Più droni in Europa, startup italiana punta a porti, ospedali e città

StradaAi, fondata nel 2023, lavora a porti, ospedali e città con droni sicuri e digitalizzati. Sarà operativa già a fine 2025, ma in piena forma dal 2026

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Nasce in Italia una startup che si prepara a gestire lo spazio aereo dei droni in Europa. Si chiama StradaAi e sta completando la certificazione con Enac per diventare uno dei primi U-space service provider privati europei.

Fondata nel 2023, l’azienda ha già stretto una partnership con il Droneport di Rotterdam e punta a operare dal 2026 in contesti urbani, portuali, industriali e sanitari, con applicazioni che vanno dal trasporto di documenti nei porti alla logistica ospedaliera.

Startup StradaAi nei porti europei

Si va verso un’accelerazione dell’utilizzo dei droni senza pilota in diversi ambienti: urbani, montani e industriali, fino all’impiego nei grandi porti europei. L’azienda italiana StradaAi ha già siglato una partnership con Droneport Rotterdam per spingere sull’acceleratore.

“La nostra startup – spiega l’amministratore delegato Giulio Segurini – è nata nel febbraio 2023, subito dopo l’entrata in vigore della normativa europea 664 sulla digitalizzazione dello spazio aereo a bassa quota”.

Secondo Segurini, il regolamento Ue permette di aprire lo spazio aereo ai droni in sicurezza, consentendo voli “beyond visual line of sight” (Bvolos), cioè oltre la linea visiva dell’operatore.

Porto di Rotterdam
ANSA
Più droni nei porti e nelle città.

Con due round di investimenti, StradaAi ha raccolto 2,1 milioni di euro e oggi collabora con hub internazionali come Rotterdam e, in futuro, Zurigo e Stoccolma. “Eurocontrol ci descrive come la prima società privata europea che si sta certificando per offrire questi servizi”, ha dichiarato Segurini.

Spazio aereo digitalizzato: le nuove applicazioni

Per operare nello spazio aereo digitalizzato, i provider devono garantire quattro servizi obbligatori:

  • identificazione dei droni con targa digitale;
  • mappe e regole di volo (geo awareness);
  • autorizzazioni al volo;
  • gestione del traffico aereo.

Come spiega Segurini:

Se in quello spazio arriva un elicottero della protezione civile, noi dobbiamo riconfigurare dinamicamente l’area e spostare i droni, così da permettere l’ingresso in sicurezza.

Le applicazioni concrete riguardano logistica e servizi urbani. Come a Rotterdam, dove i droni sostituiranno i motoscafi per consegnare documenti alle navi in 5-7 minuti invece che in mezz’ora. In Italia, StradaAi ha già testato i droni nel porto di Siracusa, per collegamenti tra ospedali in città e per missioni del soccorso alpino.

I prossimi obiettivi in Italia e in Europa

Oltre alle collaborazioni in corso, la startup guarda all’opportunità di allargarsi in altri porti italiani e nei sistemi sanitari. L’idea è di replicare il modello di Rotterdam anche in Italia, ma su scala più ampia.

L’obiettivo è di iniziare a erogare i servizi entro fine 2025, con operatività a pieno regime già dal 2026. “Le multiutility e le aziende ci stanno selezionando perché aumentiamo la loro compliance. È un mercato che si aprirà rapidamente, e noi vogliamo esserci”.

Dopo l’Italia, i primi mercati saranno Svizzera e Svezia, oltre alla collaborazione già attiva con Rotterdam.