cycling è venuto naturale. D’altronde viene consigliato a chi indossa le nostre protesi di praticare sport, principalmente il nuoto ed il ciclismo.
C’era anche una passione personale dietro?
Io sono stato sempre curioso della passione per la bici di alcuni miei colleghi, in particolare Chiara Doni, che è la Project Manager di Hypertech ed una ciclista di grande talento. Dopo un po’ di ricerche, ho appurato che il mercato Italiano era controllato principalmente da realtà familiari e artigianali. Le competenze e la capacità produttiva di Permedica hanno permesso a Hypertech di ritagliarsi da subito un proprio spazio. Abbiamo trovato in poco tempo dei grossi partner, come Colnago, leader del settore per la produzione di telai in materiali all’avanguardia e ad altissima prestazione.
In che modo vi siete differenziati dalla concorrenza?
Oggi produciamo sia componenti standard che prodotti tailor made per i nostri clienti. Il nostro grande parco tecnologico (stampa 3D, lavorazioni meccaniche di altissima precisione, forgiatura, generazione di rivestimenti ceramici e molti altri processi produttivi) ci permette di essere molto flessibili, estremamente veloci nel rispondere alle richieste e, cosa non meno importante, ci permette di puntare sull’alta qualità dei materiali e della nostra produzione. Che si traduce in ottime performance delle bici prodotte con componenti Hypertech.
Che differenza c’è tra un prodotto Hypertech e quello di un competitor?
La maggior parte dei nostri componenti sono realizzati con tecniche di stampa 3D all’avanguardia, come la tecnologia Fusione Laser Selettiva dei metalli (conosciuta con l’acronimo di SLM – selective laser melting), che permette di creare oggetti partendo da un letto di polvere metallica che viene fusa, strato dopo strato, per mezzo di laser ad alta potenza e con un fascio concentrato. Con tale tecnologia siamo in grado di lavorare polveri di lega di titanio in atmosfera inerte al fine di preservare il più possibile le caratteristiche di natura chimica della materia prima di origine nonché le caratteristiche meccaniche degli oggetti realizzati. Siamo altresì in grado di sviluppare oggetti dalle forme più complesse e dal design più spinto garantendo una altissima precisione dimensionale, raggiunta e perfezionata grazie anche alle lavorazioni meccaniche successive effettuate con macchine a controllo numerico di ultima generazione. Possiamo quindi realizzare componenti dall’elevata resistenza meccanica ed allo stesso tempo limitato spessore e grande compattezza e leggerezza, punto molto importante nel settore cycling.
Come vedi questa start-up da qui a 10 anni? Quali opportunità ci sono all’orizzonte?
Abbiamo tutto un mondo da conquistare. Siamo partiti molto bene con Colnago, che ha dato un’enorme visibilità al marchio Hypertech. Dal lato produttivo, punteremo su altri componenti, e ci espanderemo in altri Paesi. Permedica è già presente in 35 Paesi, e possiamo sfruttare questo importante network. Con il giusto impegno e la giusta passione – che non mancano – e il fondamentale lavoro di squadra che c’è dietro, non ci saranno problemi a far diventare anche Hypertech un business internazionale.
La squadra di Hypertech è composta da giovani. Il segreto del vostro successo è l’età e l’attenzione alle novità?
È importante circondarsi di persone proattive. Questo ha fatto la differenza per la nostra start-up. Non conta tanto l’età, ma la voglia di mettersi in gioco e imparare. Siamo un gruppo di lavoro molto compatto e appassionato. Siamo amici prima di tutto, ed anche colleghi. Siamo uniti dalla forte passione per l’innovazione tecnologica, dalla voglia di scoprire nuovi settori e dalla sete di conoscenza. Ci piace confrontarci all’interno del nostro gruppo e con il mondo al di fuori della nostra azienda, ci piace condividere idee e sensazioni per poter realizzare ogni volta un prodotto interessante e sentirci di conseguenza soddisfatti ed appagati dal nostro lavoro.
Qual è il rapporto di Hypertech con la sostenibilità ambientale?
Le tecnologie di stampa 3D sono il pilastro di Hypertech. Gli scarti di lavorazione sono ridotti all’osso, perché nasce tutto da polveri che vengono utilizzate ed anche riciclate in condizioni di elevato grado di controllo al fine di preservarne quanto più possibile le caratteristiche originarie. Non compriamo lamiere o tubi per poi tagliarli e fare operazioni di saldatura. La nostra filiera è molto più corta, compatta ed integrata. Il design viene creato in base alle specifiche dei clienti. La nostra produzione è praticamente zero waste.